Cronaca - Provincia di Pavia

Lupi nel Parco del Ticino: cucciolata storica documentata dalle fototrappole

PROVINCIA DI PAVIA – Nel Parco del Ticino, una cucciolata di lupi è stata avvistata per la prima volta grazie a fototrappole. Dopo anni di segnalazioni sporadiche, Olivia Dondina, ricercatrice dell’Università Bicocca, ha annunciato che la coppia di lupi ha dato alla luce i cuccioli nella primavera del 2024. Questo evento segna un importante passo per la biodiversità locale, mentre i lupi continuano a ricolonizzare la Pianura Padana, utilizzando il parco come corridoio ecologico tra Appennino e Alpi.

“Lavoriamo nel parco dal 2017, anno della prima segnalazione della presenza di un lupo”, ha spiegato Dondina, Da allora, ci sono stati diversi avvistamenti di esemplari singoli, che usano il parco come corridoio ecologico per spostarsi. Dal 2017 al 2023, alcuni individui si sono stabilizzati, altri hanno semplicemente attraversato l’area. A fine 2023, abbiamo avuto i primi segnali della presenza di una coppia, e questa primavera è nata la prima cucciolata, avvistata ad agosto tramite fototrappole”.

La presenza stabile del lupo nel Parco del Ticino non è casuale. Da anni, la specie sta lentamente ricolonizzando la Pianura Padana, utilizzando in particolare gli argini dei fiumi. È un segno dell’aumento della biodiversità”, ha commentato il professor Alberto Meriggi dell’Università di Pavia. “Il lupo si ciba anche di nutrie, contribuendo così a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi complessi che caratterizzano quest’area”.

Le condizioni presenti nel parco sembrano favorire il ritorno sedentario e stabile della specie, con la presenza di prede e l’assenza di attività zootecniche significative. “Gli allevamenti sono stabulati, non ci sono grandi problemi di predazione del bestiame”, ha spiegato Meriggi. “Questo evento testimonia l’importanza dei corridoi ecologici che il lupo utilizza per spostarsi dall’Appennino alle Alpi”.

La sfida principale per la conservazione della specie rimane il disturbo antropico, data la forte presenza di ciclisti, turisti e auto. “Il parco è molto disturbato”, ha sottolineato Dondina. “Ma, nonostante ciò, le possibilità che un branco si stabilizzi ci sono tutte, soprattutto se la disponibilità alimentare rimarrà sufficiente. Se i cuccioli si disperderanno, ma il numero di nuovi cuccioli a ripopolare il branco potrebbe restare invariato nei prossimi anni, aumentando, così, le probabilità di stabilizzazione.”

L’isolamento genetico, che fino agli anni ‘70 aveva rappresentato un grosso problema per la popolazione italiana di lupi, sta progressivamente diminuendo. “Questo isolamento genetico sta svanendo, con l’espansione della popolazione verso le Alpi,” ha aggiunto Meriggi. “È fondamentale che non si torni alla situazione di isolamento di un tempo”. Con un’area protetta di circa 90.000 ettari e una zona centrale più ridotta di 10.000 ettari, il Parco del Ticino potrebbe ospitare stabilmente due o tre branchi.

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