Fontana firma ordinanza contro la peste suina in Lombardia

PROVINCIA DI PAVIA – La Lombardia si prepara ad affrontare la minaccia della Peste Suina Africana (Psa), una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini e i cinghiali. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha firmato un’ordinanza che mira a prevenire e controllare la diffusione della malattia nel territorio. Sebbene al momento non siano stati registrati casi diretti di Psa in Lombardia, la vicinanza con le aree infette del Piemonte, soprattutto nella provincia di Pavia, richiede un’attenzione particolare.

Per prevenire la diffusione della Psa e mitigare i rischi sanitari diretti, l’ordinanza prevede una serie di misure di controllo. Nei comuni interessati dell’Oltrepò Pavese, saranno potenziate le attività di controllo della popolazione di cinghiali, tra cui la ricerca attiva delle carcasse per eseguire i test di positività alla malattia prima dello smaltimento. Saranno inoltre intensificate le operazioni di controllo faunistico del cinghiale, con abbattimenti selettivi e l’utilizzo di gabbie di cattura. Tali azioni saranno coordinate dalla Polizia provinciale di Pavia, che avrà il compito di impedire la movimentazione delle carni al di fuori della zona e di vietarne l’autoconsumo. Le misure preventive adottate finora dalla Regione Lombardia includono incentivi per ridurre la densità di cinghiali e finanziamenti per recinzioni negli allevamenti suinicoli come forma di prevenzione. Tuttavia, l’importanza di agire tempestivamente e in modo coordinato non può essere sottovalutata per evitare la proliferazione della malattia.

In caso di diffusione della Psa, le autorità veterinarie adotterebbero misure di controllo e restrizioni per contenere la malattia. Queste misure potrebbero includere il sacrificio dei suini infetti e a rischio, la quarantena delle aziende coinvolte e il divieto di movimentazione degli animali. Ciò avrebbe un impatto significativo sull’intera catena di approvvigionamento suinicolo, con conseguenze per gli allevatori, gli operatori del settore e anche per i consumatori. La Lombardia è una delle principali regioni zootecniche d’Italia, con una significativa produzione di suini. La diffusione della Psa avrebbe un impatto devastante sull’economia agricola regionale, con una stima di perdite mensili di circa 60 milioni di euro. Inoltre, ci sarebbero gravi conseguenze per l’intera filiera suinicola italiana, poiché molti prodotti alimentari a marchio DOP dipendono dall’allevamento dei suini lombardi.

La Psa si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto tra suini infetti, ma può anche essere veicolata indirettamente da persone, veicoli, attrezzature o alimenti contaminati. Pertanto, la diffusione della malattia rappresenterebbe un rischio significativo di trasmissione tra le aziende zootecniche e potrebbe estendersi a livello nazionale. La malattia stessa provoca gravi patologie nei suini, con un’alta mortalità. I sintomi includono febbre elevata, perdita di appetito, difficoltà respiratorie, emorragie e morte improvvisa. La Psa può diffondersi rapidamente all’interno di un allevamento, causando sofferenze agli animali e implicazioni etiche e gestionali per gli allevatori.

Ma c’è davvero un pericolo reale di diffusione del contagio in Oltrepò Pavese? Secondo i dati della Polizia provinciale di Pavia, i risultati finora raggiunti sono incoraggianti. Nel 2022, sono state effettuate 106 uscite che hanno portato all’abbattimento di 569 cinghiali. Le battute, mai cessate nel 2023, si sono concentrate nell’Oltrepò Pavese, nella Lomellina e lungo il confine tra il Pavese e la Lomellina, in particolare tra Zinasco e Travacò. Come per il resto della regione, nessun cinghiale abbattuto lo scorso anno è risultato positivo alla peste suina. Questi risultati promettenti dimostrano che la determinazione e l’azione congiunta stanno proteggendo il nostro territorio dall’avanzata di questa malattia.