Autore Redazione
mercoledì
15 Febbraio 2023
14:54
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Vivere il Pavese - Lombardia - Pavia

Siccità: S.O.S. riso italiano, semine ai minimi da 30 anni

Siccità: S.O.S. riso italiano, semine ai minimi da 30 anni

LOMBARDIA – A causa della siccità verranno coltivati quest’anno in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da trenta anni. È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni nel sottolineare che le preoccupazioni per il riso sono rappresentative delle difficoltà in cui si trova l’intera agricoltura nazionale. 

La coltivazione del riso, infatti, garantisce dei veri e propri bacini idrici, risultando determinante per l’ambiente e per l’intero agroecosistema. Il calo della produzione del riso in Italia del 30% nell’ultimo anno, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, ha portato alla perdita di oltre 10.000 famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera.

La siccità riguarda tutte le coltivazioni alla vigilia delle semine 2023. Preoccupano tuttavia Lombardia, Veneto e Piemonte, dove si concentra il 90% delle risaie in Italia. Secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, la situazione della siccità è rappresentativa delle difficoltà in cui si trovano tutti i corsi d’acqua del settentrione, con il fiume Po a secco e i grandi laghi con percentuali di riempimento che vanno dal 34% al 38%. Un situazione peggiore di quella dello scorso anno, quando si è registrata una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti a causa della siccità.

“Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – continua Prandini – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. L’irrigazione, infatti, può fare – conclude Prandini – la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo”.

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