Autore Redazione
giovedì
19 Marzo 2020
16:48
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Politica - Alessandria

Coronavirus, Ravetti (Pd) a Cirio: “Nessuna ambiguità sui tamponi”

Coronavirus, Ravetti (Pd) a Cirio: “Nessuna ambiguità sui tamponi”

PIEMONTE – Il capogruppo del Partito Democratico in Regione Piemonte Domenico Ravetti, insieme ai colleghi Mauro Salizzoni e Domenico Rossi, rispettivamente vice-presidente del Consiglio Regionale e vice-presidente della Commissione Sanità, hanno sollecitato il Governatore Alberto Cirio a precisare l’intenzione della Giunta sul tema dei tamponi per individuare il coronavirus.

“L’altro ieri il Presidente Cirio ha annunciato il tampone per tutti gli operatori sanitari” hanno sottolineato gli esponenti di opposizione “oggi leggiamo una sua intervista nella quale dichiara che i tamponi aumenteranno, ma le indicazioni del Comitato Scientifico mettono dei paletti: “Non a caso, anche sul personale sanitario si seguirà il criterio della discrezionalità: il test sarà riservato soltanto a coloro che hanno avuto una esposizione diretta con i contagiati, per di più in assenza di adeguati dispositivi di protezione individuale”. Si tratta di una cosa ben diversa dal farlo a tutti gli operatori, ma anche dal farlo in maniera graduale a partire da quelli più esposti. Di fatto sarebbe tutto uguale alla condizione pre-esistente alle dichiarazioni. Ci aspettiamo una smentita di questa dichiarazione e azioni conseguenti agli annunci fatti in questi giorni per il rispetto nei confronti degli operatori sanitari verso cui siamo tutti in debito. Aspettiamo le Linee Guida del Comitato Scientifico, che comunque andava consultato prima dell’annuncio”.

“Ma, al di là del dato sugli operatori sanitari” hanno precisato Ravetti, Salizzoni e Rossi “resta comunque il dato oggettivo dei pochi tamponi eseguiti in Piemonte se confrontato con quello delle altre regioni, che come noi seguono le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo la Protezione Civile, ieri alle 17 noi avevamo eseguito 7516 tamponi contro i 15461 dell’Emilia Romagna e i 40000 circa del Veneto. Senza arrivare ai tamponi di massa, riteniamo che sia necessario aumentare il numero dei test nei confronti dei sintomatici e dei loro contatti stretti, a partire dagli operatori sanitari e dai tanti cittadini con sintomi isolati nel proprio domicilio, segnalati dai medici di medicina generale. Non tutti i laboratori stanno lavorando anche di notte e alcuni, ora non utilizzati, potrebbero essere messi nella condizione di lavorare tramite l’acquisto della strumentazione necessaria”.

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