Autore Redazione
martedì
29 Luglio 2014
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Politica - Valenza

Valenza: ‘conti a posto, è la mentalità che deve cambiare’

Valenza: ‘conti a posto, è la mentalità che deve cambiare’

I conti a Valenza tornano e anche bene. Lo hanno voluto spiegare con decisione il sindaco di Valenza, Sergio Cassano, e l’assessore al Bilancio Andrea La Rosa in occasione dell’illustrazione del Bilancio di Previsione 2014. Tutto questo nonostante i tagli del Governo, le contrapposizioni di alcun parti politiche e i mal di pancia in certa parte della maggioranza. “Il bilancio chiude in equilibrio con 60 milioni complessivi – ha spiegato La Rosae prevede circa 24 milioni e mezzo di entrate di parte corrente“. La piena soddisfazione dell’assessore al Bilancio è figlia di una situazione che anche quest’anno ha dovuto tenere conto dei brutali tagli del Governo: “la consuetudine non è venuta meno neanche questa volta con il fondo di solidarietà comunale. Lo Stato ha trattenuto 2 milioni di euro rispetto a tutto il versato, restituendo a Valenza meno di 1,6 milioni. Con i versamenti Imu abbiamo perso circa un milione di euro. A noi era permessa l’applicazione dell’aliquota Tasi in una forbice dall’1 al 2,5 per mille più uno 0,8 per mille. La tassazione sulla casa poteva quindi essere portata a 3.3 per mille e abbiamo applicato una aliquota più bassa: del 2.8 per mille. Noi abbiamo utilizzato solo lo 0.3 per mille in più per andare a finanziare la detrazione di coloro che raggiungono i 440 euro di rendita catastale. Ci sarà quindi una detrazione di 101.92 euro per rendite catastali fino a 440 euro“. In sostanza, ha specificato l’assessore La Rosa, “non è stata aumentata la tassazione sulla prima casa senza perciò beneficiare di entrate ulteriori“. Il percorso intrapreso dall’amministrazione Cassano ha voluto proseguire l’indirizzo avviato nel 2011, volto al risanamento dei conti: “nel 2011 ogni cittadino sosteneva il debito complessivo dell’ente per 1937,05 euro (41 milioni e mezzo). Oggi grazie alla politica di riduzione siamo arrivati a un debito pro capite di 1600 euro. Il debito si è ridotto del 25%”.
Sono state stanziate “cifre importanti per opere in conto capitale, come strade, asfaltature, scuole, per una cifra pari a 1 milione 600 mila euro“. Questi i numeri, inframmezzati però anche da considerazioni politiche, come quelle sull’importanza di un cambio di mentalità per migliorare la città: “spesso dai banchi del consiglio comunale – ha spiegato La Rosa – mi è stato rinfacciato che Valenza faceva del debito ma aveva patrimonio. Un esempio di debito e patrimonio è l’edificio ex Coop, abbandonato a se stesso, per nulla utilizzato. In passato si parlava di allocare gli uffici comunali in quel luogo e a oggi gli uffici sono qui, a Palazzo Pellizzari, e paghiamo 140 mila euro di affitto all’anno. Quell’edificio è di fatto abbandonato ed è stato fatto debito con il patrimonio. Mi domando a cosa serve quel patrimonio e se giustificava l’indebitamento. Sarà opera di questa amministrazione attuare e, spero, completare, un rinnovamento concettuale per razionalizzare al massimo le risorse del Comune. Per fare questo occorre una rivoluzione concettuale complessiva che riguarda anche l’aspetto burocratico“.
Nelle riflessioni sul rinnovamento culturale finisce anche la politica attuale, tirata in ballo dal vulcanico sindaco Sergio Cassano. È stato lui a parlare di “una certa mancanza di onestà intellettuale da parte di coloro che erano preposti a votare i bilanci. Un esempio è arrivato dal bilancio dell’Uspidalì. Doveva essere venduto. Sembrava in stato di abbandono. Dopo anni di lavoro serio l’Uspidalì l’abbiamo recuperato, conquistando un’ovazione totale da parte di tutti i banchi della politica. Il risultato finale però è stato che nonostante questa unanimità di consensi una parte politica l’ha bocciato. Non è corretto giocare solo per contrapposizioni“. Gli strali di Cassano hanno mirato soprattutto “un candidato del centrosinistra che parlato di Valenza come di una città morta in cui non ci sono progetti, tavoli di concertazione o proposte. Per screditare l’amministrazione ha parlato male della città e del distretto. Bisogna capire che quel modo di fare politica è finito. Bisogna passare la mano. La fortuna di quella amministrazione è che si è passati a un’altra amministrazione“. In contrapposizione alle critiche mosse all’operato del suo esecutivo Cassano ha voluto replicare con i numeri di uno studio di Intesa San Paolo. “Questo studio, citato da “La Repubblica”, ha descritto una crescita del 9.1% dell’export nel primo trimestre 2014 con un balzo dell’oreficeria valenzana del 54.9%“. Secondo Cassano il distretto “continua a macinare e a produrre. Le aziende che soffrono e fanno fatica, ci sono, lo sappiamo, ma non soffrono del mal di Valenza, bensì del mal d’Italia. Nel nostro paese chiude di tutto e allora l’italiano medio non può più comprare. È matematico. Le aziende che operano all’estero invece funzionano e bene. Io conosco aziende che assumono, ma il problema è che manca la manodopera specializzata. Questo è il grosso problema.
Cassano non ha quindi gradito gli atteggiamenti di alcune parti politiche, ‘nemiche’, ma non solo. “A settembre io farò dieci domande alle vecchie amministrazioni se le risposte non mi verranno date le daremo noi. Quella che riassume tutto è: cosa hanno fatto prima? Io posso dire che il primo settembre il Rota aprirà, a dispetto di quanto si è detto. Noi metteremo a posto la “Sette Fratelli Cervi” per ottobre. Palestra e cucina saranno a posto. A Valenza abbiamo fatto delle manifestazioni di cui si è parlato dappertutto. Valenza è stata accomunata a Barolo come impatto e per questo chiedo ai valenzani di fornire risorse per fare cose importanti in vista di Expo 2015. Vorrei che i valenzani facessero come i vigneron di Barolo che hanno investito in occasione del festival Collisioni. Io vorrei che i valenzani si comportassero in modo simile per fare qualcosa di importante perché i fondi pubblici non bastano e perché è il momento di restituire quanto nel tempo i valenzani hanno ricevuto”.
Uno sfogo, quello di Cassano, che sembra preannunciare la sua ricandidatura in vista delle prossime elezioni, anche se lui stesso frena: “ci devono essere le condizioni“. Le condizioni devono maturare, a quanto pare, anche all’interno dell’attuale maggioranza. Cassano infatti auspica “un cambio di mentalità politica. Se si vuole continuare bisogna farlo per la città non per far prevalere la propria fazione politica“.
Un lungo autunno caldo è alle porte.

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