Autore Redazione
mercoledì
2 Agosto 2023
12:31
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Vivere il Pavese - Pavia

Borsa dell’uva per l’Oltrepò Pavese, i produttori: “Non basta, con questi prezzi a rischio il futuro delle aziende”

Borsa dell’uva per l’Oltrepò Pavese, i produttori: “Non basta, con questi prezzi a rischio il futuro delle aziende”

PROVINCIA DI PAVIA – L’idea di creare una borsa dell’uva simile a quella del riso di Mortara per una gestione più trasparente dei prezzi delle uve dell’Oltrepò Pavese è emersa durante un tavolo di discussione convocato in Regione Lombardia alla vigilia della vendemmia 2023. Questa proposta ha suscitato un dibattito tra gli operatori del settore vitivinicolo e sono stati sollevati dubbi riguardanti l’attuabilità e l’efficacia di tale misura. Le preoccupazioni riguardano la competenza e l’autorità che dovrebbero regolare questa borsa, poiché l’attività è soggetta a norme comunitarie e nazionali.

Contributo della borsa dell’uva alla trasparenza dei prezzi

La richiesta di maggiore trasparenza arriva in un momento delicato per gli operatori del settore vitivinicolo lombardo. Diversi fattori influenzano quest’anno i prezzi delle uve dell’Oltrepò Pavese, con la paura che possano toccare minimi storici o rimanere su valori parecchio inferiori rispetto ad altre zone di produzione del vino. Un problema che riguarda da vicino il territorio pavese, le sue bottiglie e le uve pregiate. Al momento, i valori di mercato dei prodotti agricoli in Oltrepò Pavese sono rilevati dalla Camera di Commercio. Tuttavia, non è ancora chiaro chi sarà responsabile per la creazione e l’organizzazione di questa borsa, e se sia possibile implementarla in maniera efficace.

Secondo l’ultimo listino dei prezzi diffuso dalla Camera di Commercio di Pavia, si registra un aumento dei prezzi delle uve da vino sulla piazza pavese rispetto alla rilevazione precedente del 21 novembre 2022. Qui ci sono alcuni esempi:

  • Uva Bianca “Cortese D.O.C.”: il prezzo minimo è aumentato da 60,00 Euro a 70,00 Euro.
  • Uva Bianca “Pinot nero D.O.C. (raccolta a cassetta)”: il prezzo massimo è aumentato da 80,00 Euro a 90,00 Euro.
  • Uva Nera “Barbera D.O.C.”: il prezzo massimo è aumentato da 90,00 Euro a 100,00 Euro.
  • Uva Nera “Rosso O.P. D.O.C.”: il prezzo massimo è aumentato da 70,00 Euro a 80,00 Euro

 

“Un punto fondamentale è il coinvolgimento dei produttori e degli operatori del settore vitivinicolo nell’attuazione di una borsa dell’uva. Bisogna definire una struttura e un’organizzazione adeguata per garantire che tutti gli attori interessati siano rappresentati e abbiano voce in capitolo” – sostiene il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese –  “Il Consorzio svolge un ruolo importante nella promozione delle denominazioni e nella valorizzazione delle bottiglie. Tuttavia, non ha autorità sulla regolamentazione dei prezzi delle uve, su cui è competente la Camera di Commercio. Attualmente l’Antitrust controlla e rileva i prezzi, ma è fondamentale valutare strategie aggiuntive per affrontare questa problematica. È chiaro che una discussione aperta e collaborativa tra tutte le parti interessate sarà fondamentale per trovare soluzioni efficaci e sostenibili per il settore vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese”.

“Il problema dei prezzi delle uve e dei vini è presente da 20 anni e si è accentuato nell’ultimo periodo, creando una situazione di crisi per le aziende produttrici. Le aziende hanno grandi difficoltà, in tutti gli aspetti del settore. E le responsabilità sono condivise da parte di chi ha lavorato negli anni, me compreso – spiega il presidente di Cantine Torrevilla Massimo Barbieri – “I prezzi delle uve sono strettamente legati al prezzo del vino. Noi abbiamo registrato una diminuzione del 40% della produzione e un aumento dei costi bancari ed energetici, oltre all’aumento delle materie prime”.

Riguardo all’idea di introdurre una borsa dell’uva per una gestione più trasparente dei prezzi, il presidente ha espresso delle riserve. “È uno strumento insufficiente, perché è più importante comprendere il funzionamento della filiera e come il prodotto finisce sugli scaffali a determinati prezzi. Il punto è: qual’è il prezzo? Qual’è il valore percepito? Torrevilla ha solo il 10 percento di vendita di vino sfuso, il resto sono bottiglie. Il problema è sull’indicazione del prezzo, perché il consumatore non ha la percezione –  prosegue Barbieri – Bisogna coinvolgere tutti gli attori del settore vitivinicolo e affrontare il problema in modo completo, altrimenti il rischio è che aziende oneste possano chiudere, soprattutto se i prezzi delle uve continueranno a essere questi. Bisogna vedere se tutti gli attori coinvolti sono disposti ad andare fino in fondo –  conclude Barbieri – Non basta un tavolo, senza correttivi tra 5 anni il 50 percento delle aziende vitivinicole dell’Oltrepò Pavese potrebbe sparire”.  

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