21 Novembre 2024
10:14
Fontana: “Fine vita merita una legge nazionale e un confronto di alto profilo”
LOMBARDIA – Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la proposta di legge sul fine vita presentata dall’associazione Luca Coscioni. La decisione alimenta il dibattito su una questione complessa che intreccia etica, diritti e competenze istituzionali. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato l’esito della votazione in un’intervista al Corriere della Sera: “Io ho sempre sostenuto, e continuo a ribadire, che dobbiamo ascoltare le esigenze che provengono dai nostri cittadini; credo che questo argomento meriti una discussione approfondita”.
Fontana evidenzia l’importanza di un confronto di alto profilo sul tema: “Pensavo si potesse fare un discorso di carattere alto per affrontare un tema che è sicuramente sentito da tantissime persone e che il Consiglio regionale potesse essere la sede adatta, di grandissima dignità, dove sostenere le diverse opinioni”.
Il presidente non entra nel merito delle motivazioni che hanno portato alla bocciatura, ma sottolinea un limite istituzionale: “Non so quali siano state le motivazioni, tuttavia penso che tutti fossero convinti che non c’erano le condizioni per discutere in Aula, in base al fatto che il tema non è di competenza regionale, bensì nazionale”. Esclude un approccio ideologico alla questione: “Non credo che sia una questione ideologica. L’Aula è sovrana e non possiamo fare il processo alle intenzioni”.
Fontana richiama la necessità di una normativa nazionale, sostenendo un principio di libertà di coscienza: “Il mio partito ha sempre lasciato assoluta libertà di voto rispettando la coscienza di ciascuno di noi e io sono d’accordo. Personalmente sono assolutamente favorevole al fatto che si debba regolamentare questo aspetto della vita”.
Il dibattito non si esaurisce con la votazione regionale. Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, ha dichiarato che, in assenza di una legge chiara, si assumerà il rischio di mettere a disposizione farmaci eutanasici in un’azione di obbedienza civile. Fontana risponde: “Assumersi una responsabilità del genere è rischioso. Bisogna sempre operare nel rispetto della legge. Non sono auspicabili forzature”.
Fontana conclude con un invito alla politica: “Credo che la politica debba ascoltare le esigenze che provengono dalla società e poi prendere le decisioni“. L’appello evidenzia la tensione tra le istanze civiche e le dinamiche istituzionali, lasciando aperto il confronto su un tema che interroga le coscienze e la capacità del sistema politico di rispondere alle richieste dei cittadini.