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MILANO – Nella classifica delle prime migliori 10 città della sharing mobility, Milano e Roma si confermano ai vertici per flotte disponibili, noleggi e km percorsi. In particolare, Milano evidenzia ancora un’offerta e una domanda, sui noleggi, ripartite in maniera equilibrata tra i diversi servizi. Nella Top dieci dell’offerta di servizi di sharing ci sono, nell’ ordine: Milano, Roma, Torino, Firenze, Palermo, Napoli, Verona, Bologna, Rimini e Bari. È quanto emerge dal Rapporto sulla sharing mobility, presentato dall’Osservatorio nazionale sulla Sharing Mobility in occasione della VI conferenza nazionale “Lesscars: drive the revolution”.
Il numero dei capoluoghi di provincia con almeno un servizio risulta più alto del numero di quelli senza nessun servizio attivo: 62 capoluoghi, contro 46. Dal punto di vista territoriale, i capoluoghi con almeno un servizio sono 35 su 48 totali al nord; 11 su 28 al centro; 16 su 32 al sud. Le uniche regioni sprovviste alla fine del 2021 di significativi servizi, sono l’Umbria, il Molise e la Basilicata.
Il monopattino in sharing registra un livello di incidentalità di poco superiore a quello del motorino. Secondo il rapporto, sono 2,07 gli incidenti ogni 100mila km contro gli 1,72 del ciclomotore, distanti entrambi dalla bicicletta con il valore di 0,74. Rispetto invece al numero dei viaggi, la classifica si inverte e lo scooter sharing precede tutti, con 7,77 incidenti ogni 100mila spostamenti. Seguono il monopattino con 5,01 incidenti, e la bicicletta con 1,35 incidenti ogni 100 mila spostamenti.
Secondo gli ultimi dati ACI, inoltre, nel corso del 2021 sono deceduti 471 pedoni, 220 ciclisti – di cui 13 su bici elettrica – e 9 conducenti di monopattino più un pedone morto investito da un monopattino. Nella provincia di Milano il più alto numero di ciclisti morti (10). Il dato interessa anche Pavia, dove il numero si attesta a 8 decessi.
Dall’analisi economica della sharing mobility emergono poi alcuni elementi sulla spesa e il risparmio medio per i consumatori. Il primo è la crescita del fatturato complessivo del settore, arrivato nel 2021 a 130 milioni di euro circa e cresciuto del 52% rispetto al 2020. Il secondo è la comparazione dei costi della mobilità condivisa in relazione ai costi della mobilità privata. Un cittadino che usa più spesso la propria bicicletta in città, il trasporto pubblico e, all’occorrenza, una combinazione di servizi di sharing mobility, può ottenere un risparmio annuo fino a 3.800 euro rispetto alla scelta di utilizzare abitualmente la propria auto. I soli costi fissi per il possesso di un’auto in Italia consentirebbero l’acquisto di 3 viaggi al giorno con diversi servizi di sharing mobility.
“Lo sviluppo della sharing mobility, che ormai si sta diffondendo nelle grandi città e non solo, è destinato a cambiare il sistema degli spostamenti. Si va verso un modello più sostenibile, flessibile, interconnesso ed economicamente più conveniente, a beneficio della qualità della vita nei centri urbani.”. Così Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, in occasione della VI conferenza nazionale “Lesscars: drive the revolution”.
Giovannini ricorda un dato su tutti nel rapporto: oltre il 94% di veicoli a zero emissioni sul totale dei mezzi in sharing. E l’impegno profuso nel settore. “Per accompagnare il cambiamento di abitudini, il governo nell’ultimo anno ha regolamentato l’uso dei monopattini. La modalità in sharing sta guidando la crescita del settore, con interventi finalizzati ad aumentarne la sicurezza e strumenti idonei ad assicurare la sicurezza e il decoro urbano. Abbiamo anche definito il Piano generale della mobilità ciclistica per consentire una programmazione a medio-lungo termine delle infrastrutture e promuovere così l’uso della bicicletta rendendola una componente fondamentale del sistema di mobilità.”.
Prosegue Giovannini: “Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono stati previsti investimenti pari a 600 milioni di euro per la realizzazione di piste ciclabili urbane e extraurbane. Anche lo sviluppo del carsharing e dello scootersharing, che rappresenta un’alternativa all’auto privata, va implementato e incoraggiato soprattutto nella misura in cui il servizio si realizza con veicoli ecologici a basse o zero emissioni”.
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