5 Settembre 2024
12:05
Trenord e pendolari ai ferri corti: sulla Milano-Mortara è scontro continuo
PROVINCIA DI PAVIA – Il timido sole di settembre, presto inghiottito dalla pioggia, ha colto i pendolari della Milano-Mortara immersi nell’ennesima odissea ferroviaria. La scena si ripete con puntuale crudeltà: treni che non si vedono, cancellazioni di prima mattina tra le cinque e le otto, ritardi che sfidano anche le migliori tabelle orarie. Giovedì l’ennesimo colpo basso: quattro treni spariti praticamente nel nulla, un altro che si è trascinato con venti minuti di ritardo. Forse un problema ai motori, forse un mistero irrisolvibile. E mentre l’aria di stazione si riempie di sbuffi e sospiri, sui volti dei pendolari si legge rassegnazione.
Questa mattina, un nuovo capitolo di disagi si è concluso con la fine dei lavori di manutenzione programmata tra Parona e Mortara. Dalle ore 8:25, la circolazione ferroviaria sulla linea Milano-Mortara è tornata regolare dopo la chiusura delle attività da parte dei tecnici di RFI. Ma non senza conseguenze: rallentamenti fino a 80 minuti per 3 treni regionali, 6 treni limitati e 5 treni cancellati, lasciando i viaggiatori in attesa o costretti a trovare soluzioni alternative.
Trenord, dati alla mano, non sembra aver portato buone notizie. Il rapporto di giugno si è rivelato una doccia fredda per chi sperava finalmente in un risarcimento: la linea non ha raggiunto quella magica soglia del 10% che fa scattare i bonus. Una percentuale che balla sempre sull’orlo, ma senza mai cadere dalla parte giusta. I calcoli ora sommano ritardi superiori ai quindici minuti e treni cancellati, un’operazione complessa che lascia i pendolari col fiato sospeso. Qualcosa è cambiato nelle regole, certo, ma nei fatti, nulla di nuovo sotto il sole lombardo: la Milano-Mortara si ferma all’8,37%, una media che rimane troppo lontana dalla tanto agognata linea dei rimborsi.
La scena assume contorni quasi paradossali. Da una parte i lavori di Rfi, partiti questa estate e promessi in chiusura entro l’8 settembre, dall’altra il nuovo sistema degli indennizzi che chiede ai pendolari di diventare esperti contabili del proprio disastro quotidiano. L’indennizzo non arriva mai da solo: va richiesto, con moduli online o code in biglietteria, un labirinto burocratico che scoraggia molti. Per i treni regionali, il rimborso si ferma al 25% se il ritardo supera l’ora, sale al 50% solo per i casi disperati di oltre due ore. E se il costo del biglietto non rientra nei parametri giusti, niente da fare.
Nel panorama dei binari deserti e degli schermi impietosi, si alza una voce: l’associazione CODICI Lombardia. Da tempo si impegna ad aiutare i viaggiatori nella giungla dei rimborsi. Consulenze, supporto, consigli pratici su come ottenere ciò che spetta. Un’ancora di salvezza in un mare agitato di disservizi, una guida che tenta di fare luce tra moduli, richieste e scadenze. Gli utenti trovano un appoggio e la possibilità di reclamare, di non sentirsi soli in una battaglia che si gioca tra gli scartamenti stretti della burocrazia.
Tra un ritardo e una cancellazione, la linea Milano-Mortara si trova al centro di una rete che arranca, una tratta che non si arrende, ma che ogni giorno deve fare i conti con un sistema che continua a incepparsi. I pendolari sperano che un giorno, tra un binario nuovo e una regola rivista, arrivi anche una svolta vera. E mentre si affacciano sugli schermi, scorrendo numeri e percentuali, attendono quel giorno con l’incredulità di chi è abituato a viaggiare, ma raramente a giungere a destinazione in orario.