Autore Redazione
giovedì
8 Agosto 2019
08:30
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Politica - Alessandria

“Ok” a piano di riequilibrio di Alessandria. Per opposizione città “ingessata per 20 anni”

Per la Giunta il piano è "la soluzione migliore per la città”. L’alternativa, ha spiegato, sarebbe stata “il dissesto”, opzione che l’amministrazione ha respinto con decisione
“Ok” a piano di riequilibrio di Alessandria. Per opposizione città “ingessata per 20 anni”

ALESSANDRIA – È passato con il voto favorevole della maggioranza il piano di riequilibrio dei conti del Comune di Alessandria.La soluzione migliore per la città secondo la Giunta Cuttica per recuperare i 75 milioni di euro di disavanzo. “Non debiti”, ha precisato l’assessore al bilancio Cinzia Lumiera, ma accantonamenti” che l’attuale amministrazione si è ritrovata sul groppone a febbraio e che ha scelto di recuperare con un piano ventennale.

“L’alternativa” sarebbe stata “il dissesto”, opzione che l’amministrazione ha respinto con decisione, convinta che Alessandria abbia “forza, persone e teste per autoriformarsi” e uscire da sola da quella che il sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, ha definito “la palude in cui la città è andata a ficcarsi”. L’amministrazione sta “sistemando il pregresso” ha puntualizzato l’assessore Lumiera, puntando il dito contro la precedente amministrazione guidata da Rita Rossa, con “un’enfasi” che non è piaciuta al consigliere Pd Giorgio Abonante.

Quando si parla del passato bisogna ricordare tutti i capitoli della storia, ha bacchettato dai banchi dell’opposizione anche l’ex sindaco Rossa, come il resto dei consiglieri del Partito Democratico, Marica Barrera della Lista Rossa e Diego Malagrino dei Moderati, contraria a un piano che ha scartato la strada del fondo di rotazione e ha così “ingessato per 20 anni il futuro della città, senza alcuna prospettiva politica.

Per l’opposizione nel documento parlano “i numeri” e “i dirigenti” ma manca la voce di chi avrebbe dovuto dire “cosa vuole e riuscirà a fare, nonostante i taglie anche con i 20 milioni di euro del decreto Crescita, 10 nel 2020 e altrettanti nel 2021. Denaro arrivato in città “grazie alla Lega e a Riccardo Molinari”, ha rivendicato la consigliera leghista Simonetta Bovone, e che potrà essere utilizzato per investimenti così da liberare fondi per la parte corrente, ha ricordato “fuori dai banchi” lo stesso Capogruppo della Lega a Montecitorio, ieri a Palazzo Rosso.

Fondi che per l’opposizione aprono però solo “una parentesi di due anni in un lunghissimo periodo di tagli, che si abbatteranno in maniera pesante sui lavori pubblici, sul trasporto, fasce deboli e disabili e su settori altrettanto delicati come gli asili nido, ha sottolineato la presidente della Commissione Bilancio e consigliere Pd, Vittoria Oneto.

Sforbiciate che preoccupano anche Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo del Movimento 5 Stelle, contrari a un piano di riequilibrio che “spegnerà tutti i servizi non essenziali per lasciarli in mano ai privati” e obbligherà gli alessandrini a vivere per 20 anni in una città “con tasse al massimo e servizi tagliati”. Errore più graveper i pentastellati è stato però quello di non inserire nella discussione la proposta avanzata dal Pd e sposata anche dai Cinque Stelle ditagliare” i costi della politica. “Facciamo i fenomeni con il portafoglio degli altri ha tuonato Abonante, che insieme al pentastellato Serra ha lamentato “la mancanza di un segnale dalla politica” con toni che al consigliere di Forza Italia Maurizio Sciaudone sono suonati però come “demagogia: “chi vuole rinunciare al gettone può farlo. Io l’ho fatto all’epoca del dissesto. Non serve una decisione del Consiglio”.

I gettoni di certo non sarebbero determinanti per ripianare i 75 milioni di euro, ha ammesso anche l’opposizione, ma l’amministrazione non si sarebbe comunque sottratta ai tagli. “È tutto scritto nel pianoha replicato l’assessore Lumiera Dal 2016 al 2019 la spesa di è scesa di 99 mila euro. Sono aumentati i gettoni perché è aumentata la presenza, perché il Consiglio lavora di più e meglio”.

Saldo, quindi, il sostegno dei consiglieri della Lega, compatti nel sostenere un piano che per Gian Paolo Lumi è espressione “della politica e della ferrea volontà” dell’amministrazione Cuttica di risolvere problemiche si è trovata sulla spalle”. Voto favorevole anche quello dei consiglieri di Sìamo Alessandria e “sì”, sospirato quasi con rassegnazione, da parte del consigliere di Fratelli d’Italia Piero Castellano:speriamo che questo piano faccia vivere tempi migliori alla città” ha auspicato.

Favorevole anche Forza Italia con il consigliere Mauro Bovone che propone però “un rimpasto di Giunta” con un tono pungente verso assessori che fanno “i capricci” o poco disponibili al confronto con i consiglieri di maggioranza. “Cambiare marcia” potrebbe voler dire anche “verificare il pieno sostegno della Giunta”, ha pungolato Emanuele Locci di Alessandria Migliore, astenuto sul piano di riequilibrio, considerato “poco politico” e soprattutto “perfettibile” sulla partita dei tagli, che per Locci comunque “scongiura”  la “peggiore delle ipotesi: un nuovo dissesto”.

Il piano di riequilibrio “non ingesserà la città” e, soprattutto, “non rimarrà intoccabile e immutabile come le tavole dei 10 comandamenti ha rassicurato il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Grazie alla “capacità di risparmio e di recupero delle risorse” le misure potranno progressivamente variare ed essere “meno impattanti. Come evidenziato anche dal Collegio dei Revisori dei Conti, il piano, soprattutto nei primi tre anni, però “si farà sentire”.

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