Autore Redazione
mercoledì
27 Novembre 2019
05:45
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Politica - Alessandria

Rio Lovassina e secondo ponte su Bormida: accordo bipartisan per la città

"Ora ci siamo rotti le scatole" ha tuonato il sindaco. Il Pd ha proposto una manifestazione a Torino davanti alla Regione, composta da politici e cittadini
Rio Lovassina e secondo ponte su Bormida: accordo bipartisan per la città

ALESSANDRIA – Uniti per invocare aiuti volti alla messa in sicurezza di Alessandria. Maggioranza e minoranza del Consiglio Comunale hanno annunciato di voler presentare insieme un ordine del giorno che solleciti le autorità regionali e nazionali a finanziare il progetto per bloccare le esondazioni del rio Lovassina, a Spinetta Marengo, oltre a un secondo ponte sul fiume Bormida. Secondo il sindaco Cuttica di Revigliasco, infatti, per superare “il muro di gomma” di richieste mai ascoltate occorre una “rivendicazione corale di tutta la comunità”.

“Sabato e domenica abbiamo affrontato il problema con razionalità e lucidità, senza angoscia” ha aggiunto il sindaco con un tono accorato “ma restano alcuni nodi irrisolti. Da 20 anni stiamo producendo atti sul rio Lovassina. Ho sollecitato tutti su questo tema: il Capo della Protezione Civile, la Regione, il premier Conte, nel frattempo le persone continuano a fare i conti con gli stessi problemi. Ci siamo rotti le scatole, il nodo idraulico sul Bormida è ridicolo, va risolto. Sono pessimista ma noi faremo il possibile affinché si arrivi comunque a fare qualcosa. Serve un tavolo tecnico-politico, che evidenzi le criticità. Altrimenti continuiamo solo a parlarci addosso, e basta”. 

Altra priorità per Alessandria è, come detto, un secondo ponte sulla Bormida: “Non è una questione di viabilità ma di sicurezza. Altrimenti la città è isolata. Pensiamo a eventuali emergenze: la Caserma dei Vigili del Fuoco o l’Ospedale si trovano dentro la città”. 

“Senza soldi non si può far nulla” ha tuonato anche il presidente della Commissione Sviluppo del Territorio Mauro Bovone, di Forza Italia “bisogna agire. C’era un progetto: perché non è stato portato avanti? Continuerò a insistere su questo. Sono stanco e stufo di vedere gli abitanti di Spinetta che vanno sempre a bagno”. 

“Serve una soluzione generale” ha rimarcato Paolo Borasio, assessore alla Protezione Civile “va modificato il nostro modo di fare politica. Ricordo che, sommando le somme che finanzierebbero le operazioni da fare per sistemare Alessandria si supererebbero i 100 milioni di euro: solo 50 milioni per le casse di laminazione sul Tanaro, poco più di 10 milioni per il progetto sul Lovassina, 20 milioni per il secondo ponte sulla Bormida e 30 milioni circa per mettere in sicurezza San Michele”. 

Le sollecitazioni del sindaco hanno trovato il consenso anche della minoranza. Il Partito Democratico, ad esempio, ha anche proposto una manifestazione di amministratori e cittadini alessandrini, tutti insieme a Torino, al Palazzo della Regione, per chiedere di essere ascoltati. “Questo rappresenterebbe un passo in più, dobbiamo fare uno scatto” le parole del consigliere Pd Giorgio Abonante. “Il rischio” ha aggiunto il collega di partito Enrico Mazzoni “è che ora che l’emergenza è passata ci si dimentichi di questi temi”. 

“Su queste questioni dobbiamo essere uniti e operativi” le parole del capogruppo Pd Paolo Berta che ha ricordato quanto avvenne ad aprile del 2015. In occasione degli Stati Generali sul dissesto idrogeologico in Piemonte l’ex assessore all’Ambiente Claudio Lombardi apprese che era stata creata una unità di missione in seno alla Presidenza del Consiglio che l’intervento sul Lovassina era stato inserito nell’elenco delle priorità tra le opere finanziabili con lo stanziamento da Palazzo Chigi da 9 miliardi nei successivi 7 anni.

Proprio Lombardi, anche lui presente, ha ricordato quanto riuscì a fare durante l’ultimo mandato: un gruppo di lavoro interfunzionale in grado di studiare il problema del Lovassina e non solo con tutti gli incartamenti poi rimasti a disposizione dell’attuale amministrazione. Sul Lovassina, in particolare, erano tre le priorità individuate: fare in modo che le acque da Novi scarichino nello Scrivia e non nel Lovassina, monitorare gli scarichi per evitare il più possibile che qualcuno possa gettarvi dentro dei prodotti chimici e, infine, il monitoraggio dei problemi sanitari forse legati alla rete fognaria.

“Le problematiche sono tante e le competenze trasversali” ha rimarcato Michelangelo Serra, capogruppo del Movimento 5 Stelle “come Movimento stiamo interessando il Ministero dell’Ambiente, in particolare per il secondo ponte sulla Bormida. L’attuale ponte è composto da strutture ormai degradate che fanno da tappo. Serve una manutenzione straordinaria. Sul rio Lovassina il progetto c’è già, anche se a nostro avviso è migliorabile. Si potrebbe usare meno cemento, spendendo meno. Ma lo si porti comunque avanti”

“Faccio un appello accorato” ha aggiunto Vincenzo Demarte, del gruppo Dema e abitante di Spinetta “già un anno fa presentai una interpellanza sul Lovassina. I rii vanno puliti”. 

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