25 Novembre 2024
08:32
Domenica sportiva pavese: Pavia trionfa nel derby. Vogherese si rilancia con la Cairese, Logiman cade contro la Virtus Cagliari
PAVIA – La domenica sportiva pavese consegna verdetti che vanno oltre il tabellino. Tra vittorie che consolidano gerarchie e sconfitte che accendono riflessioni, le squadre si confrontano con limiti e ambizioni.
Il Pavia stravince il derby contro il Casteggio con un 5 a 0 che spegne ogni dibattito. Gli azzurri trovano continuità e rispondono con forza ai dubbi emersi a inizio stagione. Mister Bellinzaghi parla di “crescita costante” e non mente: ritmo, solidità e cinismo mettono in crisi gli avversari. Dugourd segna, assiste e trascina. Poesio inventa. La difesa non concede spazi. La distanza dalla vetta resta notevole, ma il quarto posto condiviso con la Caronnese dà ossigeno a una squadra che sembra aver trovato il passo giusto. L’arrivo di Matteo Ardemagni, prossimo a firmare, promette di alzare ancora il livello offensivo.
Lato Casteggio, mister Civeriati fatica a trovare risposte. Assenze pesanti, condizione fisica precaria e scelte tattiche rivedibili disegnano un quadro complicato. Il gol regalato da Guidi al 22’ è lo specchio di una squadra che sembra limitarsi sotto il peso delle difficoltà. I gialloblù non riescono a reggere l’urto di una ripresa dove il Pavia dilaga. Non bastano giustificazioni o attenuanti: sette sconfitte stagionali e una classifica da incubo aprono scenari bui.
Bellinzaghi analizza con freddezza: “Gestione perfetta, ritmo alto, giovani valorizzati. La strada è questa“. La fiducia non manca, ma anche lui evita proclami. Una società come il Pavia, abituata ad ambizioni mai nascoste, sa che il derby è solo un passaggio. L’Ispra sarà la prossima verifica.
Dall’altra parte, Civeriati appare smarrito: “Tanti infortuni, così non si compete”. La tensione aumenta dopo l’esonero del ds Palladini. Il mercato può offrire qualche rimedio, ma non coprirà le carenze strutturali. Il Comunale ospiterà domenica uno scontro diretto contro la Sestese. Il rischio di sprofondare ulteriormente è concreto.
In Serie D la Vogherese abbandona le ombre di Chieri e si concede una giornata di sole pieno contro la Cairese. Tre reti, un dominio mai in discussione e una ritrovata capacità di sfruttare le debolezze avversarie rilanciano i rossoneri, ma il cielo sopra Parisi non è privo di nuvole. La classifica tiene ancora la squadra nelle sabbie mobili dei playout. Mister Cavaliere, con una serie di mosse tattiche, ha stravolto l’assetto e, forse, anche la narrazione di questa stagione.
Il debutto del giovane Norrito tra i pali non è stato un azzardo, ma una necessità ben calcolata. Cavaliere ha spiegato senza esitazioni che la scelta rispondeva a una precisa strategia: “Non è stata una bocciatura per Rossi, ma una decisione ponderata per questa partita”. Questa capacità di leggere le sfide come singoli capitoli, anziché come un’unica trama, si riflette nel rinnovato equilibrio tra difesa e attacco. Velaj rilanciato in fascia e il centrocampo ringiovanito da Gerace hanno contribuito a un gioco fluido che la squadra non mostrava da settimane.
Eppure, il direttore sportivo Rino D’Agnelli guarda oltre il risultato: “Con il mercato invernale alle porte, ci sarà da tirare le somme e valutare chi non ha dato il massimo”. Il reparto avanzato, pur corroborato dai tre gol di ieri, resta il punto debole cronico di questa Vogherese. L’attuale capocannoniere Monza non è un attaccante, un dato che spinge la società a cercare soluzioni fuori dal gruppo.
La partenza di capitan Giglio aggiunge un altro tassello al mosaico di trasformazioni. Una figura chiave per lo spogliatoio e per l’equilibrio tattico lascia un vuoto che Gerace potrà colmare solo in parte. Il dinamismo giovane prende il posto dell’esperienza, ma il campo chiede certezze immediate.
La trasferta di Gozzano rappresenta un test cruciale. L’obiettivo non può limitarsi a evitare la zona rossa. La Vogherese deve costruire un’identità che non dipenda dai singoli exploit, ma da una solidità sistemica che ancora fatica a emergere. Gol e punti sono il respiro, ma il cuore della squadra deve battere in modo più regolare.
L’Oltrepò, redivivo, non si lascia intimidire. L’Albenga, rinforzato e affamato, colpisce subito con un capolavoro di Ennasry che lascia Fossati immobile. Un inizio shock, ma il copione non finisce lì. Spatari riequilibra il tabellino con un guizzo da opportunista. Il primo tempo si chiude sull’1-1, ma il dominio territoriale inizia a farsi sentire.
Nella ripresa, l’Albenga si affaccia due volte nell’area avversaria. Due tentativi, due avvertimenti. Poi il monologo biancorosso prende forma. Cavallotti danza tra i difensori, un serpente che ipnotizza e punisce. Hrom entra, decide che i riflettori siano i suoi. Due gol in pochi minuti, la firma su un 4 a 1 che spegne le luci dei liguri. “Volevo dare un segnale alla squadra”, dichiara Hrom. Segnale ricevuto.
Mister Parolini rispolvera il 4-3-3 per adattarsi alle assenze. Una scelta che sembra tattica, ma suona come un manifesto. Questo Oltrepò non si adagia sul consueto. Ogni cambio parla di adattamento, di fame, di possibilità. La classifica ora racconta di una squadra che osserva i piani alti con più interesse rispetto al passato.
L’Albenga, a dispetto del risultato, ha messo il cuore in campo. L’Oltrepò, però, ha risposto con il collettivo, mostrando che la strada per i tre punti passa per il sacrificio. “La reazione della squadra è stata eccezionale”, sottolinea Parolini. Eccezionale non basta. Due vittorie consecutive, la rimonta come firma, la classifica che inizia a sorridere.
Le ultime quattro partite dell’andata sono un bivio. Saluzzo, Derthona, Vogherese e Vado scriveranno il destino di questa squadra. Il derby di Broni, la prova del nove. Resta da capire se la marcia dell’Oltrepò è solo slancio o consapevolezza.
Nel basket, in A2 femminile, la Logiman Broni si arrende a una Virtus Cagliari che interpreta la partita con un’intensità superiore e lascia le padrone di casa senza margini di risposta. La rincorsa dei 40 minuti non porta al sorpasso. La Virtus si mostra più incisiva sotto le plance, dove accumula punti e falli a suo favore, annullando ogni tentativo di reazione. Turcinovic, marcata stretta e raddoppiata, cerca di illuminare il gioco con assist e tiri importanti, ma la fiammata del 48-48 si spegne in pochi istanti con errori difensivi che lasciano spazio a un nuovo break delle ospiti.
La Virtus non perde mai il controllo della gara. Una squadra che conosce il proprio valore e lo dimostra. Cagliari allunga la striscia di vittorie e consolida la posizione di forza nella classifica. Broni resta invece in bilico tra speranze e difficoltà. La vittoria contro Benevento sembrava preludere a un cambio di passo. La sconfitta con Cagliari nega questa svolta. La zona medio-bassa della classifica si conferma il territorio di riferimento.
Il pressing asfissiante delle sarde smorza ogni tentativo di fluidità offensiva. Broni cerca soluzioni individuali, ma l’organizzazione ospite ha sempre la meglio. Baldelli emerge nel secondo tempo, sia in fase di impostazione che in attacco. Con Morra e Nasraoui tiene in vita la squadra, ma la sensazione resta quella di un gruppo che non trova l’alchimia necessaria per ribaltare l’inerzia.
Il tiro dai nove metri della Virtus nel finale del primo tempo è il simbolo di una serata dove ogni fatica di Broni sembra vanificata da episodi letali. I Viking tornano a incitare senza sosta. Il pubblico c’è, il guizzo della squadra no. La trasferta di Empoli diventa, così fondamentale. La Logiman dovrà capire se il limite è tecnico o mentale. Il campionato non aspetta risposte tardive.
Nel maschile, in serie C, l’Edimes Sanmaurense passa nel derby col Robbio con una prova che va oltre i numeri. Il 60-75 finale non racconta tutto. Robbio gioca per restare in partita, ma il divario non è solo tecnico. La Sanmaurense porta a casa il settimo sigillo in otto gare e conferma di essere una squadra che non solo vince, ma lo fa sapendo quando alzare l’intensità.
Robbio paga un atteggiamento che sembra oscillare tra l’ambizione di competere e l’incapacità di farlo fino in fondo. Gli Aironi accendono fiammate, ma ogni spunto si spegne sotto i colpi di una difesa ospite troppo solida per cedere terreno. “Siamo stati poco lucidi nei momenti chiave”, ammette Zanotti, sintetizzando la sensazione che ogni tentativo di rimonta abbia avuto vita breve.
Il derby racconta anche un’altra storia, quella di Maghet. Capitano, leader e ago della bilancia nei momenti che contano. I suoi 19 punti non pesano solo nel tabellino, ma nella gestione del ritmo e delle emozioni. Robbio cerca risposte in Orlandi e Grugnetti, ma ogni azione sembra più frutto di orgoglio individuale che di un sistema in grado di reggere l’urto di una squadra come l’Edimes.
La partita solleva domande che vanno oltre la singola serata. Robbio appare bloccata da limiti strutturali e mentali. È una squadra che vuole crescere, ma fatica a trovare la continuità per farlo. La Sanmaurense, invece, dimostra di sapere cosa serve per vincere: gestire i momenti di difficoltà, leggere le situazioni e imporre il proprio gioco. “Abbiamo difeso come sappiamo fare”, sottolinea Fossati, spingendo l’attenzione sul vero spartiacque del match. Il derby si chiude con l’Edimes che si conferma una delle squadre da battere e con Robbio che resta ancorata al dubbio di quanto possa davvero ambire a qualcosa di più di una lotta per la salvezza. Un risultato che pesa, ma non quanto le risposte che ognuna delle due squadre dovrà dare.
Calcio e basket pavese lasciano una domenica di contrasti, dove ogni risultato offre uno specchio su identità e ambizioni. Il filo conduttore emerge nel bisogno di trasformare gli inciampi in slancio, di cercare quell’equilibrio tra fatica e gloria. Come diceva Bill Shankly, storico manager del Liverpool: “Se non lotti per qualcosa, cadi per qualsiasi cosa”. Le squadre pavese sono chiamate a rispondere, con carattere e visione, alla sfida più difficile: definire il proprio destino.