5 Giugno 2025
15:18
Scrittori: Kamel Daoud rinuncia alla Milanesiana a Pavia per ‘Rischio arresto e estradizione’
PAVIA – Kamel Daoud, giornalista e scrittore algerino vincitore del Premio Goncourt 2024 con il romanzo “Urì” (in uscita il 17 giugno in Italia per La nave di Teseo), non sarà presente di persona al Festival La Milanesiana 2025. La sua partecipazione prevista per il 16 giugno all’Almo Collegio Borromeo di Pavia è stata annullata per motivi legati alla sua sicurezza personale e al rischio di arresto ed estradizione in Algeria. A darne notizia è Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice della Milanesiana, oltre che editrice di Daoud.
“Kamel Daoud mi ha comunicato che non verrà da noi per parlare del suo romanzo Urì. Romanzo per il quale, sbarcando in Italia, rischierebbe di essere arrestato e mandato in Algeria – spiega Sgarbi in una nota. Mi ha detto che sarà in collegamento, perché la parola può ciò che al corpo è impedito, a volte. La ritengo comunque una sconfitta. Ma non vorrei che la questione diventasse occasione di uno scontro politico tra Governo e opposizione. Bisognerebbe che si creasse un’opinione comune e trasversale per la difesa dei principi fondamentali“.
La rinuncia è dovuta a un mandato di cattura internazionale, emesso da Interpol su richiesta di un tribunale algerino, nei confronti dell’autore, il cui romanzo è stato messo al bando in Algeria. I temi trattati in “Urì” – repressione politica, memoria della guerra civile, identità e libertà di pensiero – hanno esposto Daoud a gravi ritorsioni nel suo paese d’origine. Dopo l’incarcerazione dello scrittore Boualem Sansal, anche Daoud rischia l’arresto se tornasse o venisse estradato in patria.
Nonostante l’assenza fisica, Daoud non rinuncerà al confronto con il pubblico. Sarà infatti presente in videocollegamento il 16 giugno, in occasione della serata inaugurale della Milanesiana a Pavia. Leggerà un testo inedito e dialogherà con gli altri ospiti della serata: Hadley Freeman, giornalista e autrice anglosassone; Andrea Moro, linguista e romanziere; e Giulia Caminito, vincitrice del Premio Campiello 2021. A chiudere l’appuntamento sarà il concerto jazz dell’Enrico Pieranunzi Trio.
Il giorno seguente, 17 giugno, Daoud parteciperà – sempre in collegamento – all’incontro presso l’Istituto Francese di Milano con la giornalista Alessandra Coppola. Il 18 giugno, infine, interverrà in diretta al festival Salerno Letteratura, dialogando con lo storico Carmine Pinto.
“Urì”, definito dalla critica francese “coraggioso, abbagliante e commovente”, restituisce voce alle vittime dimenticate della guerra civile algerina, ai sopravvissuti e a chi non ha mai avuto modo di raccontare. Con questo libro, Daoud si conferma una delle voci più libere e scomode del panorama letterario nordafricano e internazionale. Il caso solleva interrogativi profondi sulla libertà di espressione, sul diritto d’asilo culturale, e sulla necessità che l’Europa sappia garantire protezione a scrittori perseguitati per le loro idee. La Milanesiana, con il suo palco internazionale, si conferma spazio di resistenza culturale, anche in assenza fisica di chi, oggi, scrive a rischio della propria libertà.
IL LIBRO
Alba è una ragazza di Orano, in Algeria, ha degli occhi magnifici, è proprietaria di un salone di bellezza, si veste con jeans e abiti non tradizionali, fuma in pubblico e osa, persino, mostrare dei tatuaggi. È una giovane libera, indipendente e moderna che si sente sempre più a disagio nella svolta reazionaria e tradizionalista della società algerina.
Ma Alba è, anche, una sopravvissuta, sfuggita miracolosamente al massacro della sua famiglia quando aveva solo cinque anni, durante la guerra civile che sconvolse il paese negli anni novanta. Sul suo corpo, porta ancora le tracce di quella terribile esperienza: una cicatrice sul collo, una cannula per respirare e le corde vocali completamente distrutte la rendono non soltanto muta, ma anche, suo malgrado, un simbolo di quel periodo di violenza che l’Algeria vuole a tutti i costi dimenticare.
Da qualche tempo Alba ha scoperto di essere incinta e ha già deciso di abortire, quella creatura che le cresce in grembo è l’unica che può sentire la sua voce. Che può ascoltare la sua lingua interiore e la sua storia, ed è a lei che la ragazza la racconta, condividendo le sue paure e i suoi traumi, fino a decidere di affrontare il passato e quella tragedia che le ha segnato la vita.
Attraversando un Paese ostile ai diritti delle donne e che ha varato apposite leggi per punire chiunque parli di guerra civile, Alba ritorna al suo paese natale dove tutto ha avuto inizio, e dove i morti, forse, risponderanno alle sue domande.