Autore Redazione
venerdì
11 Marzo 2022
20:45
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Politica - Acqui Terme

Acqui, il candidato sindaco del centrosinistra Bruno Barosio: “Terme? Crisi causata dal monopolio”

Acqui, il candidato sindaco del centrosinistra Bruno Barosio: “Terme? Crisi causata dal monopolio”

ACQUI TERME – 68 anni, esponente del Partito Democratico e dirigente della Provincia ora in pensione, sarà Bruno Barosio il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni di Acqui Terme. Barosio rappresenterà Pd, Italia Viva, Azione e Articolo 1. Nel suo intervento ha ricordato di conoscere Acqui da oltre 50 anni, dopo essere nato in provincia di Asti. Già sindaco di Bistagno per due mandati, ora Barosio punta alla fascia tricolore della città termale.

“Come Sindaco ho fatto quello che farei ancora ad Acqui: ricercare e definire le azioni per creare uno sviluppo locale che produca ricchezza e benessere per la comunità. La società è in continua evoluzione; le cose cambiano velocemente ed occorre gestire il cambiamento altrimenti sarà il cambiamento a produrre i suoi effetti senza alcuna attenuazione. Intendo privilegiare nella mia attività amministrativa la politica dell’ascolto, al fine di approfondire la conoscenza dei problemi della città e individuare le soluzioni. Riconosco il valore e l’importanza degli enti intermedi, le associazioni di categoria, le istituzioni private di volontariato e culturali, le associazioni no-profit, con le quali desidero interloquire sia durante la campagna elettorale che dopo. Amo la politica del confronto e della proposta; occorre conoscere l’esistente per selezionare le politiche più appropriate per sviluppare il futuro”.

Penso che Acqui debba ricostruire la propria identità e debba tornare ad essere conosciuta sia per i valori che rappresentano la sua dotazione naturale, sia per quelli che devono essere pensati e costruiti in coerenza con le qualità ed i talenti. Acqui è sempre stata conosciuta come la più bella delle città capofila della provincia di Alessandria; il suo territorio è il Monferrato, che è un brand conosciuto e apprezzato a livello internazionale; non possiamo non sfruttare una simile rendita di posizione. Acqui terme, città del turismo, città delle terme, città della cultura. Queste sono le tre più significative aree valoriali di intervento sulle quali mi impegnerò nei prossimi anni. Sono settori intimamente legati e coerenti; ognuno di essi è parte di un tutto e sono questo legame e questa coerenza che determinano il valore aggiunto dell’insieme. Per raggiungere lo scopo è però necessario eliminare la zavorra accumulata nel tempo e trovare soluzioni alle problematiche che potrebbero vanificare l’impegno principale della mia amministrazione: l’attrazione degli investimenti”.

Nel suo discorso Barosio ha subito affrontato il tema delle terme. “Penso che la crisi del settore termale acquese sia stata causata essenzialmente dalla situazione di monopolio nell’utilizzo della risorsa termale”ha detto Barosio “Da un secolo quasi, dal 1935, lo sfruttamento della risorsa termale è appannaggio di un unico soggetto; prima soggetto pubblico, poi, da alcuni anni, ditta privata. Sarebbe però perfino errato dire che ne è stato fatto un uso esclusivo, perché in realtà negli ultimi tempi ne è stato fatto un “non uso” esclusivo, essendo gli stabilimenti quasi totalmente chiusi. La ricchezza della città di Acqui, l’acqua termale, è oggi dimenticata sotto i nostri piedi; il monopolista non la usa in proprio e neppure ne consente l’uso ad altri; non consente l’uso dell’acqua e neppure consente l’apertura delle strutture di cui è proprietario, come la piscina e gli stabilimenti e gli alberghi che almeno fino a poco fa offrivano ospitalità e fornivano le cure. La gestione monopolista impedisce l’ingresso di nuovi imprenditori e di nuove imprese nel comparto. Oggi siamo al paradosso di portata tale, per cui anche una semplice domanda del tipo: “quando scadono le concessioni” può creare una crisi di nervi; perché ti daranno almeno tre o quattro date diverse a seconda che si prenda in considerazione il documento del 1935 o le fonti legislative degli anni 90, o, magari il sottile ragionamento che parte dalla trasformazione delle concessioni perpetue in temporanee. Il festival dell’incertezza. In mezzo a tale incertezza dovrà operare la nuova amministrazione per far sì che nel momento in cui le concessioni diventeranno di nuovo contendibili, il Comune di Acqui possa dire la sua sia per la scelta delle modalità di affidamento e sia per le condizioni di utilizzo da parte del futuro assegnatario. L’attrazione degli investimenti, si diceva in campo termale e turistico; ebbene questo potrà avvenire solo dopo la risoluzione del problema della contendibilità delle acque termali. Quando questo accadrà dovrà essere avviata una operazione di marketing e di ricerca di imprenditori del settore o di settori collegati, interessati ad investire in un’area, l’acquese, potenzialmente promettente, con valori patrimoniali ancora bassi e con una amministrazione aperta a sostenere e accompagnare seri piani di investimento. Ma mentre lavoreremo per liberare le concessioni dovremo anche intervenire sugli altri fronti e ideare piani di sviluppo realistici e convincenti che ci permettano di dialogare con i futuri investitori sulle azioni da intraprendere per lo sviluppo di Acqui citta del turismo, Acqui città delle Terme, Acqui città della cultura”.

Barosio ha anche rimarcato che “da troppo tempo, sul fronte turismo, manca una programmazione di eventi cittadini che diano volano all’economia. Occorrerà programmare un piano di iniziative promozionali, fieristiche di ampio respiro che possano diventare ricorrenti e idonee a promuovere le eccellenze enogastronomiche della città e del territorio. La valorizzazione turistica deve portare all’inserimento organico degli aventi cittadini nelle iniziative di valorizzazione del Monferrato, brand da sfruttare e potenziare; occorre realizzare iniziative di valorizzazione delle risorse del territorio (trekking, cicloturismo, enoturismo, enogastronomia, valorizzazione della vicinanza con città storiche, turistiche, ecc.) in modo da portarle a sistema anche se gli effetti potranno essere condizionati dal successo delle iniziative legate alle acque termali. Il rafforzamento delle iniziative di sviluppo di area vasta, deve però essere perseguito con impegno; come ieri nella veste di Sindaco di un paese dell’acquese guardavo ad Acqui come partner importante per lo sviluppo dell’intero territorio, domani cercherò la collaborazione con i comuni dell’acquese per la creazione di un volano turistico esteso. Questa visione non è il frutto di improvvisa illuminazione che sembra aver colpito anche sindaci di Acqui Terme che in passato sono stati i fautori della netta divisione tra la città ed i paesi dell’acquese ed oggi preconizzano una grande alleanza territoriale per “andare oltre le terme”. Nella mia idea di futuro della città, l’attività termale rimane centrale, e si deve fare tutto ciò che sarà necessario per riappropriarsi della risorsa e farla diventare, questo sì, il motore non solo della città ma di tutto il territorio”.

Secondo Barosio, inoltre, sul fronte cultura “occorre promuovere e comunicare tutto ciò che già esiste (siti archeologici, bellezze storiche, opere d’arte) implementando le iniziative gli eventi, le manifestazioni in aggiunta a quelle che già si svolgono con successo (acqui storia, acqui ambiente, editi e inediti, biennale dell’incisione, mostra antologica). Occorre anche individuare sedi adatte a contenere queste iniziative e sarebbe magnifico affiancare al museo archeologico anche un museo di tipo tradizionale con esposizione di opere permanenti e sede di altre iniziative artistiche. Sostenere le iniziative di privati cittadini già in essere di promozione dei percorsi artistici “segreti” della nostra città, di grandissimo fascino. Conseguenti alle azioni nelle tre direzioni di cui sopra, vengono poi tutti gli interventi in campo urbanistico finalizzati a ridare bellezza alla citta, a favorire la ristrutturazione degli edifici, a migliorarne la sostenibilità, a diminuirne i costi e i consumi energetici. Un tempo una città come Acqui Terme avviava il complesso procedimento della variazione generale al piano regolatore per individuare nuove aree di espansione; oggi ritengo si debba dare maggiore attenzione al miglioramento del tessuto urbanistico esistente, al risanamento della rete viaria interna pedonale, ciclabile ed automobilistica, alle modifiche necessarie per superare la criticità di aree e parti della città che da troppo tempo sono oscurate da palizzate fittizie o sono lasciate ad un destino di abbandono. Poi massima attenzione alle problematiche di coesione sociale; il miglioramento delle misure esistenti a tutela delle persone deboli, la creazione di nuovi posti di lavoro, l’ottimizzazione della formazione scolastica, anche ristrutturando gli edifici scolastici, che in alcuni casi mostrano sfregi preoccupanti. In questa sede non si possono prendere in esame, tutti gli aspetti; verranno trattati nel corso del dibattito elettorale e saranno oggetto del programma di mandato che verrà reso noto. Programma che sarà poi implementato con il lavoro che intendo svolgere nei primi 120 giorni di mandato, quando analizzerò i documenti, creerò tavoli di consultazioni con le forze cittadine per ascoltare le idee, per conoscere le aspettative e le critiche al sistema municipale. Chiederò alle maestranze interne di mettere in campo le loro migliori capacità insieme a quelle di consulenti esterni ma anche di privati cittadini che si stanno già impegnando nel recupero della città. Attiverò gli strumenti e le strutture necessarie per ricercare le risorse finanziarie previste dalla programmazione nazionale e comunitaria (Pnrr, fondi strutturali europei, contribuzioni private e quant’altro) e mi dedicherò in particolare, alla disamina della nuova normativa sugli enti del terzo settore per portare i tantissimi soggetti che operano privatamente nel campo del volontariato, della solidarietà, del no-profit, dello sport, dell’assistenza, in una rete collaborativa con il comune. Ed alla fine già di questo anno solare darò conto di tale lavoro, come renderò un conto annualmente dell’attività del comune per ognuno degli anni della consigliatura”.

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