21 Ottobre 2024
10:50
Domenica sportiva pavese: Pavia cinico in trasferta, Vogherese bloccata da un gol nei minuti finali, Oltrepò travolto dal Bra
PROVINCIA DI PAVIA – Domenica di rivincite e amarezze per la provincia di Pavia, dove il Pavia di Bellinzaghi ha dato una scossa al suo campionato, conquistando il quarto posto in classifica con una vittoria preziosa in trasferta contro il Saronno. Ma non solo calcio: tra il batticuore di una vittoria al fotofinish della Riso Scotti Pavia e il dominio schiacciante della Logiman Broni sul Sanga Milano, il weekend sportivo ha offerto una serie di risultati che hanno risvegliato emozioni intense nei tifosi pavesi.
Il riscatto di Bellinzaghi: Pavia rialza la testa e conquista il quarto posto
In Eccellenza il Pavia di Bellinzaghi ha dato una di quelle risposte che tutti aspettavano, ma che pochi forse credevano possibile. I risultati sono finalmente arrivati, e con essi anche la ragione del mister, che sembrava ormai in bilico. Dopo aver acciuffato i quarti di Coppa Italia grazie al derby vinto col Casteggio, il Pavia non si è accontentato e ha fatto sua anche la trasferta di Saronno. Un 1-2 che suona come una sentenza: i veterani Perna e Poesio hanno impacchettato i tre punti nel primo tempo, con una precisione da orologiai svizzeri. Il vantaggio al 29’, il raddoppio appena quattro minuti dopo. Il resto? Solo gestione, con un Saronno che, nonostante un cambio in panchina e tante promesse estive, si dimostra una squadra che fa fatica a trovare la strada giusta.
Ma torniamo al Pavia: in tanti lo davano già per spacciato, pronto ancora una volta all’ennesima rivoluzione tecnica. E invece eccolo lì, al quarto posto, con la capolista Solbiatese ancora visibile all’orizzonte, anche se a debita distanza. I numeri parlano chiaro: nelle ultime gare Bellinzaghi ha messo in campo una squadra pratica, non bella, ma tremendamente efficace. E non dimentichiamo che anche la prestazione, finalmente, ha tenuto il passo dei risultati. Certo, c’è stata quella rete di Mammetti al 52’ a rovinare una domenica che poteva essere perfetta, ma alla fine chi se ne importa? I tre punti sono ciò che contano.
La vera domanda nella testa di molti è una soka: quanto durerà? I tifosi del Pavia ci sperano, ma sanno bene che la continuità non è mai stata il punto forte della squadra. Però ora il calendario è amico, con due partite in casa contro avversari abbordabili. Sarà il momento di fare bottino pieno o vedremo l’ennesimo passo falso? Chissà, ma per il momento, meglio godersi il momento e lasciarsi trasportare dall’entusiasmo.
Vogherese, occasione mancata sotto la pioggia
Quattro passi avanti e mezzo indietro. La Vogherese, reduce da tre vittorie consecutive, tira il freno a mano contro una Lavagnese ostica, in una partita che lascia ai rossoneri l’amaro in bocca. Un pareggio che suona tanto come un’occasione mancata. Giocare sotto una pioggia battente non è mai facile, eppure il campo del Parisi, ben drenato, ha retto all’acqua meglio di quanto i rossoneri abbiano retto all’assalto ospite. Il palo di Milani al 13′ ha dato l’illusione che la fortuna potesse sorridere, ma la Lavagnese non era lì per fare da comparsa. L’incornata vincente di Mutton ha rotto l’equilibrio e, si sa, a quel punto, scardinare una difesa ligure ben piazzata diventa un’impresa epica.
Eppure la Voghe molla: al 25’ del secondo tempo Milani pareggia i conti, firmando un gol di rabbia, di quelli che ti fanno pensare: “E adesso?”. Ma il colpo di grazia, alla fine, non arriva. La squadra di Cavaliere spinge, martella, ma la Lavagnese chiude ogni varco, mentre Raspa tra i pali si improvvisa eroe del giorno smanacciando anche l’impossibile. Certo, qualche rimpianto resta: un possibile rigore su Longo, non ritenuto tale dal direttore di gara, ha fatto infuriare i tifosi. Ma tirando le somme, se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto: sta ai tifosi deciderlo. La certezza è che mercoledì c’è il derby col Derthona: serve una Voghe al massimo, senza se e senza ma.
Oltrepò sconfitto dalla capolista Bra: gol, rigori e tanti rimpianti
L’Oltrepò esce dal campo con l’amaro in bocca dopo la sfida contro il Bra, e non si può dire che non ci abbiano provato. Ma, ahimè, quando giochi contro la capolista, ogni errore pesa come un macigno. Il match inizia con i migliori presupposti: Cavalotti segna subito al 5′ con una serpentina degna di un highlight da YouTube. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando l’arbitro decide di regalare un rigore al Bra. Ok, va bene, forse ci stava, ma Fossati, che di solito para anche i pensieri, questa volta non ce la fa. Il pareggio arriva subito, e il gioco riprende.
Ma il vero colpo arriva al 12′ della ripresa, quando il “gol fantasma” di Costantino scuote tutti, forse anche l’arbitro che, preso da un attimo di onnipotenza, decide che la palla è entrata. Ecco, da quel momento la luce si spegne per l’Oltrepò. Il dubbio dilaga in campo e sugli spalti: era davvero gol? Ma soprattutto, perché l’Oltrepò molla così presto? Dopo il 2-1, il team sembra perdere tutta la grinta che aveva messo nei primi 45 minuti. Mister Parolini si sarà chiesto, come noi tutti, dove sia finita quella squadra che aveva osato mettere sotto la capolista nel primo tempo.
Il resto della partita è una cronaca di un crollo annunciato. Il Bra segna su punizione e poi chiude i conti con un 4-1 che sembra persino esagerato. C’è stata la parata miracolosa di Ribero che ha negato a Moraschi il 3-2 e qualche dubbio su un rigore non concesso all’Oltrepò nel primo tempo. Ma, alla fine, la realtà è una sola: quando molli mentalmente, il risultato non perdona. I tifosi possono solo chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se avessero tenuto duro un po’ più a lungo.
Casteggio fermato sullo 0-0 dal Robbio: un punto, tanti dubbi
Il derby tra Casteggio e Robbio è finito senza reti, ma non senza emozioni. Chi l’avrebbe detto che il Robbio, reduce da sei sconfitte su sei, sarebbe riuscito a strappare il primo punto stagionale proprio contro i gialloblù? Sarà stata la disperazione o forse una carica diversa già dagli spogliatoi, ma i lomellini hanno resistito e più riprese, sfiorando persino il colpaccio. Mister Viassi può finalmente respirare, anche se a fine partita probabilmente stava ancora digerendo quei due salvataggi sulla linea che hanno negato il vantaggio ai suoi. D’altronde, quando i tuoi giovani ti danno tutto, c’è poco da recriminare. Certo, un colpo di testa da due metri come quello di Barone si dovrebbe solo incorniciare… peccato che abbia mandato la palla in tribuna.
Dall’altra parte, il Casteggio non è proprio quello brillante che aveva lasciato intravedere nei match precedenti. Mister Civeriati è onesto: “Non siamo stati all’altezza”. E non possiamo che dargli ragione. Il tridente schierato nel secondo tempo sembrava più un tentativo disperato di mescolare le carte che una reale strategia, e anche le due occasioni nitide capitate sui piedi di De Stradis e Arbasini non sono bastate a cambiare il copione di una partita opaca. La superiorità numerica degli ultimi minuti, poi, è stata sfruttata come un piatto di pasta scotta: senza mordente. Per non parlare dei rigori che Civeriati continua a reclamare, quasi fossero una moneta sonante che gli arbitri si rifiutano di pagare. Ma, quando ci si ritiene per un giorno non all’altezza, forse è meglio non cercare scuse.
Ora, i tifosi del Casteggio si domandano: è solo un incidente di percorso o questo pareggio è il segnale di qualcosa di più profondo? Riusciranno i gialloblù a scrollarsi di dosso l’eliminazione in Coppa e tornare a macinare gioco?
Vigevano si salva al fotofinish: batticuore contro Piacenza, ma quanto c’è da gioire?
Domenica da infarto al PalaElachem, dove Vigevano si aggrappa a ogni briciolo di energia rimasta per strappare una vittoria al fotofinish contro Piacenza. Parliamoci chiaro: Piacenza è ultima in classifica, ma la partita è sembrata più una lotta tra titani che un facile riscaldamento per i ducali. Mancava Myles Mack, certo, ma il problema non è stato solo l’assenza dell’americano. È stato il caos che Vigevano ha creato da sola. Nove palle perse nei primi minuti, errori su errori, e un senso di smarrimento che faceva presagire il peggio.
Eppure, la Elachem ha trovato il modo di rientrare in partita. Stefanini, Oduro, e Peroni si sono caricati sulle spalle una squadra che sembrava in apnea, trasformando una serata che poteva finire in catastrofe in una liberazione dal sapore agrodolce. Certo, Piacenza ha contribuito con una buona dose di autocombustione: palle perse, rimessi sbagliati, e quella tripla di tabella che ha ridato speranza ai padroni di casa. Ma quanto c’è da gioire davvero? Sì, Vigevano ha sei punti in più, ma se questo è il massimo che si può ottenere contro l’ultima in classifica, cosa succederà venerdì contro Cividale? La riflessione è aperta, e i tifosi farebbero bene a pensarci prima di sedersi troppo comodamente sulla poltrona della vittoria. Per coach Pansa, il bicchiere è mezzo pieno. “Abbiamo grandi margini di miglioramento”, dice. Vero, ma questi margini devono ridursi velocemente se Vigevano vuole competere seriamente.
Riso Scotti Pavia: vittoria al cardiopalma a Gallarate, ma la prestazione lascia interrogativi
Domenica elettrizzante quella della Riso Scotti Pavia a Gallarate, una trasferta che ha messo a dura prova le coronarie dei tifosi. Una vittoria al fotofinish, dopo un supplementare, che ha fatto emergere attributi fino a quel momento latenti. Pavia non ha brillato, intendiamoci, ma ha avuto il merito di non affondare quando sembrava tutto perduto. Gallarate, nonostante il vantaggio anche in doppia cifra, è riuscita a implodere proprio nel momento clou. E come si dice? Chi di troppa sicurezza ferisce, di troppa sicurezza perisce.
Il solito Hidalgo ha tirato fuori la grinta, mentre Lomele, con una freddezza da veterano, ha infilato la tripla che ha chiuso i giochi. Ma la vera domanda da porsi è: possiamo davvero essere soddisfatti? Certo, due punti sono sempre due punti, ma quanto di questa vittoria è frutto di Pavia e quanto del crollo psicologico di Gallarate? Coach Cristelli, al termine, sorride e loda la squadra, parlando di “lavoro da fare”, e c’è da credergli. Troppi momenti di blackout, troppi errori banali. Si è vinto perché l’avversario ha regalato tanti palloni, non per meriti straordinari. E ora si guarda avanti, con fiducia ritrovata, sì, ma anche con la consapevolezza che questa squadra ha margini di miglioramento giganteschi. C’è da stare tranquilli? Non del tutto, ma forse è meglio così, considerate le difficoltà del gruppo pavese in trasferta dello scorso anno.
Logiman Broni: dominio schiacciante sul Sanga Milano, ma la strada è ancora lunga
Se c’è una squadra che ha capito come mettere in crisi le avversarie, quella è la Logiman Broni. Dominare il Sanga Milano con un 77-48 schiacciante non è solo una vittoria, ma una dimostrazione di forza che fa brillare gli occhi ai tifosi oltrepadani. La squadra ha finalmente trovato il ritmo, spazzando via quei fantasmi che nelle prime partite avevano fatto dubitare qualcuno. Ma il bello di questa Broni è che non si culla sugli allori: le ragazze di coach Magagnoli hanno fatto sembrare semplice qualcosa che non lo è affatto, come tenere il Sanga lontano dalla partita per tutti e 40 i minuti.
Alina Hartmann? Semplicemente devastante. È tornata sul parquet come se il ginocchio non fosse mai stato un problema. Diciamo la verità: una guardia che ti infila triple da quasi 10 metri ti fa venire il dubbio se stai davvero guardando una partita di A2. Eppure, il suo contributo va oltre i numeri. Quando la squadra aveva bisogno di una guida, lei c’era, e non solo nei rari momenti di calo. La Logiman ha brillato come mai prima d’ora, difendendo con una ferocia che ha messo il Sanga in una crisi d’identità. Milano non ha mai capito come uscire dal pressing di Broni, e a ogni tentativo di recupero, le oltrepadane piazzavano una bomba o un appoggio che spezzava le speranze meneghine.
Broni ha giocato una partita che non è mai sembrata fuori controllo. Anche quando Milano ha tentato l’assalto nell’ultimo quarto, le biancoverdi non hanno tremato. Ogni azione sembrava ben studiata, e quando i tiri da fuori non entravano, la palla finiva magicamente sotto canestro per un appoggio facile facile. Insomma, una partita in cui anche i meno esperti avrebbero potuto segnare. E come se non bastasse, coach Magagnoli ha regalato minuti preziosi alle giovani, Buranella e Carbonella, che hanno chiuso la serata con il pubblico tutto in piedi. Ma la perfezione è un concetto effimero, e guai a pensare che questo basti. Broni è consapevole che ci sono due trasferte complicate all’orizzonte. Ora testa bassa e pedalare, perché la strada per i playoff è ancora lunga.
Debutto da urlo per il Volley 2001 Garlasco: travolto il Passione Bindi Valdarno
Il Volley 2001 Garlasco ha fatto un debutto casalingo da urlo, travolgendo il Passione Bindi Valdarno con un secco 3-0. Sì, avete capito bene: le ragazze di coach Stefano Mattioli non si sono lasciate intimidire dalla temuta fisicità avversaria. Anzi, l’entusiasmo del palaBalduzzi è stato contagioso, e il pubblico ha potuto assistere a una performance che ha lasciato poco spazio all’immaginazione. Ma chi l’avrebbe mai detto che il Valdarno, carico di esperienza, potesse essere piegato così facilmente, come se fosse un biscotto inzuppato nel latte?
Dopo i primi scambi, il Garlasco ha preso in mano le redini del match, dimostrando che l’allenamento paga sempre. La palleggiatrice Beatrice Giroldi, una vera e propria regista in campo, ha gestito gli attacchi come un maestro d’orchestra, regalando palle giocabili che hanno fatto impazzire la difesa avversaria. E chi può negare che un attacco ben orchestrato non possa essere il segreto del successo?
Garlasco ora si trova a punteggio pieno, con cinque punti nelle prime due giornate, e già si prepara per la prossima sfida contro il Giusto Spirito Rubiera. Ma non sarà un compito facile. Le battaglie della scorsa stagione contro questa squadra sono ancora fresche nella memoria. Ci si aspetta che le ragazze siano pronte a mettere in campo l’ardore e la determinazione viste finora. Dopo una performance del genere, non si può fare a meno di chiedersi: questa Garlasco è veramente così forte o dobbiamo aspettarci qualche sorpresa lungo il cammino? Una cosa è certa: la loro intensità e il loro spirito potrebbero spazzare via ogni dubbio. La stagione è lunga, ma il morale è alto, e i tifosi possono già sognare in grande.
Insomma, è stata una giornata piena di alti e bassi per lo sport pavese, e se è vero che a Pavia la vittoria è stata una bella iniezione di fiducia, altrove qualche squadra si è dovuta accontentare di un punto o di rimpianti. Tra qualche successo e tante recriminazioni, una cosa è certa: la classifica si muove, e per qualcuno c’è ancora tempo di recuperare. Quanto alla provincia, tra un rigore negato e un gol fantasma, possiamo dire che la sfortuna si è messa di traverso. Forse a volte, come si dice, è meglio pareggiare che farsi un autogol con la fretta di vincere…o con la voglia di essere protagonisti.