Autore Redazione
mercoledì
23 Agosto 2023
10:51
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Vivere il Pavese - Pavia

Influenza in Lombardia: partenza vaccini dall’1 ottobre

Influenza in Lombardia: partenza vaccini dall’1 ottobre

LOMBARDIA – In Lombardia sono già state diramate le prime indicazioni agli addetti ai lavori per prepararsi all’immunizzazione contro i virus stagionali. Sono oltre 2,5 mln le dosi – di 5 diversi vaccini anti-influenza, compreso spray nasale per i piccoli – aggiudicate per la campagna. Saranno disponibili una buona parte da fine settembre, altre da inizio ottobre e altre in tranche successive. Il piano prevede di partire ufficialmente l’1 ottobre con una giornata inaugurale ad hoc, che potrebbe avere come punti di riferimento anche le Case di comunità e luoghi strategici individuati dai Comuni, e segnerà l’inizio delle attività di immunizzazione dedicate alle popolazioni target per le quali è prevista l’offerta gratuita: over 60, persone a rischio per patologie o status, e poi ancora bambini dai 6 mesi ai 14 anni, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanze, operatori sanitari inclusi.

Alcune di queste categorie in parte si sovrappongono anche a quelle per cui è raccomandato il vaccino Covid e sarà possibile la co-somministrazione. Dal calendario di massima, una volta completate le operazioni per i gruppi destinatari della campagna – sempre a quanto si apprende – l’idea è di aprire l’offerta dell’antinfluenzale a tutti, ma non prima del 20 novembre, come era successo anche l’anno scorso con le scorte a disposizione.

Obiettivo dichiarato: proteggere più persone possibile, migliorando anche gli esiti della campagna dell’anno scorso, che – come succede non solo in Lombardia – era rimasta sotto gli obiettivi fissati: secondo i dati 2022/2023 infatti gli over 65 avevano raggiunto una copertura per l’antinfluenzale di circa il 52,9%, dato stabile rispetto all’anno prima, ma sotto il target minimo del 75%; i bimbi di 2-6 anni si erano fermati al 20,02% (due punti percentuali sopra rispetto al 2021-2022), a fronte di una soglia ideale dal 40% in su; le donne in gravidanza al 12,40% (+3 punti percentuali sul 2021-2022), sotto il target minimo fissato al 30%; mentre fra gli operatori sanitari la copertura era stata del 29,50%, 3 punti percentuali più bassa rispetto all’anno prima e sotto il target minimo del 50%. L’indicazione è anche di lavorare per rendere uniforme l’accesso e l’adesione a livello dei vari territori, alla luce delle variabilità osservate l’anno scorso. Per esempio fra le donne in gravidanza la copertura fluttuava dal 7 al 29%, nelle diverse Asst.

 

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