Autore Redazione
venerdì
7 Marzo 2014
00:00
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Politica

Piccoli immobili pubblici per cercare nuove soluzioni al problema casa. Intanto la provincia al terzo posto per sfratti

Piccoli immobili pubblici per cercare nuove soluzioni al problema casa. Intanto la provincia al terzo posto per sfratti

Il problema del Ferrhotel è solo una goccia nel mare delle questioni collegate all’emergenza casa. Lo ha spiegato in un lungo comunicato l’assessore alle Politiche Sociali di Alessandria, Mauro Cattaneo. L’emergenza abitativa, ha raccontato nella nota, non può essere liquidata immaginando utilizzando strutture o stanzioni in cui ammucchiare i senzatetto, ma deve essere affrontata con progetti e strutture adeguate. Cattaneo ha individuato nei piccoli e medi immobili di proprietà pubblica la possibile soluzione al problema casa di alcuni nuclei familiari. L’idea dell’assessore è quella di farli diventare delle temporanee strutture di accoglienza. Un’operazione di recupero che potrebbe essere affidata, oltre che agli operatori della Caritas e della Comunità di San Benedetto, anche agli stessi futuri inquilini, fornendo, per di più, un piccolo reddito. L’assessore ha inoltre sollecitato una “più stretta collaborazione con l’Atc, l’agenzia territoriale per la casa”.
Intanto la prova della gravità del problema casa arriva dai dati comunicati dal Ministero dell’Interno. Nel primo semestre 2013 in Piemonte sono stati certificati ben 3.700 sfratti. Le città più colpite sono state Torino con 2.000 richieste, Novara (379) e Alessandria (340). Nel 2012 gli sfratti per morosità in Piemonte sono stati 4.389, ma, secondo il sindacato inquilini, il Sicet, i primi sei mesi del 2013 possono già essere definiti “preoccupanti”.

Di seguito la dichiarazione dell’assessore Mauro Cattaneo:

“La decisione della società proprietaria di sgomberare la struttura del Ferrhotel che da lungo tempo era utilizzato come rifugio da diverse persone prive di un tetto ha ulteriormente aggravato una situazione che era già ampiamente di grave sofferenza per l’emergenza abitativa nella nostra città. Gli uffici del Comune di Alessandria insieme agli operatori del Tavolo Tecnico per l’Emergenza Freddo si sono attivati per cercare di rimediare a questi ulteriori bisogni chiedendo un nuovo sforzo e disponibilità alle persone che operano presso il dormitorio Caritas di via Mazzini. Purtroppo solo alcuni degli ex ospiti del Ferrhotel si sono avvalsi di questa disponibilità mentre degli altri non si hanno avuto più notizie.
La vicenda Ferrhotel è un’ulteriore goccia che cade in un vaso già traboccato. Ed evidenzia una situazione a cui bisognerà rispondere con nuovi interventi di carattere strutturale. Non ha però senso parlare di interventi in grandi strutture inutilizzate come la Cittadella e la Caserma Valfrè. L’emergenza abitativa non è semplicemente un problema che si risolve con alcuni grandi stanzoni in cui ammucchiare a dormire dei senza tetto. Occorre invece attrezzare adeguate strutture d’accoglienza che diano dignità alle persone che ospiteranno. Ed è soprattutto un problema che riguarda ormai decine di nuclei famigliari che non possono certo essere dispersi come naufraghi alla rinfusa.
In queste settimane il Tavolo Tecnico per l’Emergenza freddo – a cui partecipano e collaborano gli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale – ha seguito circa duecento nuclei familiari a rischio, svolto attività di mediazione in procedure di sfratto, gestito decine di piccoli interventi economici. Ma è evidente che per quanto utile e generoso tutto questo non sia più sufficiente.
Dopo aver aperto la nuova struttura del dormitorio femminile e aver raccolto una prima disponibilità da parte della Caritas ad ampliare temporaneamente la fase di maggior accoglienza del dormitorio maschile, occorrono altri interventi ma soprattutto la capacità economica di sostenerli. Occorre ad esempio individuare piccoli e medi immobili di proprietà pubblica che possano essere destinati – anche provvisoriamente – a piccole strutture temporanee di accoglienza per singoli ma soprattutto per nuclei familiari, individuando anche le risorse per poterli convertire a tale uso e – grazie alla collaborazione di operatori del privato sociale come la Caritas e la Comunità di San Benedetto – impegnando nel lavoro di recupero le stesse persone che ospiteranno fornendo così loro anche un piccolo reddito. Occorre una più stretta collaborazione con l’Agenzia Territoriale per la Casa che consenta di abbreviare i tempi di consegna degli alloggi disponibili e permetta di assegnare agli aventi diritto i 45 alloggi destinati all’emergenza abitativa relativi alla graduatoria del 2013.
L’emergenza sociale che riguarda la nostra città come tutto il nostro paese vede nell’emergenza abitativa il punto di maggior allarme. Il Comune di Alessandria grazie alle collaborazioni già citate è impegnato quotidianamente nell’affrontarla. Occorre però maggior consapevolezza della situazione in cui centinaia di nostri concittadini si trovano e maggior disponibilità e solidarietà da parte dei vari soggetti pubblici e privati che possono essere utili a individuare soluzioni. Nelle ultime settimane si è intensificato un lavoro di collaborazione con la Prefettura che speriamo dia a breve dei buoni risultati. Ben sapendo che non esistono soluzioni che ci faranno superare da un giorno all’altro problemi di questa gravità ma contando anche sul senso di responsabilità di tutte le componenti della nostra Comunità locale.”

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