Autore Redazione
giovedì
24 Agosto 2023
16:43
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Vivere il Pavese - Pavia

Dal sagrato la folla canta “L’italiano” e saluta Toto Cutugno

Dal sagrato la folla canta “L’italiano” e saluta Toto Cutugno

MILANO – La cerimonia funebre di Toto Cutugno è terminata. Mentre il feretro veniva portato fuori dalla Basilica dei santi Nereo e Achilleo è stata diffusa ‘Emozioni’, una delle più belle canzoni del cantautore scomparso martedì scorso a Milano. Ad accompagnarlo, la moglie Carla e il figlio Nico. Nella piazza antistante la chiesa sono stati liberati palloncini con sopra disegnate delle note musicali e le persone che attendevano all’esterno hanno iniziato a cantare ‘L’Italiano’. Il carro funebre ha quindi lasciato la basilica, diretto al cimitero di Lambrate dove la salma di Toto Cutugno verrà cremata.

Il ricordo di Morandi

Ho grande rispetto per Toto. Ha scritto per tanti artisti e per tanti interpreti internazionali. Gli devo tanto rispetto e tanta amicizia”. Così Gianni Morandi uscendo dalla basilica milanese dei santi Nereo e Achilleo dove si sono tenuti i funerali di Toto Cutugno, il cantautore scomparso lo scorso martedì dopo una lunga malattia. “Negli ultimi tempi – ricorda Morandi – non l’ho visto molto, ma l’ho frequentato tanto. Lo conoscevo da una vita. Riconosco la sua arte come interprete, ma soprattutto come autore. ‘L’Italiano’ è una delle canzoni italiane più famose al mondo. E non ha scritto solo quella”. A chi gli chiede se ritenga che Cutugno sia stato un po’ bistrattato in Italia, risponde: “Io credo di no, qualcuno diceva che era un cantautore troppo popolare, io dico che è stato al livello di tutti gli altri. Piaceva non solo in Italia, ma anche all’estero”.

Il ricordo di Pupo

Toto Cutugno era un grande uomo, un grande amico e un grande artista”. Lo ha detto Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, arrivando alla basilica dei santi Nereo e Achilleo di Milano. Ghinazzi è arrivato insieme a Gianni Morandi.

Il ricordo del parroco

Toto era un uomo buono, semplice e accogliente. Ha lasciato un bel segno nel mondo, non è passato inutilmente. Ha lasciato un segno di bellezza, con le sue canzoni. E di bontà, con le sue scelte, non sempre comprese da tutti. Fa bene quindi sentire che questo dolore oggi è condiviso da tante persone”. Così il parroco della basilica milanese dei santi Nereo e Achilleo, don Gianluigi Panzeri, nella sua omelia al funerale di Toto Cutugno. “In questa stessa chiesa – ha ricordato il parroco – si è celebrato il matrimonio di Toto con sua moglie Carla, nel 1971. E quando ancora non era famoso, intorno alla fine degli anni ‘70, aveva chiesto di venire qui per suonare l’organo. Cosa che effettivamente è successa varie volte”. “Toto – ha proseguito il parroco – era un uomo di fede e anche se aveva tanti impegni, era sempre da una parte all’altra del mondo, era rimasto un uomo semplice. Era una persona riservata, senza fronzoli. In queste ore ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che hanno voluto mandare una testimonianza – ha aggiunto. Molte di queste dall’estero, da persone che hanno detto di aver imparato l’italiano con le sue canzoni”. Ebbene, ha poi detto don Panzeri, “molti di voi stamattina hanno chiesto al navigatore di portarvi in viale Argonne, o alla chiesa dei santi Nereo e Achilleo; vorrei dirvi che abbiamo un navigatore anche nel cuore e Toto vi direbbe di chiedergli la strada per la Gerusalemme celeste, la città di Dio, il paradiso. Perché è quella la meta finale della vita, non il nulla. Toto in questo ci credeva”. Poi ha concluso: “Forse oggi, entrando nella casa del Padre, con il coro degli angeli, Totò dirà: ‘lasciatemi cantare, con la chitarra in mano’”. E mentre il parroco lasciava il pulpito, tra i presenti si è levato un applauso spontaneo.

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