Autore Redazione
domenica
7 Novembre 2021
09:00
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Vivere il Pavese

Alla scoperta del Tempio della Fraternità a Cella di Varzi

Alla scoperta del Tempio della Fraternità a Cella di Varzi

CELLA DI VARZI (PV) – Tempio della Fraternità. A Cella, un piccolo paesino a 10 km da Varzi, si trova l’incredibile Tempio della Fraternità, una chiesa diversa dalle altre e sicuramente unica al mondo, che a prima vista può disorientare il visitatore per l’apparente contrasto di significati presenti in questo luogo.

Su questa terra sacra e all’interno della chiesa si trovano oggetti bellici risalenti all’ultimo conflitto mondiale e sempre nuovi arrivi da ogni parte del mondo dove purtroppo si combatte e si muore ancora.

Tempio della Fraternità, un progetto di ricostruzione e fratellanza

Nei primi anni ’50 un ex cappellano militare reduce dalla guerra, desideroso di costruire una chiesa a Cella di Varzi, suo paese Natale, ebbe l’idea di raccogliere le rovine del conflitto e con il materiale accumulato, costruire il tempio come simbolo e auspicio di ricostruzione della fratellanza umana .Il tempio fu arredato con tanti ricordi di guerra, trasformando gli ordigni di distruzione di morte in inni alla vita e alla felicità. Questo prete soldato ebbe la fortuna di incontrare a Parigi l’allora nunzio apostolico Monsignor Angelo Roncalli, che divenne poi Papa Giovanni XXIII, a cui presentò il progetto.

Il futuro Pontefice prese a cuore l’iniziativa e l’aiutò inviando la prima pietra tolta dall’altare, frantumato di una chiesa di Coutances in Francia. Una delegazione parigina portò la pietra a Cella il 7 settembre 1952, dove fu benedetta da una arcivescovo e posta dove ora sorge il vecchio altare. A quella prima pietra ne seguirono molte altre, inviate da altre città: Berlino, Dresda, Varsavia, Londra, Montecassino, El Alamein, Hiroshima e Nagasaki.

Un centinaio di località hanno contribuito alla erezione dell’altare maggiore, inviando ognuna una rovina del loro monumento più significativo. Milano, per esempio,  ha inviato alcune guglie del Duomo cadute durante i bombardamenti del ’43, oltra a una parte del pavimento del Duomo stesso, che ora copre tutto il presbiterio della Chiesa. Il tempio ha sviluppato, in questo modo, i temi simbolici della fratellanza e della speranza umana.

Così la vasca battesimale è costituita dall’otturatore di un cannone della corazzata Andrea Doria; ciò che prima lanciava distruzione e morte, ora “lancia” alla vita i nostri bambini. Armi deposte e offerte compongono la figura del crocifisso con Gesù Cristo, visto attraverso i dolori dell’uomo. Resti di due navi inglesi che hanno partecipato allo sbarco in Normandia, formano il pulpito e rimangono come simbolo di un’ideale di pace che naviga nell’agitato mare del mondo di oggi. Le onde, purificandosi, si lasciano sabbia, conchiglie, sassolini che i visitatori possono vedere, raccolti, allineati nelle teche della balaustra dove si leggono i nomi dei fiumi più famosi. Nella parte destra del tempio vi è la presenza di una Madonna cinese e di tanti altri simboli,  richiami di amore e di pace.

Per l’edificazione di questo tempio-museo hanno collaborato molte autorità diplomatici, giornalisti, aziende, scolaresche italiani all’estero e specialmente le associazioni di reduci e combattenti di varie nazioni.

Il Tempio è visitabile e aperto al pubblico nel weekend, dalle 9:00 del mattino fino alle 17:00.

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