Autore Redazione
mercoledì
18 Novembre 2020
21:16
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Politica - Alessandria

Sindaco Cuttica a Cirio: “Perché la Clinica Città di Alessandria non è Covid Hospital come a marzo?”

Sindaco Cuttica a Cirio: “Perché la Clinica Città di Alessandria non è Covid Hospital come a marzo?”

ALESSANDRIA – Il sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco ha scritto al presidente del Piemonte Alberto Cirio riguardo l’emergenza covid. Il primo cittadino ha posto al Governatore alcune importanti questioni, evidenziando “il preoccupante dato della pressione esercitata negli scorsi giorni a carico dell’Ospedale cittadino”

Tre i fattori che hanno spinto Cuttica di Revigliasco a sollecitare il Governatore Cirio.

Il primo riguarda l’aumento costante del numero di Cittadini di Alessandria attualmente positivi, attestato ad oggi a 1.431 persone con una percentuale dell’1.53% di positivi/abitanti (pari a 15.28 positivi su 100 abitanti) e con un incremento di 78 unità di positivi nell’ultimo giorno.

Il secondo fattore fa riferimento al preoccupante dato della pressione esercitata negli scorsi giorni a carico dei presidi ospedalieri cittadini (di competenza dell’ASO AL), a fronte di dati complessivi del territorio della Provincia di Alessandria che, al contrario, parrebbero in linea con la media regionale”. Il fatto che il virus, in questa seconda ondata, stia colpendo di più i centri urbani, secondo Cuttica “potrebbe generare criticità nella gestione delle emergenze di secondo livello da parte dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, qualora si dovesse necessariamente continuare a convertire reparti ospedalieri al servizio dei pazienti Covid”. 

“Il terzo fattore si basa sulla nota che ieri (17 novembre) è stata inviata al sottoscritto e al Prefetto di Alessandria da parte del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e avente ad oggetto lo “stato dell’arte” sulla situazione dell’emergenza Covid+ proprio all’Ospedale di Alessandria.

“Dal testo di tale Nota ritengo utile estrapolare alcuni elementi particolarmente significativi: al 17.11.2020 erano presenti presso l’Azienda Ospedaliera 219 pazienti Covid+, di cui 14 in Terapia intensiva (7%) e 92 in semintesiva (43%) e, complessivamente, circa il 56% dei pazienti acuti ricoverati erano (e sono) Covid+.
Questo dato va confrontato, da un lato, con quanto prevedevano le Indicazioni Regionali per i centri HUB, ossia la gestione del 40% dei pazienti Covid e il 60% per i no-Covid e, dall’altro lato, con il fatto che la situazione generale ad Alessandria debba essere considerata anche in riferimento al Piano Pandemico Covid 2 consegnato e approvato dalla Regione Piemonte. Tale Piano prevedeva per il Quadrante Sud-Est – oltre ai posti-letto attivati dall’ASO AL, dall’ASL AL e dalla Salus – 52 posti-letto (di cui 12 in Terapia intensiva e 40 di media intensità) presso la Clinica Città di Alessandria, esattamente come in fase Covid 1: ebbene, questi posti letto” ha rimarcato Cuttica “risultano non ancora attivati e pertanto mancanti nella complessiva disponibilità “locale” di posti-letto”.

“Si tratta – come potete bene comprendere – di una ridotta potenzialità di risposta alla popolazione del Quadrante Sud-Est che porta a un sovraccarico delle strutture ospedaliere impegnate nel fronteggiare l’emergenza Covid, con la conseguente inevitabile riduzione dell’attività sia di carattere “improcrastinabile” sia di tipo oncologico e con il rischio, da parte dell’ASO AL, di non riuscire a rispondere alle urgenze/emergenze quotidiane: urgenze/emergenze che, per l’Ospedale di Alessandria, sono anche quelle di “secondo livello” essendo l’Ospedale di Alessandria la struttura di riferimento dell’intero Quadrante”.

“A fronte di queste criticità e al fine di evitare – a mio sommesso parere – ulteriori gravi rischi, quale Sindaco di questa Città ritengo che sia assolutamente necessario che, per un verso, l’Unità di Crisi Regionale consenta (con procedure autorizzative più snelle e veloci di oggi) i trasferimenti di pazienti tra ASL AL e ASO AL e, per altro verso, venga posta una particolare attenzione ai tempi di dimissioni ospedalieri dei pazienti COVID subacuti (meno gravi o lievi), in regime di continuità assistenziale in strutture alternative o in famiglia, attraverso un coordinamento con l’attività delle USCA istituite e operanti”.

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