3 Febbraio 2023
18:50
Lombardia, Assolombarda: “rallenta il Pil ma stime 2023 in rialzo”
LOMBARDIA – Pur rimanendo ancora lontane dal +4,3% registrato lo scorso anno, risultano in leggero rialzo le prospettive legate al prodotto interno lordo sul 2023 della Lombardia. Il Centro Studi di Assolombarda, nel suo ultimo ‘Booklet Economia‘, ha riportato una crescita pari al +0,6%, in aumento rispetto al +0,3% stimato tre mesi fa. Il merito è dell’accelerazione del 2022 che ha permesso alla regione di recuperare il terreno perduto nel periodo della pandemia. Alla fine dell’anno scorso, il Pil in Lombardia risultava del +3,8% superiore ai livelli del 2019, ben oltre il +0,7% dell’Italia e oltre i benchmark nazionali (+2,3% Emilia-Romagna, +0,7% Veneto, +0,2% Piemonte) ed europei (+0,5% Bayern, -0,3% Baden-Württemberg, -2,3% Cataluña).
“Il Pil lombardo rallenterà nel 2023 ma vedremo comunque una crescita, seppur lieve – ha detto il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. In questo inizio di anno, migliorano le previsioni legate all’economia del territorio, con i dati che ci restituiscono segnali positivi in termini di fiducia per il prossimo futuro. Quello che serve ora è dare un impulso positivo a una regione che è il motore della crescita dell’intero Paese e che, attraverso le filiere, impatta sull’intero tessuto economico nazionale. Occorre, in primis, sviluppare una politica industriale volta a rafforzare l’innovazione nel manifatturiero, così come è fondamentale completare le infrastrutture strategiche nei modi e nei tempi previsti, con particolare riferimento alle opere legate al Pnrr e alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Le imprese ci sono e auspicano di poter rafforzare il modello vincente di collaborazione pubblico-privato che contraddistingue, da sempre, il sistema-Lombardia”.
Quanto al mercato del lavoro, a dicembre 2022, le ore autorizzate di cassa integrazione in Lombardia, così come nelle altre regioni-benchmark nazionali, tornano a diminuire, mentre il dato italiano a dicembre raggiunge il valore più alto (44 milioni) da marzo 2022. L’inversione di tendenza di fine anno viene rilevata a Milano, Lodi, Monza e Brianza mentre a Pavia il monte ore cresce toccando quota 0,3 milioni, il dato più alto da maggio 2022. Nel complesso, lo scorso anno in Lombardia sono state autorizzate 83 milioni di ore, un livello doppio rispetto al totale 2019 ma un quinto rispetto al 2021.
Il rallentamento della crescita economica nel 2023 rispetto all’anno passato trova conferma nei dati di gennaio del clima di fiducia del manifatturiero che, pur in leggera crescita rispetto a dicembre 2022, rimane nel Nord-Ovest su livelli inferiori a quelli registrati tra metà 2021 e metà 2022. Tra i fattori che vengono considerati come un ‘freno’ alle esportazioni il fattore ‘prezzi e costi’, che raggiunge la percentuale record del 30%, mentre si riduce sotto il 12% l’incidenza di coloro che rilevano criticità connesse all’allungamento dei tempi di consegna.
Pur interessando una quota contenuta di imprese (1,3%) cresce anche la percentuale di manifatturiere che riscontrano problemi di finanziamento per l’export. Tornano, inoltre, ad aumentare gli ostacoli alla produzione: il 18% delle imprese manifatturiere del Nord-Ovest lamenta insufficienza di impianti e materiali, il 16,9% insufficienza di domanda, il 5,6% scarsità di manodopera. In controtendenza rispetto al quadro che emerge per l’industria, il settore dei servizi a inizio 2023 rileva, invece, un aumento del clima di fiducia, sia in Italia sia nel Nord-Ovest, recuperando la discesa registrata nella seconda metà del 2022.
Su un campione di 316 imprese (181 del manifatturiero, 135 dei servizi) di Milano, Monza e Brianza, Lodi, Pavia, l’andamento dell’economia lombarda nel primo trimestre 2023 risulta in linea con il finire del 2022: il quadro più probabile è di crescita nulla ma non di fase recessiva. Le attese delle imprese per il complesso del 2023 in Lombardia faticano a convergere verso un unico scenario: poco più di un terzo si attende un andamento economico peggiore rispetto al 2022, un terzo uguale, il 28% migliore. L’inflazione è attesa flettere almeno lievemente (per quasi il 40% dei rispondenti tra l’8 e il 9%) o anche in maniera più marcata (per oltre il 30% tra il 5 e il 7%). Uno dei fattori di freno nella corsa dei prezzi è certamente la discesa del costo dell’energia, oggi decisamente sotto i picchi dell’estate scorsa, in relazione al quale le imprese prospettano una stabilità (circa 46%), se non una riduzione (circa 38%) nel corso del 2023.
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