Autore Redazione
martedì
16 Dicembre 2025
16:43
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Cronaca - Provincia di Pavia

Maxi operazione contro le truffe agli anziani. Coinvolta anche la provincia di Pavia

Maxi operazione contro le truffe agli anziani. Coinvolta anche la provincia di Pavia

ITALIA – Maxi blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Genova, che alle prime ore di questa mattina hanno eseguito – con il supporto dei comandi territoriali – un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 persone, ritenute gravemente indiziate (a vario titolo) di associazione per delinquere finalizzata alle truffe agli anziani, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio.

Il provvedimento, emesso dal GIP di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, è stato eseguito nelle province di Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Palermo, Brescia, Pavia e Cosenza. Nel dettaglio, sono stati disposti 15 arresti in carcere, 2 ai domiciliari e 4 obblighi di dimora nel comune di residenza con presentazione alla polizia giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, agli indagati vengono contestate complessivamente 33 truffe pluriaggravate: 27 consumate e 6 tentate, commesse tra maggio 2024 e gennaio 2025. I profitti illeciti sono ancora in corso di quantificazione, ma – viene riferito – supererebbero ampiamente i 300 mila euro. I colpi sarebbero stati messi a segno in diverse regioni: Liguria (Genova e Chiavari), Lombardia (Voghera e Pavia), Veneto (Verona), Lazio (Roma e Latina), Campania (Ottaviano), Calabria (Cosenza, Lamezia Terme e Catanzaro) e Sicilia (Palermo e Monreale).

L’indagine, avviata a maggio 2024, ha già portato – nel corso delle attività – all’arresto in flagranza di 5 persone e alla denuncia di altri 7 soggetti per truffa e tentata truffa aggravata. Recuperati anche denaro e monili in oro sottratti alle vittime per un valore complessivo di circa 150 mila euro.

Il meccanismo della truffa

Il gruppo avrebbe agito con ruoli ben definiti: i “telefonisti” incaricati di contattare le vittime, i “trasfertisti” deputati a ritirare contanti e gioielli e, in alcuni casi, i “corrieri” a cui veniva affidato il trasporto dei proventi verso Napoli. Il copione sarebbe stato sempre lo stesso: telefonate da falsi carabinieri o presunti avvocati, con la notizia di un grave incidente stradale provocato da un familiare (spesso figlio o nipote) e la richiesta urgente di una “cauzione” per evitare l’arresto. Per impedire ripensamenti o richieste d’aiuto, la vittima veniva trattenuta al telefono fino all’arrivo dell’incaricato per il ritiro dei beni.

Le indagini avrebbero documentato un’organizzazione strutturata, con auto a noleggio per le trasferte, smartphone e utenze intestate a prestanome, e comunicazioni gestite tramite social e app di messaggistica. Sarebbe emersa anche la disponibilità di un appartamento e di un B&B a Napoli, utilizzati come “call center” per le chiamate alle vittime. Presunta anche una ramificazione in Sicilia, con due indagati attivi soprattutto nel Palermitano.

Sequestri e denaro nascosto

Oltre alle misure personali, sono stati eseguiti sequestri preventivi che riguardano: un laboratorio orafo abusivo a Napoli (Borgo Orefici), un’abitazione nel quartiere Poggioreale, un’agenzia di scommesse nel quartiere San Giuseppe (indicata come strumento di riciclaggio), 3 autovetture (DR/DRS, Jeep Renegade e Fiat Panda), un motoveicolo Yamaha T-Max e 100.900 euro già sequestrati a gennaio. Dopo l’esecuzione delle misure, inoltre, sarebbero stati trovati e sequestrati 120 mila euro nascosti in uno scaldabagno nell’abitazione di un’indagata e altri 40 mila euro in casa di un altro indagato.

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