Autore Redazione
sabato
14 Novembre 2020
05:37
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Politica - Alessandria

Covid, sindacati: “Manca personale, ora stabilizzare i precari. Regione è in stato confusionale”

Covid, sindacati: “Manca personale, ora stabilizzare i precari. Regione è in stato confusionale”

PIEMONTE – “Una situazione drammatica, che potrebbe anche diventare irreversibile”. Questo il severo giudizio di Cgil, Cisl e Uil piemontesi sull’emergenza coronavirus in Piemonte. I sindacati imputano ai vertici di Regione, definiti “in stato confusionale”,  di non ammettere gli errori fatti per poi ripartire con più credibilità. Le parti sociali hanno invocato “un piano straordinario di emergenza” che riorganizzi l’attività ospedaliera e territoriale. Il problema più evidente, hanno rimarcato i segretari regionali Pozzi, Ferraris e Cortese, è la carenza di personale.

“A marzo” ha inoltre sottolineato Alessio Ferraris, segretario regionale Cisl “finiranno gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione covid oltre al divieto di licenziamenti. Ci saranno decine di migliaia di lavoratori a rischio. Per questo chiediamo politiche attive e funzionali al momento storico. Sul fronte sanitario la situazione è tragica. Il covid ha colpito una regione sprovvista di una rete territoriale. Abbiamo chiesto al presidente Cirio un incontro urgente sul tema. Rispetto ai soldi che arriveranno dall’Europa occorre un ragionamento unitario per recuperare il terreno perduto in 10 anni. Al momento il Piemonte è fanalino di coda, “il sud” del Nord Italia”. 

“In vista di questa seconda ondata le risorse c’erano ma non sono state utilizzate per tempo” ha sottolineato Pier Massimo Pozzi, segretario Cgil Piemonte “la Regione sbaglia perché non ammette i propri errori, cerca di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi e non esplicita la sottovalutazione della seconda ondata, da luglio a ottobre non è stato messo in campo quello che era stato deciso. Piemonte è tra le regioni messe peggio in Italia, nonostante la nostra sanità di eccellenza. Non vogliamo trovare un capro espiatorio ma se si ammettono gli errori si è poi più credibili per rimediare. La pandemia finirà ma occorre essere in grado di ripartire e, sul fronte industriale, non possiamo arretrare sul mantenimento della manifattura come punto di forza, allargandoci sul terziario ora poco avanzato. Occorre fare una operazione di pressione sul governo perché il Piemonte non diventi residuale, ad esempio, sul fronte della mobilità”. 

“Stiamo affrontando una emergenza sanitaria, economica e sociale” ha rimarcato Gianni Cortese, segretario della Uil Piemonte “la catena di comando della Regione Piemonte ci sembra in stato confusionale, questa tempesta perfetta, però, è frutto delle politiche degli ultimi 10 anni. E i problemi non li risolveremo con le tende. Il tema principale è la carenza di operatori sanitari: medici, infermieri, oss. Non sono state fatte le case della salute, mancano infermieri di comunità, i collegamenti, al contrario di Veneto ed Emilia Romagna. Chiediamo di stabilizzare i precari, di intensificare le misure di sicurezza. I lavoratori sono stressati, non vengono più visti come eroi, hanno paura a tornare a casa. C’è poi un problema di emergenza e coesione sociale. Se le persone non hanno fiducia, poi, non si fanno investimenti e non si comprano i beni. Il Recovery Fund rappresenta un’occasione unica”. 

Proprio questo venerdì si sono tenuti in tutta Italia presidi dei lavoratori della Pubblica Amministrazione: “C’è una carenza cronica di personale” ha detto Roberto Scassa, della Uil Fpl “non sono ammissibili questi ritardi, abbiamo proposto una petizione indirizzata ai Ministri Dadone, Speranza, oltre al Presidente Cirio e all’assessore Icardi. Vogliamo cose concrete e immediate. Servono medici e infermieri che possano alleggerire la pressione, visto che tanto personale è risultato positivo”. 

“Le proposte della regione come quella dell’utilizzare oss per fare i tamponi, sono assurde” ha detto Aldo Blandino della Cisl Fp “la coperta è corta in tutti i settori. La delibera che stoppa le ferie e il riposo fino a data da destinarsi fa arrabbiare. Noi abbiamo fatto proposte: assumere da graduatoria un migliaio di infermieri a tempo indeterminato. Sugli oss c’è già una preselezione di 850 unità di personale a Cuneo. Chiediamo che siano assunti per tre anni e nel frattempo stabilizzati”.

“Il personale sanitario in questa seconda ondata è già stressato” ha detto Guido Catoggio della Fp Cgil “ora si percepisce anche ostilità contro chi è in prima linea. Abbiamo lanciato su una piattaforma la richiesta di solidarietà di tutto il mondo del lavoro, un richiamo forte alla coesione sociale e già sono arrivate oltre 4200 firme”. 

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