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27 Ottobre 2022
08:48
‘Ndrangheta, Operazione Magma. Misura cautelare anche per un pavese
PROVINCIA DI PAVIA – Ventiquattro misure cautelari eseguite in quattro regioni, per traffico internazionale di stupefacenti. Questa mattina duecento militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria sono entrati in azione, coordinati Procuratore Distrettuale Antimafia Giovanni Bombardieri.
L’ “Operazione Magma” coinvolge la Calabria, le province di Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, e i territori di Milano e Pavia. I militari infatti hanno sottoposto a misura cautelare un cittadino residente a Pavia, coinvolto secondo la Procura nelle operazioni. L’uomo agiva per conto dell’organizzazione, muovendosi non nel Pavese, ma in altre località.
I soggetti, di cui 15 condotti in carcere e 9 agli arresti domiciliari, fanno parte secondo la Procura reggina e un noto casato di ‘ndrangheta attivo nella provincia reggina. Già nel 2019 una precedente operazione si era conclusa con la sottoposizione a misure cautelari di 54 indiziati di reato.
Narcos calabresi con un ruolo di primo piano nel traffico internazionale
Per la Procura l’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarità, sia su scala
nazionale che internazionale, dei narcos calabresi. Un’organizzazione competente a interloquire in via privilegiata con le più qualificate bande criminali nel mondo. La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione investigata di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale. Servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri, sotto la direzione di un membro di vertice del citato casato reggino.
Il gruppo criminale per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, oppure di cabine telefoniche pubbliche. Interfacciandosi con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile.
L’inchiesta, ancora, avrebbe consentito di scoprire come la consorteria criminale producesse, in proprio, ingenti quantitativi di cannabis indica, curandone i successivi processi di lavorazione. Gli indagati hanno realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del comune di Candidoni (RC). Qui i militari hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 1227 piante di cannabis e 74 kg della medesima sostanza stupefacente. Ciò ha fatto scattare l’arresto di due dei responsabili, colti in flagranza di reato.
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