Autore Redazione
mercoledì
24 Gennaio 2018
01:37
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Politica - Valenza

La lunga storia triste della piscina di Valenza

La giunta Barbero ha deciso di risolvere il contratto con la Swimming Valenza S.r.l. E non mancano le polemiche.
La lunga storia triste della piscina di Valenza

VALENZA – Nella sfilza di determine di fine anno c’è anche la numero 762, quella che sancisce la risoluzione del contratto di project financing con lo Swimming Valenza per la progettazione, costruzione e gestione della nuova piscina a cui si aggiunge la volontà di acquisire il vecchio complesso a 450 mila euro (da reinternalizzare dalla società Vi.Val srl attraverso un mutuo di 450 mila euro ndr). La novità sarebbe passata inosservata durante l’ultima seduta del consiglio comunale se non l’avesse tirata fuori il consigliere di opposizione, Luca Merlino, stupito dall’improvvisa piega di una vicenda infinita. Incastrata in beghe, polemiche e burocrazia la nuova piscina non ha mai visto la luce e ora, senza che nessuno ne sapesse nulla, è emersa la volontà unilaterale del sindaco di ripartire da zero.

Una volontà, quella dell’amministrazione, dettata dal fatto che “il concessionario (la Swimming Valenza srl), nonostante i molteplici solleciti, è risultato inadempiente e non ha rispettato diverse delle obbligazioni contrattuali” si legge nella determina. Arriva quindi a una svolta la lunga vicenda della piscina, una triste storia cominciata nel 2015. Allora l’attuale sindaco, Gianluca Barbero disse ai microfoni di Radio Gold: “Spero che tutto questo si risolva in qualche modo perché se entrano in campo i legali dell’ente o della società non so dove andremo a finire.”

Oggi la situazione è arrivata proprio a questo punto. L’amministrazione infatti lamenta una serie di inadempienze che non hanno trovato risposta neanche nelle spiegazioni scritte presentate dallo Swimming Valenza il 18 settembre. L’ente, tra i tanti rilievi, ha contestato la “situazione di complessiva incertezza, mai fugata dal concessionario rispetto all’allocazione delle somme necessarie per poter eseguire il progetto“. Le maggiori somme sono quelle necessarie all’adeguamento del progetto in base alle richieste del Coni relative ai lavori da realizzare nelle vasche esterne. Il problema che avrebbe determinato lo stallo di tutta l’operazione. Quell’intervento avrebbe comportato un maggior costo di 401.714,58 euro e proprio questo ostacolo economico ha impedito al Comune, si legge ancora nella determina, “l’approvazione del progetto esecutivo, non potendo avere alcuna prospettiva di concreta realizzabilità del progetto proposto”.

Questi e altri rilievi hanno portato alla decisione drastica della giunta e cioè la risoluzione unilaterale del contratto nonostante i tentativi di “giungere a una composizione della vicenda, senza potervi riuscire“. Il Comune peraltro “provvederà a quantificare tutti i danni subiti a causa del comportamento gravemente negligente di Swimming Valenza srl”, danni che “dovranno necessariamente trovare ristoro”.

Un aspetto quest’ultimo su cui è intervenuto anche Luca Merlino. Il consigliere comunale nell’ultima seduta in aula ha infatti invitato l’amministrazione a verificare le condizioni dello stabile e in particolare della vasca della piscina scoperta per valutare le eventuali decisioni da prendere in via giudiziale. L’amministrazione comunque ha deciso di “demandare a un successivo provvedimento la determinazione degli eventuali danni patiti e patendi” che eventualmente possano derivare “dall’inadempimento del contratto, al fine di ottenere l’integrale ristoro, anche ove necessario per via giudiziale”.

La posizione della maggioranza Barbero ha incontrato le perplessità di Merlino, stupito da una decisione improvvisa e non condivisa. dubbi cui si sono aggiunti gli attacchi di Sergio Cassano, l’ex sindaco che a suo tempo diede il via alle procedure oggi oggetto di discussione. Per Cassano la scelta dell’attuale maggioranza è “profondamente sbagliata. Adesso si apriranno contenziosi dai tempi lunghi. Ed è assolutamente sbagliata anche la decisione di comprare la piscina coperta, per giunta a 450 mila euro e cioè a un valore infinitamente più alto rispetto al reale. Le soluzioni possibili per arrivare a qualcosa di concreto erano due: l’avviamento di un altro project o la realizzazione di una piscina molto più snella e più economica con una società che volesse farla in quel modo. Io – ha aggiunto Cassano – ho detto a questa amministrazione di fermarsi prima che sia troppo tardi perché il bene pubblico ha un valore, non è res nullius, cosa di nessuno.” “Un pensiero che molti consiglieri di maggioranza dovrebbero valutare bene – ha concluso Cassano – e mi rivolgo a loro perché dell’80% di questi esponenti del centrosinistra io ancora oggi non conosco minimamente il timbro vocale”. Di certo torneranno ad alzare la voce i cittadini, costretti, a questo punto, ad attendere ancora molto a lungo prima di poter immaginare di rivedere una piscina in città.

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