Autore Redazione
lunedì
3 Novembre 2025
05:23
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Cronaca - Provincia Alessandria - Provincia di Pavia

Dall’inizio dell’anno già 195 ciclisti morti sulle strade. Record negativo in Lombardia e allarme anche in Piemonte

Dall’inizio dell’anno già 195 ciclisti morti sulle strade. Record negativo in Lombardia e allarme anche in Piemonte

ITALIA – L’Osservatorio Ciclisti ASAPS (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) –SAPIDATA ha riacceso i riflettori su una tragedia quotidiana troppo spesso dimenticata. Dall’inizio del 2025 al 27 ottobre, sono 195 i ciclisti morti sulle strade italiane, un numero già superiore ai 185 decessi dell’intero 2024, secondo i dati ISTAT.

Il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno mostra un aumento del 12,2%: 175 vittime nei primi nove mesi del 2025 contro 156 del 2024.
Dietro queste cifre ci sono vite spezzate, spesso di anziani: quasi la metà delle vittime (91 persone) aveva più di 65 anni. Un dato che sottolinea la fragilità di chi sceglie la mobilità dolce in un Paese dove la strada resta ancora troppo spesso ostile e pericolosa.

Preoccupa anche il fenomeno dei pirati della strada: 18 ciclisti, quasi il 10% del totale, sono stati travolti da automobilisti fuggiti senza prestare soccorso. Un segnale allarmante che racconta di un’emergenza culturale e civile, prima ancora che di sicurezza.

Lombardia maglia nera, cresce la preoccupazione in Piemonte

La regione più colpita è la Lombardia, con 43 ciclisti morti dall’inizio dell’anno, seguita da Emilia-Romagna (32) e Veneto (26).
Anche il Piemonte registra numeri preoccupanti, con 9 vittime nel 2025. Sebbene il dato sia inferiore rispetto ad altre regioni del Nord, resta indicativo di una tendenza che accomuna tutto il Settentrione.

Alessandria e Pavia, una scia di sangue tra campagne e statali

Anche nelle province di Alessandria e Pavia, il 2025 lascia un segno profondo. Il dossier, ricorda il drammatico incidente avvenuto la sera del 28 settembre a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria. Un operaio di 49 anni di origine nigeriana era stato travolto da un’auto lungo la statale 211 mentre tornava a casa dopo il turno in una fabbrica di lavorazione del pomodoro.

Pochi chilometri più in là, in Lomellina, si sono verificati altri episodi tragici. Il 20 maggio, a Vigevano, un 67enne era stato ritrovato senza vita in una risaia, forse colpito un malore improvviso o dall’impatto con un veicolo che non si è fermato. Solo pochi giorni prima, il 14 maggio, a Rivanazzano Terme, un 61enne era stato travolto da un’auto pirata, e il 25 maggio, a Bereguardo, un 73enne è morto dopo essere stato investito da una vettura. Un altro drammatico incidente si era verificato il 25 aprile, a Broni, in cui aveva perso la vita un 67enne in sella alla sua bicicletta. L’ultima tragedia in ordine di tempo è avvenuta il 3 ottobre a Valle Lomellina, dove un 46enne è stato investito da un’auto mentre percorreva la provinciale.

Incidenti  diversi per dinamica, ma uniti da un filo rosso: la vulnerabilità di chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro, spostarsi o semplicemente vivere la propria quotidianità.

L’andamento mensile delle vittime fotografa poi con chiarezza un fenomeno ormai consolidato: l’estate è la stagione più pericolosa per chi va in bicicletta. Il mese di agosto, con 30 decessi, è quello in cui si è registrato il bilancio più pesante dell’anno. Seguono maggio (25) e giugno (21), a conferma di come il periodo tra la tarda primavera e la fine dell’estate concentri quasi la metà delle tragedie totali.

Il quadro che emerge è quello di un Paese dove la mobilità sostenibile cresce più velocemente della sicurezza. Un dramma che chiede interventi urgenti su più fronti — dalle infrastrutture dedicate ai ciclisti, fino a un cambio culturale profondo nel rispetto reciproco tra chi guida e chi pedala.

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