17 Settembre 2024
05:00
L’università di Pavia ricorda Giorgio Macchi, l’ingegnere che salvò il Duomo di Pavia
PAVIA – Si intitola “Giorgio Macchi – L’uomo, l’ingegnere, lo scienziato, il maestro” la giornata organizzata per lunedì 23 settembre dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia per ricordare il fondatore della Scuola di Ingegneria Strutturale pavese, scomparso nel 2023.
Nell’Aula 4 dell’edificio Tamburo nel Polo Cravino, a partire dalle 10, amici e colleghi del professor Macchi si riuniranno alla presenza dei familiari, del sindaco Michele Lissia e del del Pro-Rettore alla Ricerca Federico Forneris, per ripercorrere il suo fondamentale contributo nel campo dell’ingegneria strutturale.
Nell’occasione, si terrà la cerimonia di intitolazione al professor Giorgio Macchi del Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture, tuttora uno dei principali laboratori universitari italiani nel campo dell’ingegneria strutturale, da lui fortemente voluto e progettato oltre quarant’anni fa per porre l’Università di Pavia al livello dei maggiori atenei europei.
Innovatore e maestro
Nato a Milano nel 1930, Giorgio Macchi è una figura di rilievo internazionale nel panorama dell’ingegneria strutturale.
Laureatosi in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Torino, dove è stato allievo di Franco Levi, Macchi ha iniziato la sua carriera accademica prima presso il Politecnico di Torino, poi allo IUAV di Venezia, e infine presso l’Università degli Studi di Pavia. Qui ha contribuito in maniera decisiva alla fondazione della Facoltà di Ingegneria e della scuola di Tecnica delle Costruzioni pavese, da decenni punto di riferimento internazionale nell’ingegneria strutturale. I suoi studi e ricerche hanno abbracciato numerosi aspetti dell’ingegneria strutturale, spaziando dall’analisi delle strutture in cemento armato e muratura alla salvaguardia dei monumenti storici. Tra i suoi contributi scientifici più noti, si annoverano gli studi sulla 1 precompressione, l’analisi non lineare delle strutture e i criteri di progetto e verifica delle strutture in muratura. Membro attivo di numerosi comitati tecnico-scientifici internazionali, tra cui il CEB (Comité Euro-International du Béton) e lo IABSE (International Association for Bridge and Structural Engineering), ha partecipato anche alla stesura dei primi Eurocodici, le normative europee per la progettazione delle strutture. Docente appassionato e progettista di grande talento, Giorgio Macchi è stato capace di coniugare teoria e pratica con risultati di eccezionale qualità. I suoi interventi più significativi si ritrovano in ponti e viadotti, come per esempio nel viadotto dell’Alta Velocità di Modena o il Bolu Mountains sull’autostrada che collega Istanbul e Ankara, e nella salvaguardia e consolidamento di monumenti del patrimonio storico artistico italiano, quali il Duomo di Pavia, il campanile di San Marco a Venezia, la Torre di Pisa e la facciata della Basilica di San Pietro a Roma, e internazionale, tra gli altri i minareti di Jam ed Herat in Afghanistan. Il suo approccio rigoroso e innovativo, unito a una profonda umanità, gli ha fatto guadagnare l’ammirazione e il rispetto di generazioni di studenti e colleghi. Molti allievi di Macchi sono divenuti a loro volta progettisti importanti e professori in prestigiose istituzioni accademiche in Italia e nel mondo.
Lo straordinario caso del Duomo di Pavia
“La strategia ideata da Giorgio Macchi per il consolidamento del Duomo di Pavia è veramente geniale ed è il frutto della sua profonda comprensione del funzionamento strutturale delle opere murarie, delle approfondite analisi conoscitive svolte sulla costruzione e di un’instancabile ricerca della soluzione tecnologica più efficace e nello stesso tempo rispettosa dell’opera” racconta Guido Magenes, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni a Pavia, allievo e successivamente collega di Giorgio Macchi. Al crollo della Torre Civica di Pavia, avvenuto nel 1989, seguirono intense attività di indagine e monitoraggio della sicurezza dei monumenti pavesi. Al professor Macchi venne affidato l’incarico di intervenire sulla struttura della cattedrale di Pavia, la cui enorme e pesante cupola – la quarta più grande in Italia e costruita su progetto attribuito al Bramante – mostrava preoccupanti indizi di una possibile imminente crisi. Le più importanti “patologie” della cattedrale di Pavia riguardavano gli 8 grandi pilastri a cui spetta di reggere il peso di cupola e tamburo e le fessurazioni della cupola stessa, risalenti già al completamento della costruzione alla fine del XIX secolo.
Continua il prof. Magenes: “Dalle prime indagini, Macchi si accorse che il carico gravava più sul rivestimento in marmo che non sul nucleo dei pilastri. Progettò quindi una soluzione che prevedeva di ritrasferire parzialmente il carico dei pilastri al nucleo, consolidandolo con iniezioni di miscele leganti e irrobustendolo attraverso lo stato di precompressione trasversale esercitato da barre di acciaio inox, inserite praticando solo piccoli fori nel marmo, successivamente sigillati con lo stesso materiale per rendere 2 l’intervento sostanzialmente invisibile. Durante l’intervento è stato anche necessario sollevare l’intera cupola mediante una struttura metallica temporanea e martinetti idraulici per controllare e ridistribuire gli sforzi sui pilastri”.
Il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DICAr) è un Dipartimento di Eccellenza riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca ed è parte della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia. È costituito da oltre 50 docenti e ricercatori oltre a numerosi assegnisti, dottorandi e borsisti.
Il Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture – dal 23 settembre 2024 intitolato a Giorgio Macchi – è uno dei più grandi laboratori universitari sperimentali italiani. Insieme all’adiacente laboratorio della Fondazione EUCENTRE forma uno dei maggiori poli sperimentali europei nel campo dell’ingegneria sismica e strutturale.