30 Dicembre 2025
10:14
Nord sotto stress climatico. Lombardia in testa per eventi estremi, Torino tra le province più colpite
ITALIA – Nel 2025 la crisi climatica colpisce duro nelle grandi aree urbane del Nord Italia, e Milano è uno dei simboli più evidenti di questa nuova normalità fatta di piogge improvvise, vento violento e temperature fuori scala. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, con Gruppo Unipol: in Italia gli eventi meteo estremi salgono a 376 (+5,9% sul 2024), facendo del 2025 il secondo anno con più episodi negli ultimi 11, dopo il 2023.
Dentro questo quadro, la Lombardia è la regione più colpita d’Italia con 50 eventi meteo estremi. E Milano, città già messa alla prova negli ultimi anni, compare tra i centri urbani con più episodi registrati nel 2025: 7 eventi, mentre a livello provinciale si arriva a 10. Numeri che raccontano una vulnerabilità crescente nelle aree densamente urbanizzate, dove l’impatto di un temporale intenso o di raffiche di vento non resta confinato: si traduce in sottopassi allagati, alberi caduti, danni alle infrastrutture e disagi a catena.
I fenomeni più frequenti in Italia nel 2025 sono stati allagamenti da piogge intense (139 casi), danni da vento (86) ed esondazioni fluviali (37). Ma a preoccupare è anche l’aumento dei segnali “nuovi” e insidiosi: i casi legati a temperature record crescono del +94%, le frane da piogge intense del +42%, e i danni da vento del +28,3%. Per una metropoli come Milano, dove asfalto e cemento amplificano gli effetti del caldo e drenaggi urbani finiscono sotto stress durante le bombe d’acqua, questi trend significano più rischio e più costi, anche in termini di sicurezza.
Accanto all’asse lombardo, anche Torino e il Piemonte restano tra i territori più esposti. A livello provinciale Torino conta 12 eventi meteo estremi nel 2025, uno dei valori più alti d’Italia, al pari di Messina, e alle spalle di Genova (16). Un dato che conferma come l’area torinese sia sempre più spesso al centro di episodi intensi, tra precipitazioni violente, criticità idrogeologiche e raffiche di vento, con conseguenze immediate sulla vita quotidiana e sulla tenuta di strade, scuole, cantieri e reti di trasporto.
Proprio i trasporti sono uno dei nervi scoperti sottolineati da Legambiente: nel 2025, in Italia, 24 eventi hanno causato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale, con interruzioni dovute non solo a piogge intense, frane e allagamenti, ma anche a temperature record e vento forte. Una fragilità che nel triangolo Milano-Torino pesa ancora di più, considerando l’intensità degli spostamenti, il pendolarismo e il ruolo strategico delle linee ferroviarie e dei nodi urbani.
Legambiente punta il dito su un problema strutturale: l’Italia paga “azioni di adattamento sporadiche e non coordinate”, senza un approccio multilivello. E richiama anche l’impatto economico: i danni da ondate di calore, siccità e alluvioni nel 2025 sarebbero pari a 11,9 miliardi di euro (studio Università di Mannheim), con una proiezione al 2029 che sale a 34,2 miliardi.
Per invertire la rotta, l’associazione chiede di dare piena attuazione al Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici), approvato a fine 2023, finanziandolo con risorse adeguate per rendere operative le 361 misure previste, e di istituire con decreto l’Osservatorio nazionale per l’adattamento, coinvolgendo Regioni ed Enti locali per definire priorità e monitorare i risultati.
Per Milano, la Lombardia e l’area di Torino, i numeri del 2025 non sono solo un bilancio: sono un avviso. L’emergenza non è più eccezione, ma frequenza. E la differenza tra un episodio gestibile e un evento che paralizza una città passa sempre di più da prevenzione, manutenzione, pianificazione urbana e interventi di adattamento capaci di reggere il clima che cambia.