Autore Redazione
venerdì
23 Giugno 2023
14:06
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Vivere il Pavese - Pavia

Virus West Nile: uno studio pavese rivela causa delle forme gravi di encefalite

Virus West Nile: uno studio pavese rivela causa delle forme gravi di encefalite

PROVINCIA DI PAVIA – Un importante studio condotto all’Irccs San Matteo di Pavia ha rivelato che un tipo specifico di autoanticorpi potrebbe determinare le forme più gravi di encefalite da virus West Nile (Wnv), il virus responsabile della febbre del Nilo occidentale. La scoperta, frutto della collaborazione tra ricercatori italiani e internazionali, potrebbe aprire la strada a nuovi screening e misure preventive per affrontare l’aumento dei casi di infezione in Italia.

Secondo il gruppo di ricercatori coordinati dal neonatologo Alessandro Borghesi, gli autoanticorpi anti-interferone di tipo 1 sono alla base delle forme più gravi di encefalite da Wnv. Questi autoanticorpi, che sono fondamentali per le risposte immunitarie contro i virus, sono stati identificati nel sangue del 40% dei pazienti affetti da encefalite da Wnv arruolati nello studio.

La ricerca italiana conferma anche i risultati di studi precedenti condotti sugli stessi autoanticorpi in relazione ad altre malattie virali, come il Covid-19 e l’influenza. I soggetti con autoanticorpi anti-interferone in eccesso sviluppano forme più gravi della malattia.

Il virus West Nile viene trasmesso dalle zanzare attraverso la puntura. Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica o presenta sintomi lievi, ma una piccola percentuale di persone sviluppa una malattia grave. Lo studio dell’Irccs San Matteo sottolinea quanto sia importante comprendere i meccanismi di suscettibilità alle infezioni virali, in particolare per i soggetti portatori di autoanticorpi anti-interferone.

La scoperta potrebbe avere importanti implicazioni nella prevenzione e nella gestione delle infezioni da Wnv. Ad esempio, nelle zone in cui il virus è endemico, potrebbe essere previsto uno screening per individuare i soggetti a rischio e adottare misure terapeutiche o preventive specifiche, come la vaccinazione. Ma la ricerca non si ferma qui, secondo il direttore della Struttura complessa di Microbiologia e Virologia del Policlinico San Matteo Fausto Baldanti. “Resta ancora da spiegare il meccanismo di suscettibilità nel restante 60% dei casi di encefalite da Wnv, per i quali non sono ancora noti i fattori. Tuttavia, la scoperta degli autoanticorpi anti-interferone indica la strada per ulteriori ricerche e l’identificazione di altri meccanismi correlati alle risposte immunitarie”.

La situazione a Pavia si inserisce in un contesto più ampio di allarme riguardo all’aumento delle zanzare Aedes, vettori dei virus chikungunya, dengue e West Nile, in Europa. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), l’Europa sta vivendo un aumento delle temperature e dei cambiamenti climatici che favoriscono la diffusione di specie di zanzare invasive come l’Aedes albopictus e l’Aedes aegypti.

Nel 2022, su 1.133 casi di infezione da virus del Nilo occidentale registrati nell’Unione europea, la maggior parte si è verificata in Italia, con 723 casi segnalati. L’Ecdc in una nota dispensa alcuni consigli sulle popolazioni di zanzare, eliminando le fonti d’acqua stagnante e sensibilizzando le comunità.

La ricerca condotta a Pavia rappresenta un passo significativo nella comprensione e nella lotta alle malattie causate dai virus trasmessi dalle zanzare. Le informazioni emerse da questo studio potranno contribuire a implementare strategie di prevenzione più efficaci e a proteggere la popolazione pavese dalle forme gravi di encefalite da virus West Nile.

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