Autore Redazione
venerdì
6 Settembre 2024
14:57
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Cronaca - Pavia

La peronospora flagella i vigneti dell’Oltrepò: perdite senza precedenti

La peronospora flagella i vigneti dell’Oltrepò: perdite senza precedenti

PROVINCIA DI PAVIA – La viticoltura dell’Oltrepò Pavese, simbolo di tradizione e orgoglio territoriale, sta vivendo una delle sue peggiori crisi. Un calo di produzione medio del 60% colpisce i vitigni, una devastazione senza precedenti causata principalmente dalla peronospora, una malattia della vite esplosa in maniera violenta alla fine di una primavera insolitamente piovosa. Questo drammatico scenario, che sta mettendo in ginocchio i viticoltori locali, è stato confermato da Claudio Mangiarotti, consigliere regionale che aveva già lanciato l’allarme mesi fa, proponendo una mozione per riconoscere i danni alle imprese colpite.

Il racconto di questa crisi prende forma nei filari dell’Oltrepò, dove la vendemmia, solitamente momento di festa, è diventata il simbolo di una resa. A Mornico Losana e nei comuni vicini, i vigneti sono spogli, abbandonati da produttori che hanno deciso di non raccogliere i grappoli segnati dalla peronospora. La malattia ha trovato terreno fertile nelle piogge incessanti, diffondendosi con una virulenza senza precedenti e lasciando i viticoltori senza difese. Molti di loro, già schiacciati da costi di trattamento raddoppiati, hanno rinunciato alla raccolta, vedendo nei costi di gestione un ulteriore onere insostenibile.

La situazione economica per questi viticoltori è drammatica. Dopo anni di difficoltà, tra cui la pandemia e la siccità, la peronospora sembra rappresentare il colpo di grazia per un settore già provato. I giovani agricoltori, spesso eredi di secolari tradizioni, iniziano a chiedersi se valga ancora la pena continuare. La sostenibilità economica di un’attività che si fa sempre più complessa è in discussione, e la preoccupazione cresce anche tra le istituzioni locali.

Un appello alla Regione

Il fenomeno della peronospora non risparmia nessuno. Un terzo delle aziende censite in Oltrepò ha già dichiarato lo stato di emergenza, presentando pre-segnalazioni di danno alla Regione Lombardia, che dovrà poi quantificarle al termine della vendemmia. Sedici comuni della zona si sono uniti in un appello all’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi, chiedendo interventi immediati a supporto delle aziende colpite.

La vendemmia 2024 si sta rivelando tra le più complicate della storia recente. Le prime stime parlavano di un danno medio del 30%, ma la realtà si è dimostrata ben peggiore. I danni sono ormai stimati attorno al 60%, una soglia che non solo giustifica il riconoscimento dello stato di calamità naturale, ma ne rappresenta quasi il doppio. Per molti viticoltori, i costi dei trattamenti contro la peronospora hanno superato i mille euro per ettaro, un investimento che si è rivelato inefficace di fronte alla virulenza della malattia. Alcuni hanno semplicemente deciso di lasciare i grappoli appassire sui tralci, incapaci di sostenere ulteriori spese per una vendemmia che non potrà mai ripagare i costi.

La situazione richiede interventi strutturali e tempestivi. Il Consorzio dei Vini Oltrepò Pavese e Terre d’Oltrepò hanno varato un piano d’emergenza, unendo le forze per affrontare la crisi. L’iniziativa include l’uso di droni per monitorare lo stato dei vigneti, raccogliendo dati utili a pianificare interventi mirati. Questa innovazione rappresenta un tentativo di modernizzare la gestione dei vigneti, ma non basta a compensare le perdite economiche immediate.

Nonostante le avversità, alcuni segnali positivi emergono. I primi grappoli raccolti, seppur in quantità ridotta, mostrano una qualità che fa ben sperare. Il Pinot Nero, eccellenza dell’Oltrepò Pavese, promette di regalare spumanti metodo classico di livello superiore. Questa prospettiva, però, non può oscurare la necessità di interventi urgenti per salvaguardare il tessuto produttivo e garantire un futuro alla viticoltura dell’Oltrepò.

Il settore vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese si trova di fronte a una delle sue sfide più grandi. La vendemmia 2024, con il suo drammatico calo produttivo, rappresenta un punto di svolta. Innovazione, sostenibilità e un forte supporto istituzionale saranno le chiavi per superare questa crisi e permettere al territorio di continuare a brillare nel panorama vinicolo internazionale. La strada è in salita, ma la determinazione dei viticoltori e la forza della comunità potrebbero trasformare questa difficile annata in un’opportunità di rinascita.

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