Autore Redazione
venerdì
11 Novembre 2022
17:34
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Vivere il Pavese - Lombardia - Pavia

False fatture per evadere l’Iva, Gdf Milano sequestra oltre 8 mln euro

False fatture per evadere l’Iva, Gdf Milano sequestra oltre 8 mln euro

MILANO –  La Guardia di finanza di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari di tre persone – a Nettuno e Napoli – e l‘obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di una quarta. È stato contestualmente eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente per una somma di euro 8.393.646,90, corrispondente all’Iva evasa.

Le indagini, coordinate dal primo dipartimento della procura di Milano che si occupa di Reati economici e fallimentari – ha come oggetto “un’articolata condotta di frode carosello finalizzata all’evasione dell’Iva, e ha preso spunto dal fallimento, dichiarato dal tribunale di Milano, di una delle società ‘cartiera’” si legge nel comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola. Le attività investigative “hanno consentito di portare alla luce una rilevante frode carosello con il coinvolgimento di numerosissime società con sedi dislocate principalmente sul territorio lombardo, laziale e campano, ma anche di società greche, maltesi e bulgare, operanti nei settori dell’elettronica e della plastica”.

I reati contestati sono la bancarotta fraudolenta patrimoniale (contabile e per distrazione), la bancarotta a mezzo di operazioni dolose – consistite nella strumentalizzazione della società-cartiera, votata al dissesto e al fallimento -, reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Nello specifico, l’utilizzo sistematico di società cartiera, “tutte intestate a prestanome dei principali indagati, ha determinato, secondo l’impostazione accusatoria, la creazione di un consistente debito Iva mai onorato in danno delle casse erariali e, al contempo, ha avvantaggiato i rivenditori finali, che hanno potuto commercializzare i beni sotto-costo rispetto alla concorrenza”.

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