Autore Redazione
giovedì
5 Dicembre 2019
05:38
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Politica - Alessandria

Governo: nel Pd c’è chi dice no. Borioli: “Di Maio e Di Battista? Due bulli”

Dall'ex senatore toni durissimi contro i due esponenti pentastellati: "M5S vietnamizzato in una guerra tra bande. Facciamo la manovra e poi scriviamo la parola fine"
Governo: nel Pd c’è chi dice no. Borioli: “Di Maio e Di Battista? Due bulli”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA –Basta. In un post sulla sua pagina Facebook l’esponente provinciale del Partito Democratico, Daniele Borioli ha usato anche toni duri per mandare in archivio l’esperienza del governo giallorosso. Nel mirino dell’ex senatore e attuale tesoriere regionale, infatti, è finito il Movimento 5 Stelle e, in particolare, il capo politico Luigi Di Maio insieme ad Alessandro Di Battista, definiti “bulli senza arte né parte“: questa è solo una delle definizioni, ma ce n’è un’altra decisamente più colorita. 

“Il termine è un po’ forte ma il concetto che volevo esprimere non lo ritratto di sicuro ha precisato poi Borioli ai microfoni di Radio Gold “sono due signori Nessuno, che non hanno competenza in nulla, con loro al comando del Movimento 5 Stelle non c’è alcuna prospettiva politica. A meno che Di Maio e Di Battista non vengano mandati a casa. Gli insulti? Se pensiamo a tutto quello che loro hanno detto e alimentato nei confronti del sindaco di Bibbiano che in realtà è brava persona, che si è ritrovato a rispondere di responsabilità non sue. Se penso ai “vaffa” di Beppe Grillo… Ripeto: si avventurano in materie sulle quali non capiscono nulla e mostrano un atteggiamento arrogante, senza portare una posizione politica. Non possiamo costruire una prospettiva politica con gente così”.

Il politico valenzano ha poi citato la celebre canzone di Jim Morrison “The End”, la fine, per inquadrare il momento.

Non ci sono le condizioni politiche per immaginare che con questi 5 Stelle si possa vedere una prospettiva, non vale la pena di continuare a perdere tempo” ha continuato l’ex parlamentare ai microfoni di Radio Gold “nelle ultime settimane c’è stato, tra i 5 Stelle, un riposizionamento ostile al Pd e ad alcuni nostri fondamenti democratici, in aperta contraddizione col fatto che governiamo insieme. Di Maio e Di Battista sono i capi di questo Movimento e stanno marcando un orientamento politico verso destra: sull’Europa, sui migranti, sullo ius soli. E poi non è accettabile in uno stato di diritto l’abolizione della prescrizione per come viene da loro declinata. Non vale più la pena di spendere tempo con un movimento populista, ossessionato dalla lotta intestina per la leadership. Oggi il M5S è vietnamizzato e disarticolato in una guerra tra bande. Certo, con un passo indietro di Di Maio si aprirebbe una nuova fase ma dovrebbe cambiare totalmente, rinnovando la propria classe dirigente. Oggi sono diventati il peggio della vecchia politica, frazionati in correnti in lotta per il potere”.

Nel commentare il post di Borioli anche il segretario Pd di Alessandria Rapisardo Antinucci ha espresso lo stesso concetto: “Sinceramente molti di noi queste opinioni le hanno sempre sostenute. I 5 stelle nascono dal vaffa, dai no vax, dai no tav, da una visione economica fatta di sussidi e statalismo, da un giustizialismo feroce, pensare di poterli portare ad una visione almeno normale della politica è stata una scelta temeraria. Ora si chiuda la vicenda. Ma il Pd deve ritrovare un’anima e un progetto, cose che al momento latitano”.

Sempre a Radio Gold Borioli ha poi parlato della figura di Giuseppe Conte: “Non ero entusiasta rispetto alla sua conferma a Palazzo Chigi ma, se non altro, oggi mostra la stoffa di un uomo che cerca di condurre il paese con una responsabilità che gli va riconosciuta, che tenta di trovare punti di sintesi e difendere l’immagine dell’Italia in Europa. Noi ora dobbiamo mettiamo paletti invalicabili, oppure prendere subito atto che con questi 5 stelle non si può andare avanti. Abbiamo concesso molto su diverse cose, come sulla riduzione parlamentari, fatta senza nessuna garanzia ed esponendo alcuni territori al rischio di non essere rappresentati”.

Per il tesoriere del Pd regionale, quindi, l’unica alternativa restano le urne, con tutti i rischi del caso, per il Pd, di vedere vincere la Lega e di perdere anche la possibilità di incidere sulla nomina del prossimo Capo dello Stato, prevista nel 2022: “Sappiamo che c’è il rischio dell’egemonia di una destra non tranquillizzante. Ma prima o poi si andrà a votare: se non impediamo a Di Maio e Di Battista di nuocere al Governo rischiamo di rendere la destra ancora più forte. Sul Presidente della Repubblica: qualcuno pensa che si possa fare affidamento su questo Movimento 5 stelle? Mi sembra un illusione velleitaria. Non avremmo l’agibilità di eleggere un Capo dello Stato che dia garanzie democratiche che come Pd dovremmo pretendere. Nel 2013 proposero Rodotà? Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. E poi ricordo che ci mandarono a stendere quando chiedevamo un dialogo”.

Infine Daniele Borioli è intervenuto a proposito del recente fenomeno delle Sardine: “Rappresentano un tessuto civile che spero si mobiliti contro la destra. Venerdì, alla manifestazione organizzata ad Alessandria, il Pd deve esserci, ma in modo discreto, senza simboli o bandiere, coi suoi militanti, più che coi suoi dirigenti. La speranza è che che le Sardine possano ricostruire un tessuto democratico e di tolleranza, contro le parole di odio e rancore. Con loro dobbiamo parlare, senza cercare di appropriarcene o metterci il “cappello””.

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