11 Agosto 2021
05:21
Ddl Zan sì ma anche no, ad Alessandria il “pasticcio” della maggioranza. Opposizione attacca: “Siamo al ridicolo”
ALESSANDRIA – “Una cosa schizofrenica, un pasticcio assurdo, siamo al ridicolo”. Ad Alessandria ieri è tornata d’attualità la discussione sul Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. Il consiglio comunale ha infatti approvato un ordine del giorno ambiguo nella sua formulazione. Il testo, nella sua prima stesura, era dedicato alle “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere” e ricalcava in pieno gli obiettivi del Ddl, ancora fermo in Senato. Sottoscritto dal Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lista Rossa e appoggiato da Articolo Uno e Possibile, il testo è stato però emendato dalla Lega, “a nome di tutta la maggioranza” con una postilla che, secondo gli stessi pentastellati, così come il Pd e lo stesso Emanuele Locci di Alessandria Migliore (d’accordo con l’emendamento in sé ma non col modus operandi della maggioranza, ndr), ha snaturato la natura stessa del provvedimento.
“Pur ribadendo che siamo d’accordo coi punti toccati dall’ordine del giorno” ha detto il leghista Danilo Autano esponendo l’emendamento “pensiamo che questo ordine del giorno possa essere migliorato ulteriormente aggiungendo questo ulteriore punto. ‘Porre in essere ogni azione politica ed amministrativa così da impedire l’approvazione di norme nazionali che introdurrebbero ostracismo verso la libertà di pensiero e idee contrarie al sentire delle maggioranze, orientamenti sessuali obbligati, assecondando identità di genere diverse per minorenni in età scolastica, nonché per dare origine a violazioni di rapporti internazionali consolidati'”.
“L’emendamento e l’ordine del giorno non fanno altro che riflettere il dibattito a livello nazionale” ha sottolineato il sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco “ritengo che ci sia un reale pericolo di strumentalizzazione di certe posizioni per colpire giuridicamente un libero pensiero. Questo emendamento riequilibra questo percorso, se avessi dovuto valutare l’ordine del giorno solo sul dispositivo non avrei avuto nulla da eccepire ma nella premessa si fa riferimento al ddl Zan è quindi è chiaro che tutto rientra in un dibattito più generale, con sensibilità diverse. Dal punto di vista della maggioranza il ddl Zan non è la panacea di tutti i mali. Non è corretto appiattirsi sulle posizioni del ddl Zan, ammetto la libertà di espressione, e l’ho dimostrato col patrocinio al Pride, ma non sono d’accordo sulle posizioni di carattere sociale e ideologico che vengono espresse”.
“Aggiungendo del bigottismo a una proposta progressista si ottiene solo un pasticcio” ha attaccato Michelangelo Serra, del Movimento 5 Stelle “il ddl Zan non obbliga ad avere un orientamento sessuale, questo emendamento distorce il valore del nostro ordine del giorno. Questo testo, così come è stato emendato, è allucinante. Non si capisce cosa si intende con la frase ‘orientamento sessuale obbligato’, una roba da pazzi, da prima pagina nei giornali nazionali. E poi cosa si intende con violazione di rapporti internazionali consolidati? Con chi? Coi talebani, con gli estremisti islamici? A mio parere il testo rappresenta una brutta figura del consiglio comunale”.
“L’emendamento stravolge il senso dell’odg” le parole del consigliere Pd Rita Rossa “il ddl Zan che nasce proprio per tutelare chi viene discriminato e non vieta il pensiero tradizionale, il ddl zan tutela la libertà e difende chi viene ritenuto un soggetto deviato. Non funziona dichiararsi favorevole all’odg e sostenere un emendamento che lo snatura, è un modo surrettizio e poco onorevole per dire che siete contrari, sarebbe più onesto votare subito contro, sarebbe più giusto dichiararsi contrari al ddl zan. In questo modo, invece, esponete la città al ridicolo, è un testo schizofrenico”.
“Ho sentito parlare di valori della famiglia” ha aggiunto il capogruppo Pd Paolo Berta “concordo sul fatto che i genitori debbano indicare ai figli i valori in cui credono. A me hanno insegnato l’onestà, il coraggio e il rispetto dei diritti di tutti, un genitore non può insegnare un orientamento sessuale che viene espresso dalla natura, non da altro”.
Come già detto, poi, per una volta M5S e Pd si sono trovati dalla stessa parte di Emanuele Locci, di Alessandria Migliore: “Concordo con loro rispetto a questo emendamento. Io lo sostengo nei suoi contenuti ma non sono d’accordo con le modalità in cui è stato inserito. Sono assurde, ricordo infatti che vengono comunque mantenute le premesse dell’ordine del giorno. Alla fine è stata votata una cosa schizofrenica, nelle premesse si dice tutt’altro. Insomma: o si boccia o si condivide, non lo si snatura in maniera irrazionale. Effettivamente ci esponiamo al ridicolo, questo ordine del giorno nelle sue premesse celebra la proposta di Zan come la panacea di tutti i mali, ma poi viene aggiunto un emendamento che contraddice le premesse. Invito i colleghi di centrodestra a leggere bene tutto il testo e a non votare basandosi solo sull’emendamento. Stiamo parlando di un ordine del giorno che riporta considerazioni di tipo politico sul ddl zan, con fonti non citate in maniera certa. Insomma, è una questione di dignità istituzionale, è come dire di essere d’accordo con la legge Zan e, allo stesso tempo, chiedere che venga modificata, è assurdo. Chiedo al proponente Michelangelo Serra di avere il buon cuore di togliere Alessandria dall’imbarazzo e ritirare questo ordine del giorno che farebbe ridere rispetto alla capacità del consiglio comunale di fare sintesi e di scrivere documenti con uno svolgimento razionale dall’inizio alla fine. Io voterò in modo contrario”.
Un appello, quello di Emanuele Locci verso Serra, caduto nel vuoto. Il Movimento 5 Stelle ha infatti deciso di andare fino in fondo, lasciando così alla maggioranza l’onere di approvare un ordine del giorno emendato e finito nell’occhio del ciclone per la sua ambiguità.
Alla fine i sì sono stati 14: quelli dei leghisti Cuttica, Lumi, Autano, Simonetta Bovone, Ruffato, Iacovoni e Guazzotti, degli esponenti di Forza Italia Passalacqua, Poggio, Guerci, Bovone, dei consiglieri di SìAmo Alessandria Bianchini e Castelli e di Elisabetta Onetti di “Per Alessandria”. “Quando le leggi sono divisive occorre valutare, il rispetto di tutti i pensieri non si discute ma non occorre fare valutazioni strumentali” ha sostenuto proprio Elisabetta Onetti “a volte qualcuno parla per slogan, ci sono finte ideologie, va da sé che le tutele sono uguali per tutti e Alessandria ha dimostrato di accogliere sempre tutti ma non occorre sempre strumentalizzare tutto“.
Non tutti gli esponenti della maggioranza, però, hanno detto sì: i leghisti Pavanello, Buzzi e Ravazzi erano assenti, così come Foglino e Micò in casa Forza Italia. Nel partito di Berlusconi, inoltre, il capogruppo Sciaudone si è astenuto.
Contrario all’ordine del giorno Piero Castellano, di Fratelli d’Italia: “Ho altri ideali, sicuramente oggi va di moda questa promiscuità di genere ma la mia famiglia mi ha insegnato valori cattolici e cristiani e ne vado fiero” ha rimarcato il consigliere di centrodestra, il cui voto ha quindi riguardato il merito della gran parte dell’ordine del giorno, nonostante l’emendamento “ci sono frange di omosessuali anche nella chiesa cattolica? Dico che sono fatti loro per non dire altre parole, non voglio essere censurato”.