4 Settembre 2024
10:21
L’evoluzione della radio: tra innovazione e storia al ADI Design Museum
MILANO – ADI Design Museum celebra i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi e i 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica pubblica con una mostra imperdibile. Dal 5 al 27 settembre, il museo diventa il palcoscenico di un viaggio affascinante nel mondo della radiofonia, con oltre 50 modelli in esposizione. Questi pezzi, provenienti dalla collezione privata del designer Davide Vercelli, raccontano l’evoluzione tecnologica ed estetica di un oggetto che ha segnato la storia della comunicazione e del design.
Guglielmo Marconi rivoluzionò le comunicazioni alla fine del XIX secolo, introducendo il mondo alla radio. Da quel momento, la radiofonia divenne una componente fondamentale della società, influenzando cultura, politica e vita quotidiana. Il percorso espositivo, curato con attenzione da Vercelli, sottolinea il profondo impatto della radio, non solo come strumento di comunicazione, ma anche come simbolo di modernità e progresso.
La mostra si apre con i primi apparecchi radiofonici a valvole, veri e propri capolavori di ingegneria e design dell’epoca. Questi dispositivi, seppur rudimentali, rappresentano le fondamenta di un percorso tecnologico che avrebbe cambiato il mondo. La valvola termoionica, introdotta negli anni ’20, rappresentò una svolta decisiva. Permise la costruzione di ricevitori più potenti e sensibili, rendendo la radio accessibile a un pubblico sempre più vasto.
Il design di questi primi apparecchi riflette la funzionalità del periodo. Casse in legno massiccio, grandi manopole e un’estetica che privilegia la robustezza e la praticità. Nonostante il loro aspetto rudimentale, questi dispositivi occupavano un posto d’onore nelle case dell’epoca, simbolo di prestigio e innovazione. La radio divenne presto un mezzo di intrattenimento domestico, con programmi che informavano e divertivano un pubblico sempre più ampio.
La seconda parte della mostra esplora l’età d’oro della radio, dagli anni ’30 agli anni ’50. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la radio giocò un ruolo cruciale. Non solo come strumento di propaganda, ma anche come mezzo di comunicazione per le truppe sul campo. La tecnologia radiofonica si evolse rapidamente, con apparecchi sempre più compatti e portatili. Il famoso “Walkie-Talkie” divenne sinonimo di comunicazione militare, un dispositivo che univa efficienza e praticità in un design innovativo.
Nel dopoguerra, l’introduzione del transistor rivoluzionò completamente il mondo della radio. I dispositivi divennero più piccoli, economici e, soprattutto, portatili. Il Regency TR-1, lanciato nel 1954, fu il primo modello a transistor commercializzato, segnando l’inizio di una nuova era. Il design compatto, con finiture in plastica colorata, rifletteva il cambiamento nei gusti estetici del pubblico. La radio divenne un oggetto personale, sempre a portata di mano, capace di accompagnare gli ascoltatori ovunque.
Gli anni ’60 e ’70 videro l’affermazione della radio FM e dei sistemi stereo. La qualità del suono migliorò notevolmente, offrendo un’esperienza di ascolto più ricca e coinvolgente. I progettisti di questo periodo, come i fratelli Castiglioni, Zanuso, Sapper, Le Corbusier e Starck, contribuirono a definire un’estetica moderna per la radio. Brionvega e Braun furono tra le aziende che più influenzarono il design radiofonico, con apparecchi che combinavano innovazione tecnologica e bellezza formale.
L’evoluzione tecnologica si rifletté anche nei materiali utilizzati. Dalla bachelite delle prime radio, si passò ai tecnopolimeri più moderni, capaci di offrire leggerezza e resistenza. La plastica divenne il materiale per eccellenza della radio di massa, adattandosi a forme e colori sempre più audaci. La radio si trasformò da semplice dispositivo di comunicazione a vero e proprio oggetto di design, espressione di creatività e ingegno.
La mostra si sofferma anche sul ruolo socioculturale della radio. Dallo strumento di propaganda nazionale, utilizzato in modi diversi da Italia e Germania, alla radio modernista promossa da Gio Ponti, fino all’avanguardia della Space Age degli anni ’70. La radio non fu solo un mezzo di comunicazione, ma un veicolo di idee, un catalizzatore di cambiamenti sociali e culturali. Influenzò mode, comportamenti e stili di vita, diventando parte integrante della quotidianità.
Il percorso espositivo si chiude con uno sguardo alle sfide e alle opportunità del futuro. Negli anni ’90, la radio digitale segnò un nuovo capitolo, con una qualità del suono superiore e una maggiore varietà di stazioni. L’avvento di Internet e dello streaming trasformò ulteriormente il panorama radiofonico. La radio si dematerializzò, diventando un’applicazione software, accessibile da smartphone, smart speaker e computer. La radio si adattò ai nuovi ritmi e alle nuove abitudini, mantenendo viva la sua capacità di informare e intrattenere.
L’integrazione della radio negli ecosistemi smart rappresenta l’ultima frontiera di questa evoluzione. Dispositivi come assistenti vocali e automobili intelligenti incorporano la radio in modo sempre più invisibile e intuitivo. L’ascolto personalizzato e l’automazione domestica sono solo alcune delle nuove funzionalità offerte da queste tecnologie, che continuano a ridefinire il ruolo della radio nel mondo contemporaneo.
La mostra al ADI Design Museum offre un’occasione unica per ripercorrere la storia della radio, scoprendo come questo straordinario mezzo di comunicazione abbia saputo adattarsi e reinventarsi nel corso dei decenni. Un viaggio che celebra non solo l’innovazione tecnologica, ma anche la capacità del design di interpretare e anticipare i cambiamenti della società. Un evento imperdibile per appassionati di tecnologia, design e storia, ma anche per chiunque voglia riscoprire un pezzo fondamentale del nostro patrimonio culturale. Ingresso gratuito.