Autore Redazione
domenica
2 Novembre 2014
08:40
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Politica - Ovada

Sel: “Caro Pd fermiamo il Terzo Valico e diamo priorità alla messa in sicurezza del territorio”

Sel: “Caro Pd fermiamo il Terzo Valico e diamo priorità alla messa in sicurezza del territorio”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta della Federazione provinciale di Alessandria di Sinistra Ecologia e Libertà indirizzata al Pd e al Presidente della Provincia, Rita Rossa, sul Terzo Valico. “Senza farne una questione ideologica”, Sel ha invitato gli amministratori e le forze politiche a “valutare e sostenere la possibilità di sospendere per il momento la realizzazione del Terzo Valico e stanziare fondi equivalenti alle opere non ancora appaltate, sicuramente quelli dello stanziamento di 200 mln recentemente deciso per il terzo lotto attualmente finanziato, a favore della ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio” colpito dall’ondata di maltempo dello scorso 13 ottobre.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Il 13 ottobre un’altra drammatica alluvione ha colpito la nostra Provincia. Per fortuna questa volta senza vittime, ma con ingenti danni morali e soprattutto materiali. Questa volta le zone più colpite sono state quelle della Valle Scrivia. Frane, dissesti, sfollati, mancanza di acqua potabile sono problemi che si ripresenteranno, purtroppo, nei prossimi anni e bisognerà investire ogni risorsa disponibile per minimizzare i danni e – consapevoli che i fenomeni climatici andranno ad estremizzarsi e che la sicurezza assoluta non esiste – garantire ai cittadini e alle imprese una vita sicura. Occorre perciò agire per aumentare il più possibile il livello di sicurezza, dando segnali concreti di impegno per un apprezzabile miglioramento della situazione. Oggi per farlo però i fondi stanziati non sono lontanamente sufficienti.

Centinaia di milioni i danni stimati per la provincia di Alessandria. Mentre ammontano a 200 milioni i fondi stanziati dallo “Sblocca Italia” per il nuovo lotto del Terzo Valico. Una cifra irrisoria per un opera che, completata, costerà oltre 6 miliardi (salvo prevedibili incrementi di spesa in corso d’opera) e che anche per chi la ritiene necessaria non è urgente perché i flussi di traffico previsti per i prossimi anni sono oggi assai minori rispetto alle previsioni e alle stime di 20 anni fa, quando questa e altre “grandi opere” furono concepite.

La posizione di SEL sul Terzo Valico è nota e non pretendiamo che il PD cambi la sua. Dopo quello che è successo, però, non si può nemmeno continuare a fare come se nulla fosse, in una realtà completamente cambiata, sia dal punto di vista finanziario – a partire dalla UE del “fiscal compact” che va a ricadere giù per li rami fino al più piccolo Comune – che delle necessità infrastrutturali. La ripresa economica va costruita con determinazione, ma al momento non è affatto vicina ed è ostacolata dai parametri di compatibilità europei.

La messa in sicurezza del territorio è quindi la vera grande opera pubblica non più rinviabile, e che può dare molto più lavoro a diverse imprese e categorie professionali, dal manovale fino all’ingegnere, dal geologo al climatologo, che non un’opera come il Terzo Valico che, come confermano anche i Sindacati ed il Collegio costruttori, non sta portando nessun beneficio occupazionale al nostro territorio. Ignorando la difficile situazione delle finanze pubbliche si illude il territorio e in particolare i piccoli Comuni del versante sud della Provincia pesantemente toccati dalle esondazioni e conseguenti dissesti e contemporaneamente interessati dai cantieri del Terzo Valico. Infatti a differenza di quello che accadde dopo la tragica alluvione del ’94, di cui in questi giorni ricorre il ventesimo anniversario, quando arrivarono ingenti risorse che non furono peraltro spese nel modo migliore, con molte opere fatte male e più volte rimarginate – questa volta i soldi non ci sono e i territori alluvionati e danneggiati verranno semplicemente abbandonati al loro destino: le promesse tutte assieme di compensazioni, proseguimento del Terzo Valico e stanziamento di fondi adeguati per la messa in sicurezza del territorio, come se fossimo in un periodo di “vacche grasse”, sono promesse da marinaio, non credibili perché oggi non sostenibili finanziariamente. I soldi non ci sono e lo sanno tutti: si deve fare una scelta.

Per noi la scelta è chiara, va incrementato lo stanziamento regionale per la messa in sicurezza del territorio, dando l’impulso a opere utili come la manutenzione preventiva, la tutela delle aree golenali, le aree di laminazione dei fiumi e la realizzazione di un canale scolmatore per il Lovassina che interessa diversi comuni della Provincia.

Per questo proponiamo a politici, amministratori e cittadini, e alle forze sociali (in primo luogo le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori), al PD che guida la Provincia e alla Presidente Rita Rossa, ma anche alle altre forze democratiche, di valutare e sostenere la possibilità di sospendere per il momento la realizzazione del Terzo Valico e stanziare fondi equivalenti alle opere non ancora appaltate, sicuramente quelli dello stanziamento di 200 mln recentemente deciso per il terzo lotto attualmente finanziato, a favore della ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. E di agire di conseguenza con un’azione concertata sul livello regionale e sul governo nazionale per ottenere tali cambiamenti.

La cura del territorio è l’opera più urgente anche perché in un territorio fortemente dissestato una grande opera come il Terzo Valico (su cui manteniamo la nostra contrarietà) non può essere realizzata in sicurezza e va solo ad aggravare la situazione di dissesto e ad aumentare i costi di realizzazione.

Senza farne una questione ideologica e senza pretendere che il PD cambi le sue posizioni, prendiamo atto che anche nei più fervidi sostenitori delle grandi opere si sta insinuando in queste ore una inedita “tempesta del dubbio” e pensiamo che sia giunto il momento di un ripensamento strategico e di ridefinire le priorità: prima viene la messa in sicurezza del territorio, la progettazione delle opere necessarie, il ripristino per quanto possibile delle naturali aree di esondazione dei fiumi. Le opere di base che creano sicurezza, un ambiente migliore e occupazione, e che consentiranno poi di progettare su basi solide le infrastrutture del futuro per i commerci e gli spostamenti delle persone”.

 

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