Cronaca - Pavia

Max Pezzali chiarisce un mistero sulla sua giovinezza: “La scuola giusta è un’altra”

PAVIA – Max Pezzali, voce storica degli 883 e simbolo di un’epoca, torna a far parlare di sé non solo per la sua musica, ma anche per la nuova serie TV ispirata alla sua carriera e ai suoi anni formativi. Nel 2017, Pezzali era già stato protagonista di un progetto chiamato “Pavia in rete” del Comune di Pavia, dove aveva offerto un tour virtuale della città, raccontando come Pavia avesse influenzato non solo la sua musica, ma anche la sua crescita personale. Quei video, pur distanti dall’odierna serie TV, offrono un ritratto intimo e malinconico di una città che ha visto nascere e maturare uno dei suoi artisti più iconici. In questo senso, la serie “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno” diventa quasi un’estensione di quel viaggio nella memoria, con Pavia ancora una volta a fare da sfondo, non solo geografico, ma anche emozionale.

Ma è in un secondo video che Max Pezzali ha deciso di risolvere un piccolo enigma che aveva lasciato perplessi i fan più attenti: la scuola dove lui e Repetto si sarebbero incontrati. Nella serie, il liceo Taramelli viene indicato come la scuola della bocciatura del futuro cantante, ma nella realtà fu il Copernico il teatro di quel fallimento accademico. Pezzali, in modo schietto, ha spiegato che questa licenza narrativa era necessaria per rendere la trama più aderente a certi stereotipi sociali. “Serviva che la bocciatura fosse legata al liceo più ‘borghese’ della Pavia bene”, ha dichiarato Pezzali, chiarendo però che il loro cuore resta indissolubilmente legato al Copernico. Un’affettuosa dedica alla sua vecchia scuola, accompagnata dai saluti ai compagni di classe, ha completato il chiarimento.

Questo dettaglio conferma il modo in cui la serie TV cerca di bilanciare fedeltà storica e necessità narrative, giocando su simboli che i fan più affezionati riconoscono immediatamente. Tuttavia, come lo stesso Pezzali ammette, il Copernico rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione del mito degli 883, legando insieme storie di ribellione giovanile e amicizie indissolubili. E così, tra nostalgie adolescenziali, licenze poetiche e un amore incondizionato per la sua città, Max Pezzali riesce a parlare tanto al suo pubblico di ieri quanto a quello di oggi.

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