12 Novembre 2024
10:57
Approvato il piano per San Siro: proteste e tensioni in aula
MILANO – Il Consiglio comunale di Milano ha approvato le linee guida per l’uso delle risorse derivanti dalla vendita dello stadio di San Siro, in base a una proposta del Partito Democratico. Il documento, passato con 24 voti favorevoli, 16 contrari e un’astensione, prevede un piano per destinare i proventi della vendita al miglioramento del quartiere di San Siro, all’emergenza abitativa e al rinnovo degli impianti sportivi nelle periferie. L’approvazione si inserisce in un percorso che ha visto al centro del dibattito non solo la gestione delle risorse, ma anche il futuro del celebre stadio.
La discussione è avvenuta in un contesto teso, alimentato dalle proteste di diversi comitati cittadini che, con cartellini rossi e cori di “vergogna“, hanno contestato duramente la relazione del sindaco Beppe Sala, presentata lunedì sera in Consiglio. La relazione mirava a chiarire il progetto di vendita del Meazza e dell’area circostante, una prospettiva che Inter e Milan hanno formalizzato il 4 novembre con una manifestazione di interesse. Secondo Sala, questa rappresenta “un’opportunità per arrivare a una decisione definitiva su un tema che si protrae dal 2019, quando le due squadre presentarono per la prima volta la proposta di un nuovo stadio, inizialmente con indici volumetrici più alti di quelli ora richiesti dall’amministrazione”.
Il progetto ha subìto una serie di cambiamenti negli ultimi anni, con l’amministrazione che ha posto una serie di vincoli, richiedendo maggiori investimenti nel quartiere, un aumento delle aree verdi e una riduzione degli indici di costruzione. Si sono anche valutate possibili alternative alla demolizione del Meazza, inclusa la ristrutturazione dell’impianto, ma queste sono poi state accantonate. Inter e Milan hanno considerato anche l’opzione di costruire i propri stadi a San Donato e Rozzano, mentre la Soprintendenza ha successivamente posto un vincolo sul Meazza, complicando ulteriormente la vicenda.
Il sindaco ha tracciato un cronoprogramma per il processo di cessione. I club dovranno presentare un’offerta d’acquisto con un piano di fattibilità tecnico-finanziario entro il primo trimestre del 2025, con l’obiettivo di concludere la vendita entro la fine dello stesso anno. La vendita completa dello stadio e dell’area di San Siro, piuttosto che la concessione del solo diritto di superficie, è stata indicata da Sala come una soluzione più vantaggiosa per la città, perché consentirebbe di destinare i 197 milioni previsti dalla compravendita a investimenti per il miglioramento della qualità della vita nel quartiere e per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche. La stima, fornita dall’Agenzia delle Entrate, è composta da 124 milioni per il valore dell’area attorno al Meazza e 73 milioni per il valore dell’impianto stesso.
Le linee guida approvate in Consiglio prevedono quindi un utilizzo dei fondi su tre direttrici principali: la riqualificazione del quartiere San Siro, il sostegno all’emergenza abitativa e il miglioramento delle strutture sportive in aree periferiche. I sostenitori della proposta ritengono che la vendita dello stadio possa rappresentare un’occasione per finanziare interventi pubblici e offrire nuove opportunità per il quartiere e per la città, sebbene le opposizioni abbiano espresso scetticismo, sollevando dubbi sulla destinazione concreta dei fondi e sulla trasparenza del processo.
Il sindaco ha ancora sottolineato: “il progetto rappresenta una risposta pragmatica a una questione annosa”, ribadendo che “i club dovranno garantire la sostenibilità economica e tecnica dell’operazione attraverso un piano dettagliato. La vendita dello stadio San Siro, il cui futuro resta da definire, è prevista entro la fine del 2025, quando il Consiglio comunale avrà modo di valutare e approvare i prossimi passi”.