Autore Redazione
lunedì
14 Ottobre 2024
10:30
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Sport - Pavia

Domenica sportiva pavese: silenzio stampa al Fortunati. Casteggio d’acciaio pronto per il derby. Elachem: trasferta amara

Domenica sportiva pavese: silenzio stampa al Fortunati. Casteggio d’acciaio pronto per il derby. Elachem: trasferta amara

PROVINCIA DI PAVIA – La domenica sportiva in provincia di Pavia è stata ricca di tensione e delusioni, con il Pavia che fatica a ritrovare la via del gol e una classifica sempre più preoccupante.

La pazienza è finita, tra le mura del Fortunati. Il silenzio stampa imposto dalla società del Pavia è forse la prova più chiara di quanto si sia oltrepassato il limite. Dopo l’ennesimo 0-0, questa volta contro una neopromossa Rhodense, il tecnico Stefano Bellinzaghi è ormai sotto una lente d’ingrandimento troppo pesante per non sentirne il peso. Tre partite consecutive senza reti segnate, due pareggi e una sconfitta: questo l’inquietante bilancio che ha fatto scattare il malcontento tra i tifosi. La classifica, dopo cinque giornate, è già compromessa, con il Pavia fermo nella parte bassa, mentre le rivali volano. I punti persi non si recuperano, soprattutto quando l’atteggiamento sembra più vicino alla rassegnazione che alla fame di vittoria.

“Abbiamo fatto autocritica” ha detto Bellinzaghi in conferenza stampa, quasi a voler calmare le acque. Ma quanto vale l’autocritica quando il campo racconta una storia diversa? I tifosi vogliono risposte, non parole. Non è la prima volta che si sente parlare di crescita e miglioramento, ma la verità è che il gruppo non sembra avere quella mentalità vincente di cui il mister parla con insistenza. Si può davvero dire che questa squadra sia in grado di lottare per la vetta, quando non riesce a segnare contro una formazione che, fino a ieri, sembrava alla portata? O forse è proprio la mentalità, quella promessa ma mai concretizzata, il problema reale?

Bellinzaghi appare sempre più in balia degli eventi. “Il lavoro che stiamo facendo è quello di crescere tutti insieme”, ha ribadito con la consueta calma, ma la realtà racconta un’altra storia: una squadra priva di idee, incapace di imporsi in casa e pericolosamente distante dalle aspettative della società. Il derby di Coppa Italia contro il Casteggio, in programma mercoledì sera, potrebbe rappresentare l’ultimo crocevia per un allenatore che sembra già destinato alla graticola. Ma un’altra domanda brucia: cosa accadrà se anche quella sfida dovesse rivelarsi una delusione?

Non è solo questione di risultati. La strategia della società è altrettanto confusa: investimenti importanti, una rosa apparentemente rinforzata, ma poi il silenzio. Nessun commento, nessuna giustificazione. Forse perché non c’è nulla da dire che non sia già chiaro. Di certo i tifosi non vogliono sentirsi dire che “la classifica alla quinta giornata non conta”, come affermato dal mister. Sanno che ogni punto perso è un’occasione mancata e che la pazienza, soprattutto per chi ambisce a rientrare in corsa per i vertici, ha un limite ben definito.

Le soluzioni latitano. Gli infortuni sono ancora un fattore, ma davvero questo può giustificare una squadra così in affanno? La scelta di Bellinzaghi di schierare Dugourd come trequartista non ha prodotto effetti, e gli attaccanti sembrano intrappolati in un sistema che non li mette in condizione di essere pericolosi. Panigada ha avuto poche occasioni, Perna non ha mai realmente inciso. E allora viene da chiedersi: quanto ancora si può andare avanti così, senza risposte concrete né risultati tangibili?

Il derby di Coppa Italia contro il Casteggio dell’ex Civeriati, dunque, è forse l’ultima speranza per Bellinzaghi di raddrizzare una nave che fa acqua da tutte le parti. Solo una lunga striscia di vittorie potrebbe garantirgli il posto, a partire da mercoledì. Ma la situazione è tale che i nomi di possibili sostituti iniziano a circolare sempre più insistentemente. In prima linea ci sono figure esperte come Paolo Barbieri, che ha vinto l’Eccellenza lo scorso anno con l’Oltrepò, e Beppe Scavo, reduce dalla promozione in Serie D con il Club Milano. Anche Omar Nordi e Alessandro Pagano potrebbero rappresentare valide alternative per dare un’immediata scossa allo spogliatoio. Tutto può accadere nelle prossime gare, e ogni opzione è sul tavolo. Forse, mercoledì sera, il campo fornirà qualche risposta. O forse no.

Vogherese solida ma non impeccabile: la crescita difensiva c’è, ma la continuità è ancora un’incognita

La terza vittoria consecutiva della Vogherese porta con sé segnali incoraggianti, ma anche spunti di riflessione che non possono essere ignorati. La prestazione contro il Saluzzo ha evidenziato una crescita in termini di compattezza tattica, soprattutto in difesa, dove per la terza gara di fila non si è subito gol. Questo è sicuramente un miglioramento rispetto all’inizio di stagione, in cui alcune disattenzioni costavano care. Il giovane portiere Alessandro Rossi, al suo debutto, ha risposto con sicurezza, mostrando buone qualità soprattutto nelle uscite e parate decisive. Tuttavia, è innegabile che l’assenza di Alessandro Guarnone, a cui va la dedica della squadra, potrebbe farsi sentire nelle partite più complesse.

L’andamento della partita contro il Saluzzo, in particolare nel secondo tempo, ha mostrato come la squadra abbia attraversato momenti di difficoltà nella gestione del gioco. Il mister Andrea Cavaliere ha sottolineato il peso del terreno, ma resta il fatto che, in alcuni frangenti, la Voghe ha subito la pressione avversaria, rischiando di compromettere una partita fino a quel punto sotto controllo. La squadra dovrà lavorare sulla continuità e sulla capacità di mantenere alta l’intensità per tutti i 90 minuti, soprattutto in vista di avversari più agguerriti.

Sul fronte offensivo, Zito si è dimostrato nuovamente decisivo, con un gol di pregevole fattura e altre giocate che hanno messo in difficoltà la difesa del Saluzzo. Il suo contributo tecnico è indiscutibile, ma sarà fondamentale che anche gli altri interpreti del reparto offensivo, come Longo e Gallo, alzino il loro livello per rendere la squadra meno dipendente dalle iniziative di Zito. La prossima sfida contro la Lavagnese e il derby contro il Derthona rappresentano un banco di prova importante per verificare se la Voghe potrà mantenere questo trend positivo.

Oltrepò, svolta difensiva e vittoria di misura

Tre risultati utili consecutivi, due vittorie di fila, una porta finalmente inviolata: l’Oltrepò sembra essersi lasciato alle spalle le prime scoppole del campionato. A Broni, contro una Sanremese che in trasferta è tutto tranne che irresistibile, la squadra di Parolini si è imposta di misura grazie a un lampo di Mattia De Rinaldis. Un gol al 4′, un colpo di destro sotto la traversa dopo un lancio perfetto di Soldi. Una partenza lanciata, diversa dalle prime giornate, e un Oltrepò che adesso inizia a prendere ritmo e fiducia.

Il 4-3-1-2 di Parolini sembra aver trovato una sua quadratura. La difesa, con Fossati tra i pali, regge bene e, per la prima volta, non subisce reti. L’assenza di Hrom non si è fatta sentire, con Spatari che si è inserito subito nel gioco d’attacco, affiancando Cavallotti. Ma il vero segnale di crescita è la gestione del vantaggio: l’Oltrepò, pur abbassandosi nel secondo tempo, ha resistito senza correre troppi rischi, approfittando delle ripartenze.

Nel dopogara, Parolini non nasconde la sua soddisfazione per il primo clean sheet stagionale: “Non prendere gol è fondamentale. Siamo stati concentrati e siamo ripartiti bene. La squadra sta crescendo, ora gli avversari sanno che non è più facile batterci”. Anche De Rinaldis si gode il momento: “Segnare subito ci ha dato una grande spinta. Adesso siamo davvero dentro al campionato”. Un messaggio chiaro: l’Oltrepò non è più quello di inizio stagione. E la rincorsa è appena cominciata.

Casteggio d’oro: tre punti che valgono doppio

Un Casteggio arcigno e ben organizzato piega di misura il Saronno nell’anticipo serale al Comunale di via Dabusti, regalando ai gialloblù tre punti d’oro che rilanciano le ambizioni. Davanti a un’ottima cornice di pubblico, con tanto di ultras ospiti al seguito, la squadra di Stefano Civeriati capitalizza al meglio la zampata decisiva di Bahirov al 24′ del primo tempo, per poi sfoggiare una prestazione di compattezza e sacrificio che mette in ginocchio un avversario costruito per la vetta della classifica.

Il Saronno cerca di mettere subito pressione, creando il primo pericolo serio già al 21′, quando Ortolani calcia a colpo sicuro dopo un corner battuto da Pedrocchi, ma la difesa oltrepadana è pronta a respingere. Alla prima vera occasione, però, il Casteggio punisce: traversone perfetto di Di Raco dalla destra, Bahirov si avventa sul pallone e anticipa tutti, portiere compreso. Il Casteggio continua a difendersi con ordine e concentrazione, mentre i giocatori di qualità del Saronno, come Pedrocchi e Alvitrez, faticano a trovare varchi. Solo qualche tentativo da fuori fa sobbalzare i tifosi, come la botta di Alvitrez al 30′ e un’altra conclusione alta di Sardo, ma Murriero non deve compiere interventi difficili.

Il secondo tempo trova il Saronno ridisegnare il suo reparto offensivo, gettando nella mischia forze fresche come Mammetti e Gatti, poi anche Locati, con l’obiettivo di abbattere il muro gialloblù. Gli ospiti hanno mantengono a lungo il possesso palla, ma la difesa casteggiana, schierata con tre centrali, respinge ogni assalto. Al 20′, Gatti sfiora il colpo con una fuga sulla sinistra, fermato fallosamente da Arbasini. Punizione battuta da Pedrocchi, che centra la travers, lasciando tutti a bocca aperta. Ma la sfortuna basta a scalfire l’orgoglio del Casteggio, che continua a chiudere ogni varco, difendendosi con una fase corale che coinvolge anche gli attaccanti.

Ogni tentativo del Saronno di sfondare viene vanificato dalla solidità gialloblù, con un Gnaziri particolarmente ispirato a recuperare palloni preziosi e lanciare la squadra in ripartenza. Quando anche Vaglio cerca il colpo di genio con un tiro-cross dalla destra, Murriero si fa trovare pronto, disinnescando ogni rischio. Alla fine, nemmeno gli ultimi assalti degli ospiti riescono a scalfire un Casteggio che, nonostante alcune assenze, dimostra carattere e spirito di sacrificio.

La sfida in casa dei biancoblù vedrà Civeriati nelle vesti di grande ex, pronto a guidare il Casteggio con la stessa determinazione mostrata contro il Saronno. Con la squadra in crescita e un morale alle stelle, le premesse per un’altra prova di solidità ci sono tutte.

Vigevano in cerca di identità: troppe fragilità e cali di concentrazione

Anche la domenica sportiva delle pavesi nel basket ha regalato poche soddisfazioni, con sconfitte pesanti per le squadre principali. L’Elachem Vigevano ha vissuto una domenica amara in quel di Avellino, una trasferta che ha mostrato tutte le fragilità di una squadra in cerca di identità. La partita, uno scontro diretto fondamentale per la lotta alla salvezza, ha evidenziato la mancanza di concentrazione e la difficoltà a gestire i momenti cruciali. Sin dai primi minuti, l’approccio alla gara è sembrato incerto e timido, con Vigevano che ha faticato a trovare ritmo e continuità. Avellino ha immediatamente preso in mano le redini del match, approfittando della confusione e dei tanti errori dei gialloblù.

Non è stato solo un problema tecnico, ma anche mentale. La squadra, in più occasioni, ha dimostrato di non avere quella lucidità necessaria per gestire i possessi importanti. Troppi palloni persi in situazioni decisive, troppe scelte sbagliate nei momenti in cui serviva concretezza. Il punteggio è rimasto in bilico per gran parte della partita, ma a ogni occasione di sorpasso, Vigevano ha inciampato su sé stessa, incapace di dare la spallata necessaria. Le giocate di Mack e Leardini sono state senza dubbio positive, ma isolare alcuni episodi non basta per giustificare un rendimento globale insufficiente. La squadra, nel complesso, ha mostrato lacune preoccupanti, soprattutto in fase difensiva, dove i rimbalzi concessi ad Avellino hanno pesato come macigni sul risultato finale.

Oduro, ad esempio, non ha saputo imporsi sotto canestro, mancando occasioni facili e commettendo errori ripetuti che hanno messo in difficoltà tutta la squadra. La mancanza di precisione nei tiri liberi, elemento cruciale in partite così tese, ha ulteriormente penalizzato una Vigevano che ha faticato anche a livello di scelte tattiche. Coach Pansa ha cercato di raddrizzare la situazione con timeout mirati, ma le interruzioni non sono servite a cambiare l’inerzia della partita. La sensazione è che manchi qualcosa, un elemento che dia stabilità alla squadra nei momenti di maggiore pressione. È come se Vigevano non fosse mai davvero in grado di affermarsi quando l’avversario alza il livello, come se mancasse la maturità per gestire il peso di partite così delicate.

La difesa ha spesso lasciato ampi spazi agli avversari, con Avellino che ha saputo colpire con precisione dall’arco e sfruttare le amnesie della retroguardia gialloblù. I troppi possessi sprecati, uniti a una mancanza di reattività sotto canestro, hanno fatto il resto, consegnando la partita ai padroni di casa che, senza fare miracoli, hanno saputo approfittare delle debolezze di Vigevano. In particolare, i momenti finali della partita sono stati emblematici: quando serviva sangue freddo, Vigevano ha continuato a sprecare possessi, mentre Avellino, con cinismo, ha messo a segno i canestri decisivi, come la tripla di Mussini che ha chiuso i giochi.

Ora, con due sfide salvezza all’orizzonte, prima contro Nardò e poi contro Piacenza, Vigevano si trova davanti a un bivio. La squadra non può più permettersi cali di concentrazione né approcci alla gara così incerti. Servirà un cambio di mentalità, una reazione che non si limiti a sporadiche giocate individuali, ma che coinvolga tutto il gruppo. La posta in gioco è troppo alta e il tempo stringe.

Blackout difensivo fatale: la Scotti cede a Borgomanero e perde il primato

La Riso Scotti Pavia torna a casa da Borgomanero con una sconfitta amara, la prima della stagione, che costa anche la vetta della classifica. Un match in cui i pavesi hanno mostrato due volti: uno arrendevole e disorganizzato nel primo tempo, e uno combattivo e caparbio nella ripresa. Ma l’iniziale blackout difensivo ha pesato troppo e, nonostante una rincorsa disperata, il College Borgomanero ha saputo capitalizzare l’ennesimo passo falso della Scotti.

Nel primo quarto, Pavia è stata irriconoscibile: abulica in difesa, senza intensità, con i piemontesi che hanno avuto vita facile. Il College ha imposto il suo ritmo frenetico, quello che predilige, sfruttando al massimo le lacune difensive della Scotti. E quando si lascia troppo spazio a un tiratore come Bazzan, il conto si paga caro: 19 punti solo nel primo quarto, con triple incontestate e facili incursioni sotto canestro. Il parziale di 33-21 dopo i primi dieci minuti è stato lo specchio di una Pavia che semplicemente non è scesa in campo con la mentalità giusta.

Nel secondo quarto, la Scotti ha cercato di reagire, ma senza mai trovare la chiave per fermare l’offensiva di Borgomanero. Ogni tentativo di rientrare in partita è stato prontamente neutralizzato dal College, che ha mantenuto il controllo del match, approfittando di una difesa pavese ancora troppo fragile e distratta. Il massimo vantaggio raggiunto dai piemontesi sul 40-25 ha fatto suonare un campanello d’allarme, ma Pavia è riuscita quantomeno a rimanere agganciata grazie ai punti di Smith e a qualche sprazzo di orgoglio.

Nel terzo periodo, la musica è cambiata: Pavia ha finalmente messo in campo quella determinazione e quella intensità che ci si aspettava sin dall’inizio. La difesa è diventata più aggressiva, l’attacco più fluido, e grazie a un Smith in stato di grazia, capace di trascinare i compagni, la Scotti è riuscita non solo a ridurre lo svantaggio, ma addirittura a passare in vantaggio, anche se per pochi istanti. La rimonta sembrava completata, ma è stato un fuoco di paglia: la stanchezza per lo sforzo fisico si è fatta sentire, e quando Borgomanero ha rialzato la testa con un parziale di 10-3, la Scotti non ha trovato le energie per un nuovo assalto.

L’ultimo quarto è stato combattuto fino agli ultimi secondi, con Pavia che ha cercato con tutte le forze di restare attaccata al match, ma ogni tentativo di rimonta è stato vanificato da errori banali e scelte affrettate. Quando poi, a 14 secondi dalla fine, Smith ha commesso l’ingenuità del fallo antisportivo, ogni speranza di riacciuffare la partita è svanita, lasciando campo libero al College per chiudere la pratica con i tiri liberi.

È una sconfitta che fa riflettere, non tanto per il risultato in sé, quanto per l’atteggiamento mostrato nella prima metà di gara. In un campionato equilibrato come la Serie B2, non ci si può permettere di regalare un intero tempo agli avversari, soprattutto in trasferte delicate come quella di Borgomanero. La Scotti ha dimostrato di avere il potenziale per competere ai piani alti, ma deve trovare continuità e maggiore concentrazione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ora, con il primato perso, è il momento di rimboccarsi le maniche e imparare dagli errori commessi, perché il campionato è ancora lungo e tutto può succedere. Ma servirà un cambio di passo, soprattutto nella mentalità, se si vuole ambire davvero a qualcosa di importante.

Broni cade a La Spezia: Magagnoli accusa l’atteggiamento

Anche la Logiman Broni subisce una pesante battuta d’arresto sul parquet di La Spezia, uscendo sconfitta per 55-49. Un ko che evidenzia tutte le difficoltà attuali della squadra di coach Michael Magagnoli, il quale non ha esitato a prendersi tutte le responsabilità, mettendo in luce problemi psicologici e di approccio che hanno compromesso l’intera partita. «Nel momento in cui si segnano solo 49 punti non si vince mai», ha dichiarato Magagnoli con amarezza, sottolineando la prestazione deludente delle sue giocatrici, non solo per l’incapacità di mettere punti a referto, ma soprattutto per l’atteggiamento sbagliato.

Broni ha dovuto fare a meno di Alina Hartmann, uscita per un infortunio al ginocchio nei primissimi minuti del match, un’assenza che ha sicuramente complicato la gestione dell’incontro. Tuttavia, la sconfitta appare ancora più pesante considerando che le avversarie, la Cestistica Spezzina, erano in emergenza con tre giocatrici chiave fuori per infortunio. «Avevo avvisato le ragazze che La Spezia, nonostante le assenze, avrebbe dato l’anima. Ma noi non ci abbiamo messo nulla», ha aggiunto il tecnico, criticando apertamente la scarsa reattività e l’approccio superficiale della squadra. Secondo Magagnoli, l’unica costante positiva è stata la difesa, che ha comunque limitato La Spezia a 55 punti, un dato su cui «metterebbe la firma fino alla fine del campionato». Ma senza la capacità di capitalizzare in attacco, questo dato diventa irrilevante.

Quello che preoccupa maggiormente il coach è la presunzione eccessiva delle sue giocatrici. «È un problema psicologico: i presuntuosi in questo sport perdono», ha affermato Magagnoli, riflettendo su alcune scelte discutibili fatte in attacco, come tentativi di passaggi spettacolari e inutili preziosismi che hanno finito per penalizzare la squadra. «Nel primo quarto abbiamo sbagliato l’impossibile, canestri facili che avrebbero forse chiuso i conti», ha continuato, evidenziando come Broni abbia mancato di concretezza nei momenti chiave. L’errore, secondo il coach, è stato quello di cercare soluzioni troppo complesse e poco pragmatiche, un lusso che la squadra non può permettersi in partite delicate come questa.

Il calendario non è favorevole a Broni: domenica prossima la Logiman ospiterà il Sanga Milano, la squadra indicata da tutti come la principale favorita per la vittoria del campionato, appena retrocessa dalla Serie A1. Una sfida che arriva in un momento delicato, ma che potrebbe anche essere un’opportunità per reagire. «Bisognerà lavorare sulla testa delle ragazze», ha sottolineato Magagnoli, ribadendo la necessità di ritrovare concretezza e determinazione. «Questa squadra non può permettersi di segnare solo 49 punti, perché è piena di talento», ha concluso il coach, assumendosi ancora una volta tutte le colpe per la sconfitta e promettendo di lavorare duramente insieme al suo staff per trovare soluzioni e riportare la squadra sui binari giusti. La partita contro Milano rappresenterà dunque un banco di prova cruciale per Broni, chiamata a reagire e a dimostrare di poter competere ad alti livelli in una Serie A2 femminile sempre più equilibrata e imprevedibile.

Tutto può accadere nelle prossime gare, e ogni opzione è sul tavolo. Forse, già mercoledì sera, i  campi forniranno qualche risposta. O forse no.

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