Autore Redazione
giovedì
26 Settembre 2024
05:47
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Cronaca - Pavia

“Stop ai lavori nel cortile del Liceo Cairoli”: il no dei docenti alla nuova palestra

“Stop ai lavori nel cortile del Liceo Cairoli”: il no dei docenti alla nuova palestra

PAVIA – La controversia sulla costruzione della palestra nel cortile storico del liceo Cairoli di Pavia ha suscitato una forte reazione da parte dei docenti. Per la prima volta, cento insegnanti si sono esposti pubblicamente contro un progetto che, secondo la loro lettera, rischia di danneggiare in modo permanente uno dei patrimoni architettonici più importanti della città, Palazzo Olevano. La decisione di erigere una palestra in muratura, alta quasi nove metri, viene percepita come una minaccia all’integrità storica dell’edificio e al suo contesto architettonico.

I docenti sottolineano che Palazzo Olevano, costruito nel XVIII secolo su fondamenta medievali e potenzialmente su preesistenze romane, “rappresenta un sito di grande valore archeologico e geologico. La struttura stessa è situata su un giardino pensile composto prevalentemente da terra di riporto, un elemento che rende il sito particolarmente vulnerabile a potenziali crolli o cedimenti strutturali. La Soprintendenza provinciale ha già evidenziato queste criticità, richiedendo sondaggi stratigrafici preliminari per valutare lo stato del deposito archeologico prima dell’inizio dei lavori”. Tuttavia, secondo i docenti, “queste analisi dovrebbero precedere ogni decisione progettuale, non essere effettuate poco prima dell’intervento”.

La lettera degli insegnanti evidenzia un’altra questione: la palestra, per la sua posizione e volumetria, comprometterebbe gravemente l’estetica e la funzionalità dell’intero complesso. Il progetto, infatti, andrebbe a interrompere l’asse visuale principale di Palazzo Olevano, che collega il fronte dell’edificio con l’edicola situata sul fondo del giardino. Questo elemento, secondo la critica avanzata nella lettera, rappresenta un importante punto focale della struttura architettonica del palazzo. La palestra, eretta nel mezzo del giardino interno, cancellerebbe questo asse, oscurando stabilmente la visuale e compromettendo così l’armonia architettonica del sito.

Un altro punto cruciale riguarda le conseguenze dirette della costruzione sulla vivibilità degli spazi interni. Il progetto della palestra “non rispetterebbe le distanze di legge previste tra edifici, e la sua volumetria toglierebbe luce naturale agli uffici della segreteria, costringendo il personale a lavorare con luce artificiale durante tutto l’anno”. Questo peggioramento delle condizioni di lavoro all’interno del liceo viene percepito dai docenti come un ulteriore indicatore della scarsa considerazione verso le esigenze funzionali dell’edificio.

Il rischio maggiore, tuttavia, sembra essere di natura strutturale. Le fondamenta di Palazzo Olevano, risalenti al XVIII secolo, sono definite “fragili e potenzialmente vulnerabili alle sollecitazioni prodotte dai lavori di costruzione“. I docenti temono che le vibrazioni e gli scavi possano compromettere la stabilità dell’edificio nel breve o lungo termine. A rafforzare questa preoccupazione vi è il fatto che, durante le prime fasi dei lavori, la fresatura dei capitelli settecenteschi del palazzo avrebbe già provocato dei danni.

I docenti chiedono quindi la sospensione definitiva dei lavori. La loro proposta alternativa è quella di installare una tensostruttura, una soluzione temporanea e leggera che non impatterebbe in modo significativo sulle fondazioni dell’edificio. “Questa richiesta appare non solo come una misura di tutela del patrimonio storico, ma anche come un modo per trovare un compromesso che permetta al liceo di disporre comunque di una palestra funzionale senza mettere a rischio la stabilità del palazzo”, scrivono i docenti.

In aggiunta, i firmatari della lettera chiedono trasparenza sui dati relativi alle perizie geologiche e archeologiche, che fino ad ora non sono state rese pubbliche. La loro richiesta, in sostanza, è quella di garantire che ogni intervento sul palazzo rispetti le emergenze storico-architettoniche, artistiche e geologiche, e che ogni decisione sia basata su un’analisi approfondita e trasparente dei rischi.

L’appello dei docenti – centodue in tutto – appare dunque come una richiesta di maggiore prudenza e di rispetto per un edificio che rappresenta un simbolo importante del patrimonio culturale della città di Pavia. La decisione di costruire una palestra in muratura in un sito tanto delicato viene percepita come un’azione affrettata e potenzialmente distruttiva, che non tiene conto della complessità e del valore storico del contesto in cui si inserisce.

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