Autore Redazione
venerdì
30 Settembre 2022
05:33
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Politica - Alessandria

400 mila euro alle associazioni pro-vita: la Regione Piemonte pronta al sì. Insorgono le opposizioni

400 mila euro alle associazioni pro-vita: la Regione Piemonte pronta al sì. Insorgono le opposizioni

PIEMONTE – L’assessore alle Politiche sociali, Maurizio Marrone, ha annunciato che è pronta in Regione Piemonte la delibera di giunta dedicata al cosiddetto provvedimento chiamato “Vita Nascente“, lo stanziamento di 400 mila euro alle cosiddette associazioni pro vita. Nel dettaglio si tratta di una delibera sulle modalità di accesso e i criteri di assegnazione dei finanziamenti per la promozione e realizzazione di progetti di accompagnamento individualizzati, finalizzati alla promozione del valore sociale della maternità e alla tutela della vita nascente, da parte di organizzazioni ed associazioni operanti nel settore della tutela materno infantile ed iscritte negli elenchi approvati dalle Asl.

“I 400.000 euro già stanziati a bilancio serviranno a sostenere le attività di ascolto e consulenza, attraverso la presenza a sportello programmato nei presidi sanitari, progetti di sostegno alle mamme per almeno i primi mille giorni dei neonati, anche attraverso sostegno economico e gli aiuti materiali e fornitura beni di prima necessità, percorsi di sostegno psicologico sia individuali che di gruppo, attraverso figure professionali adeguatamente formate e accompagnamento ai gruppi di auto mutuo aiuto tra gestanti e neomamme” ha rimarcato Marrone.

Come ha riferito la Regione ogni progetto dovrà espressamente prevedere attività di comunicazione e diffusione dei programmi di intervento nel territorio di riferimento, anche attraverso i Consultori familiari, i Consultori pediatrici nonché i Centri per le Famiglie aderenti al Coordinamento Regionale localmente presenti ed i principali siti istituzionali nonché canali multimediali di informazione. Saranno previsti altri 60.000 euro destinati a finanziare interventi dei servizi socio-assistenziali di Torino, Novara, Alessandria e Cuneo a supporto della segretezza del parto per le gestanti che abbiano deciso il non riconoscimento del nascituro. La deliberà di giunta sarà calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo nella prima commissione quarta sanità e assistenza utile per essere esaminata prima dell’approvazione in giunta, come previsto dall’emendamento alla legge di bilancio”.

“La Regione Piemonte – sottolinea Marrone – pagherà alle famiglie socialmente vulnerabili e alle donne in difficoltà economica, magari perché abbandonate da genitori e partner, ciò che serve per non dover rinunciare alla gravidanza che desiderano: canoni di locazione, rate di mutuo, bollette di utenze, abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini. Mentre noi realizziamo un passo alla volta la rivoluzione sociale delle culle, attuando finalmente la parte preventiva della legge 194 che tutela in concreto il valore sociale della maternità, le sinistre si radicalizzano ulteriormente inseguendo una piazza estremista che oltraggia cartelli con su scritte le parole ‘Dio’ e ‘famiglia’, non si meraviglino se il Paese reale ed in particolare le periferie voltano loro le spalle” ha concluso Marrone ringraziando la collega assessore all’Infanzia, Chiara Caucino “per aver sottoscritto insieme a me la delibera, a ennesima riprova della coesione programmatica e valoriale del centrodestra unito”. 

L’annuncio dell’esponente della Giunta Cirio ha sollevato una serie di polemiche dall’opposizione: “In attesa di vedere il testo definitivo in Commissione Sanità, possiamo già affermare con certezza che dietro alle dichiarazioni dell’Assessore Marrone – che sostiene di voler aiutare le donne che scelgono di abortire per difficoltà economiche – si nasconda null’altro che un’elargizione di contributi alle associazioni antiabortiste” hanno sottolineato Chiara Appendino e Sarah Disabato, rispettivamente deputata e capogruppo regionale del M5S “Volesse davvero aiutare le donne e le famiglie, la Giunta Regionale dovrebbe fare tutto ciò che non ha fatto in questi anni sul capitolo welfare e sanità: dall’abbattimento delle rette degli asili nidi all’incremento dei servizi per la prima infanzia, dai sostegni all’occupazione femminile agli interventi per garantire la presenza di medici non obiettori nelle strutture sanitarie. Continueremo, come abbiamo sempre fatto, a dare battaglia contro questi provvedimenti che riteniamo dannosi e discriminatori, e con i quali il Centrodestra tenta per mera ideologia di minare costantemente il diritto all’aborto e la libertà delle donne di decidere del proprio corpo. In piazza e tra i banchi del Parlamento e del Consiglio Regionale non smetteremo di far sentire la nostra voce per tutelare le conquiste di civiltà della legge 194″.

“La ‘rivoluzione sociale delle culle’ è un’espressione che da sola mi fa accapponare la pelle. Marrone e Fratelli d’Italia cercano già di alzare il livello dello scontro. Non c’è problema: lo alzeremo anche noi. Intanto l’opposizione a questa destra è già cominciata, proprio ieri, da tutte quelle piazze in cui i movimenti femministi hanno fatto sapere che smantellare la 194 non sarà facile. Meloni e Marrone non hanno il coraggio di dire che lo farebbero, parlano di voler tutelare il ‘diritto a non abortire’, dicono di voler creare percorsi di accompagnamento alla ‘vita nascente’ mentre di fatto foraggiano le associazioni antiabortiste. Non arretreremo di un passo” ha dichiarato il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e neoeletto alla Camera per Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“In Piemonte Fratelli d’Italia è da anni in campagna permanente sulla pelle delle donne. Qui e in tutta Italia l’obiezione di coscienza è ormai endemica, fino ai picchi del Molise (83%) e della Sicilia (86%). L’unico diritto negato da tutelare è quello a un aborto libero, gratuito e sicuro. Ma c’è di più: nel 2020 il Piemonte ha perso 121.800 abitanti; sono praticamente sparite Novara e Savigliano: è la fotografia della bassissima natalità e dei tantissimi giovani scappati all’estero. Fuggono perché qui trovano solo salari da fame e condizioni di lavoro inaccettabili. Le destre che inneggiano alla natalità, alla famiglia, alla vita, per questa vita quando è presente e viva non fanno e non hanno fatto mai nulla. Nessuna misura sociale per consentire alle persone di uscire dalla precarietà, nessun intervento per estendere il diritto alla casa, e al contrario una lotta senza quartiere al reddito di cittadinanza. Sarebbe questa la loro rivoluzione sociale?”

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