Donne in Campo-Cia: l’appello per più donne nei ruoli di leadership anche in agricoltura

LOMBARDIA – Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani, ha lanciato un appello alla vigilia della Giornata internazionale della donna, rivolto a tutti coloro che credono nella necessità di avere più donne nei ruoli apicali, anche in agricoltura. L’associazione sottolinea, in una nota, la necessità di un cambiamento culturale e strutturale per garantire maggiori opportunità alle donne nei ruoli di leadership e dare contributo fondamentale e per affrontare le sfide geopolitiche e climatiche che il mondo sta vivendo.

Secondo CIA diversi studi dimostrano che l’apporto femminile al mondo del lavoro, in particolare nei ruoli di apicali, ha un impatto significativo sullo sviluppo economico e sociale di un Paese. Per questo, è importante incoraggiare e promuovere le donne in incarichi decisionali, garantendo loro tempi e modi di partecipazione sostenibili in relazione agli impegni e ai carichi sia lavorativi che familiari. Da qui, l’invito di Donne in Campo-Cia a sottoscrivere il “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori e un Documento programmatico per costruire un’ alleanza tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente, la pace, per costruire un mondo migliore”.

La presidente dell’associazione, Pina Terenzi, ha sottolineato il dato registrato dall’ultimo Censimento dell’Istat. “Le donne occupate in agricoltura sono il 30% del totale, con una presenza crescente nei ruoli manageriali e una netta prevalenza femminile nelle aziende che praticano attività connesse, soprattutto negli agriturismi e nelle fattorie didattiche”.

Tuttavia, resta ancora molto da fare. “Sarà cruciale accogliere l’idea di futuro che le donne dell’agricoltura veicolano nel loro prezioso lavoro quotidiano, legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile del settore, che coniuga la produzione di cibo con welfare, comunità, tutela di suolo e paesaggio, salvaguardia di risorse e biodiversità, innovazione”, ha affermato Terenzi. “Inoltre, come sottolinea il Manifesto delle donne per la Terra, alle agricoltrici, come a tutte le lavoratrici autonome, viene riconosciuta solo la maternità obbligatoria con un’indennità economica insufficiente a coprire le spese di una sostituzione in azienda. Non vengono riconosciute né la maternità a rischio né il congedo parentale per assistere parenti disabili. Inoltre, il lavoro agricolo non è considerato un’attività usurante”.

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