7 Dicembre 2017
06:02
Codice Appalti: dai ministri sì alla modifica. E Borioli risponde a Cantone
ROMA – Un altro importante confronto, mercoledì a Roma, tra i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil con i ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo Economico a proposito del nuovo Codice degli Appalti. Il Governo ha ribadito alle parti sociali il sostegno all’emendamento Bargero per la salvaguardia di circa 3 mila posti di lavoro in tutta Italia. Il giorno decisivo sarà il prossimo 12 dicembre, quando avrà luogo la discussione in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. Proprio per quel giorno i sindacati hanno annunciato altre otto ore di sciopero in tutta Italia e una nuova manifestazione sotto Montecitorio, a partire dalle 9.30.
“Non abbiamo motivi per mettere in dubbio il sostegno del ministeri all’emendamento Bargero” ha sottolineato a Radio Gold Antonio Di Franco, segretario nazionale Fillea Cgil “una posizione che già avevano ribadito nell’ultimo faccia a faccia del 6 novembre. Nel frattempo stiamo portando avanti un’azione interlocutoria con tutti i gruppi parlamentari. Stiamo parlando di un settore, quello edile, che annovera alcune aziende premiate tra le prime 100 eccellenze d’Italia. È un settore che va difeso, la clausola sociale invece precarizza il lavoro.“
In attesa della discussione alla Camera, inoltre, le holding hanno congelato ogni procedura di licenziamento, come invocato dai sindacati.
Nel frattempo non hanno certo lasciato indifferenti le dichiarazioni sulla vicenda di Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, in un convegno a Firenze. “Come al solito si prova a scaricare sulla classe dei lavoratori i problemi che avrebbero dovuto, anche con le norme transitorie, essere organizzati. E’ un paradosso che debbano essere i lavoratori a fare una protesta, di fatto, per conto dei datori di lavoro“, ha aggiunto “Ovviamente io esprimo a loro tutta la mia solidarietà: ma è il segnale di una scarsa comprensione di quello che c’è nel codice. La norma sulle concessioni autostradali ha eliminato una vera e propria situazione di privilegio che c’era nei confronti di concessionari che non avevano fatto gara per ottenere la concessione, consentendo di immettere sul mercato fasce rilevanti degli appalti. Si sta provando a far pagare agli ultimi un eventuale prezzo di una ristrutturazione, probabilmente non del tutto giustificata perché ad oggi quella norma non è entrata neanche ancora in vigore”.
“C’è bisogno che le amministrazioni facciano la loro parte, perché l’impressione in troppi casi è che le amministrazioni non abbiano la volontà di applicarlo, ma anche un po’ di boicottarlo. Il tema vero – ha aggiunto Cantone – è che quando questo codice sarà arrivato al momento dell’applicazione sarà molto meno burocratico: ci saranno meno stazioni appaltanti, le imprese avranno meccanismi di qualificazione diversa, avremo gli albi degli ‘in house’, avremo i commissari di gara estratti a sorte. Oggi stiamo discutendo di un meccanismo che è molto poco chiaro. Credo che il codice nella sua struttura complessiva sia molto meno burocratico.“
Il giorno dopo è arrivata la replica del senatore Pd Daniele Borioli: “Non posso tacere lo stupore che mi hanno suscitato le dichiarazioni di Cantone circa le iniziative che i lavoratori delle autostrade stanno conducendo per difendere il proprio lavoro. La stessa solidarietà che egli esprime – sottolinea l’esponente Pd – suona come parentesi di un ragionamento che boccia e squalifica le loro istanze, bollandole come “fatte per conto dei datori di lavoro” (così il virgolettato non smentito delle agenzie). Premetto: ho votato il nuovo codice perché sono favorevole a dare trasparenza al sistema con le gare. Al tempo stesso, sono stato firmatario di un emendamento (bocciato al Senato) che non le abolisce, ma ne attenua l’impatto, rendendole obbligatorie per il 60% dei lavori anziché per l’80%. Ho assunto la responsabilità di questa iniziativa parlamentare: perché i lavoratori mi hanno convinto delle loro buone ragioni a difesa dell’occupazione e perché la proposta emendativa traduce la soluzione individuata nel verbale che in data 6 novembre ha chiuso la trattativa tra le parti sociali e i Ministeri dei Lavori pubblici e dello Sviluppo economico. Appartengo a una vecchia cultura politica, che pretende il rispetto degli accordi. Quindi, e mi spiace che Cantone non lo sappia, i lavoratori delle autostrade lottano, certo, per difendere il lavoro, ma anche per chiedere il rispetto di un impegno assunto dal Governo con i loro rappresentanti. Altro, a loro, non si può chiedere. Che in questa vicenda siano in ballo anche gli interessi dei concessionari lo sappiamo. Così come conosciamo sull’altro fronte l’interesse di ANCE, puntuale nel chiedere il rispetto rigoroso di questa parte del codice, quanto attiva nel sollecitare flessibilità sulle parti relative a subappalti e appalti integrati. Ognuno gioca la sua partita. Compito della politica è trovare la composizione degli interessi contrapposti e, in particolare, di tutelare i posti di lavoro. Sono ore decisive, alla Camera, per provare a risolvere il problema. Cantone dice che non esiste? Provi a spiegare perché e con quali altri accorgimenti si può garantire, nelle norme e nei fatti, che l’entrata in vigore del nuovo meccanismo non generi neppure un disoccupato. ANCE dal canto suo propone di risolverlo con il rafforzamento della clausola sociale. Tema più volte posto nell’iter del codice, e risolto poi nella forma molto blanda oggi prevista, per evitare di confliggere con le norme comunitarie in materia di libertà d’impresa. Esiste una soluzione che garantisca l’assunzione, alle stesse condizioni contrattuali da parte delle imprese subentranti negli appalti e nei relativi subappalti affidati tramite gara, di tutti i lavoratori impiegati dalle imprese uscenti?”.
“I lavoratori chiedono risposte concrete e urgenti, ed è indispensabile che il Governo per primo se ne faccia carico, mantenendo gli impegni assunti” conclude Borioli.