28 Agosto 2024
08:57
Dal dolore alla speranza: la storia di cinque vite salvate al San Matteo
PAVIA – Al Policlinico San Matteo di Pavia, una giovane donna ha scelto di trasformare la propria morte in un atto di speranza. Deceduta a luglio a causa di un arresto cardiaco, aveva espresso il desiderio di donare i suoi organi, una decisione che ha permesso a cinque persone di vivere. Una scelta coraggiosa e lungimirante, che ha segnato l’inizio di una corsa contro il tempo.
Il team del Centro Donazioni, guidato da Andrea Bottazzi, ha immediatamente avviato le procedure necessarie. L’intera famiglia della donna, pur nel dolore della perdita, ha rispettato la sua volontà, permettendo al personale medico di concentrarsi su un compito di estrema delicatezza e urgenza.
Accertata la morte, i chirurghi hanno lavorato incessantemente per espiantare cuore, reni, fegato e pancreas. Il cuore, in particolare, è stato il fulcro di un intervento straordinario, reso possibile grazie a tecniche avanzate che hanno consentito di farlo battere nuovamente, nonostante l’arresto cardiaco. Bottazzi ha evidenziato come queste innovazioni “abbiano aperto nuove frontiere nel campo della donazione, rendendo possibile il trapianto di organi un tempo considerati inutilizzabili“.
Il cuore e un rene sono stati trapiantati nello stesso ospedale, mentre il secondo rene e il pancreas sono stati inviati al San Raffaele di Milano, e il fegato è stato destinato a Bergamo. Un’operazione complessa, che ha visto coinvolte molteplici equipe di specialisti, ciascuna impegnata a garantire il successo di un gesto di straordinaria generosità.
Il San Matteo, già punto di riferimento nazionale per i trapianti, ha confermato ancora una volta la sua eccellenza. Nei primi sei mesi del 2024, l’ospedale ha realizzato 35 trapianti, tra cui nove trapianti di cuore e cinque di polmone bilaterale. Un impegno che non si limita all’intervento chirurgico, ma si estende alla promozione della cultura della donazione, fondamentale per salvare vite.
Questa storia rappresenta non solo un trionfo medico, ma anche un potente messaggio di altruismo. La decisione della giovane donna di donare i suoi organi ha permesso di trasformare un evento tragico in una nuova opportunità per altri. Una vita spezzata ha generato speranza per cinque persone, un lascito che illumina la strada per il futuro della medicina e della solidarietà umana.