20 Febbraio 2025
12:30
Farmaci: 6 mln con emicrania. Tassorelli di Pavia: “Terapie preventive possono migliorare qualità vita”
PAVIA – L’emicrania è la seconda malattia più disabilitante nel mondo, interessa più di 1 miliardo di persone, di cui 6 milioni solo in Italia, con una maggiore prevalenza nelle donne, in un rapporto 3 a 1. Le donne manifestano attacchi più frequenti, di intensità e durata maggiori rispetto agli uomini. L’emicrania cronica, in particolare, colpisce l’1-2% della popolazione globale. Per chi convive con questa patologia, il tempo non è un alleato. Ogni minuto può trasformarsi in un ostacolo o scivolare via, rubato dal dolore e dalla paura del prossimo attacco. Ma con nuove opzioni terapeutiche e una rinnovata valutazione della qualità di vita nella dimensione sia personale che professionale si assiste negli ultimi anni ad un’evoluzione del concetto di tempo libero dalla malattia per i pazienti. Se ne è parlato oggi a Milano durante l’evento nazionale ‘Emicrania: Una storia di tempo ritrovato’, promosso da AbbVie, con la partecipazione di clinici, associazioni dei pazienti ed esperti che si sono ritrovati per confrontarsi sul concetto di prevenzione e di libertà e per delineare le prospettive future nella gestione della malattia.
“L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – dichiara Simona Sacco, professoressa ordinaria di Neurologia, Università degli Studi dell’Aquila, Direttrice Uoc Neurologia e stroke unit Avezzano-Sulmona-L’Aquila – considera una giornata vissuta con emicrania severa invalidante quanto una giornata vissuta con demenza, tetraplegia o psicosi acuta e questo dato è ancor più significativo se si tiene conto del fatto che l’emicrania, spesso, si manifesta nella fascia di età tra i 25 e i 55 anni, quindi nella fase più attiva e produttiva della vita. La qualità di vita dei pazienti con emicrania, dunque, può essere fortemente compromessa in questi anni centrali dell’esistenza con un conseguente impatto sul sistema sanitario nazionale e sul sistema sociale in generale“.
L’impatto della malattia anche dal punto di vista “economico è decisamente rilevante – aggiunge Sacco – annoverando costi sanitari diretti (legati all’assistenza specialistica, ospedaliera e farmaceutica), costi diretti non sanitari (relativi, ad esempio, all’acquisto di dispositivi) e, infine, indiretti (riconducibili alla perdita di produttività di paziente e caregiver). In studi europei, il costo annuo associato all’emicrania è stato stimato tra i 18 e i 27 miliardi di euro. Investire sulla prevenzione, oltre a migliorare la qualità di vita delle persone, ha delle ripercussioni anche sui costi sostenuti dal Ssn”.
“Negli ultimi anni, le opzioni terapeutiche a disposizione per il trattamento dell’emicrania sono notevolmente aumentate, grazie all’introduzione di terapie preventive sempre più mirate che contrastano il Cgrp (peptide correlato al gene della calcitonina). Il Cgrp è il principale neuropeptide rilasciato dai terminali del nervo trigemino e che causa l’attacco emicranico. Oggi, dopo numerosi anni di studi, sono disponibili trattamenti specifici in grado di bloccarne l’azione e così prevenire gli attacchi” afferma Pierangelo Geppetti, professore emerito di Farmacologia Clinica – Dipartimento di Scienze della salute, Università di Firenze.
“Obiettivi principali di una terapia preventiva – evidenzia Geppetti – generalmente prescritta quando il paziente riferisce 4 o più giorni al mese di emicrania, sono quelli di ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi e migliorare la qualità di vita del paziente, riportandolo ad una normale efficienza fisica. L’ottimo profilo di efficacia e di sicurezza degli anticorpi monoclonali anti-Cgrp e, più recentemente, dei gepanti, ovvero piccole molecole dirette contro il recettore del Cgrp, costituisce la base per un vero e proprio cambio di paradigma nella terapia dell’emicrania, ora più efficace e sicura rispetto alle precedenti cure”.
“La decisione di iniziare una terapia di prevenzione dipende dalla frequenza degli attacchi, durata e gravità oltre che da quanto questi incidono negativamente sulla qualità di vita delle persone – prosegue Cristina Tassorelli, professore ordinario di Neurologia, Università di Pavia e Direttore dell’Headache Science Center dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia – L’emicrania è una malattia che può accompagnare chi ne soffre anche per decenni, a volte per tutta la vita. Avere a disposizione un armamentario di terapie mirate agli attacchi e personalizzabili a seconda delle specificità e delle necessità del singolo paziente rappresenta una svolta positiva per loro, che possono approcciarsi alla quotidianità con una rinnovata accezione di ‘libertà’. Nello scenario terapeutico della prevenzione dell’emicrania, atogepant è una nuova opzione che si è rivelata efficace. I dati che provengono dagli studi clinici ci dicono che, negli studi a lungo termine in aperto, quasi la metà delle persone con emicrania episodica ha ottenuto la totale libertà dall’emicrania, nell’ultimo mese di trattamento con atogepant ad un anno di terapia“.