23 Marzo 2023
08:57
Biometano a Valenza: la politica è contro ma non è detto che basti e i cittadini se ne vanno scoraggiati
VALENZA – La serata di discussione sul futuro impianto a biometano da costruire a Valenza è finita con diversi cittadini del comitato “No biogas” che hanno lasciato il palazzetto prima che il consiglio comunale aperto terminasse, e altri che hanno atteso strenuamente fino alla fine per tronare a casa con uno sguardo scoraggiato per un esito dell’incontro politico alla fin fine interlocutorio. Mercoledì 22 marzo 2023 la seduta pubblica al palazzetto dello sport doveva raggiungere una posizione comune e definitiva sull’impianto che potrebbe sorgere nella zona industriale della città. La politica alla fine ha detto ‘no’ all’impianto ma ha anche subordinato lo stop definitivo al parere dei tecnici. Il sindaco Maurizio Oddone e il presidente della Provincia, Enrico Bussalino, hanno spiegato di avere a cuore ambiente, turismo, valore artistico del territorio e qualità della vita dei cittadini ma tutto questo dovrà comunque sottostare alle norme e alla legalità. Perciò se le procedure saranno inoppugnabili la politica non potrà fare nulla, ha puntualizzato il Presidente. Le due amministrazioni tuttavia , ha aggiunto Bussalino, stanno lavorando con i tecnici “pancia a terra per portare argomentazioni a tutela del territorio e per ribadire la contrarietà a un insediamento che minaccia la bellezza della provincia”.
La questione è che i cittadini avrebbero voluto certezze. Dalla serata sono usciti invece con il sapore di un “nulla di fatto” nonostante un lungo elenco di ragioni presentato a giunta e consiglieri. Andrea Germonio, per esempio, ha sostenuto che la Provincia già nel 2021 aveva espresso parere contrario per una serie di importanti criticità tecniche tra cui anche la necessità di gestire rifiuti in quantità talmente elevate da lasciar immaginare la necessità di accoglierne da regioni limitrofe . “Questa è un’operazione unicamente finanziaria – ha spiegato Germonio – e se passerà la politica ne uscirà distrutta. Se l’impianto verrà fatto passerà il concetto che un privato può fare ciò che vuole ed è qualcosa di disastroso”. D’altronde, ha aggiunto Michela Sericano di Legambiente, “fare un nuovo impianto è un po’ come vendere frigoriferi in Alaska“, chiudendo con tagliente ironia la sua dettagliata sequela di rilievi sul futuro impianto valenzano. Questioni tecniche ma anche di qualità della vita come hanno dimostrato le varie testimonianze dei cittadini che si sono susseguiti al microfono. Tutti hanno raccontato del desiderio di continuare a vivere spalancando le finestre sulla “grande bellezza della campagna“, o tutelando bambini, attività turistiche e ambiente. A questo hanno aggiunto il dubbio che un eventuale insediamento dell’impianto possa minacciare uno sviluppo da tempo cavalcato dal distretto con i grandi marchi. “Se Bulgari avesse saputo che sarebbe stato costruito un impianto di biogas avrebbe davvero scelto Valenza per costruire il suo stabilimento?“. I cittadini insomma hanno elencato una serie di motivi che ritengono inoppugnabili e di buon senso, sufficiente a stoppare tutto. Il comitato quindi ha lasciato agli atti un documento in cui chiede alla politica di non demandare ai tecnici una scelta che non merita ulteriori discussioni. Diversamente, ha concluso “abdicherà il proprio ruolo“. La politica dal canto suo ha risposto con la ferma opposizione della minoranza. Il consigliere Davide Varona del Partito Democratico ha aggiunto ulteriori rilievi tecnici al progetto, citando un parere di Asl che sottolinea i rischi concreti di ricadute degli odori sul territorio oltre alla posizione contraria della Provincia di Vercelli rispetto a un insediamento analogo. Luca Ballerini (Valenza futura) ha sfoggiato tutta la sua amarezza per “una politica che dimostra di non contare niente se Comune e Provincia darà totale disponibilità ai tecnici” mentre Marilena Griva (PD) ha detto di voler guardare Valenza “con gli sguardi del comitato e dei cittadini che si stanno spendendo in questa battaglia” apprezzandone il coraggio e la combattività. Un ringraziamento sottolineato anche dal consigliere Alessandro Deangelis. L’opposizione ha fatto altrettanto ma ha riportato la battaglia sul piano politico rilevando un percorso di autorizzazione all’impianto iniziato “durante la giunta Barbero, già nel 2018 e 2019“, come ha velenosamente sottolineato il consigliere Daniele Boccardi (Prima Valenza), scatenando le ire della minoranza che, attraverso Varona, ha chiesto di certificare quelle dichiarazioni “senza le quali il Pd ricorrerà alle vie legali“. Accuse respinte anche da Ballerini che ha ricordato “un iter iniziato nel 2020, sulla base di un procedimento autorizzativo che non poteva essere bloccato” e che ancora non era entrato nel merito. Una situazione in parte confermata anche da Oddone che davanti ai cittadini ha voluto ribadire come la patata bollente dell’impianto sia capitata sulla sua scrivania il giorno dopo la sua investitura. “A quel punto ho chiesto alla conferenza dei servizi di spostare l’appuntamento che si è poi svolto a giugno del 2021 – ha precisato Oddone. Quello che è venuto dopo dimostra la nostra contrarietà, a cominciare da una ordinanza che tutela, per esempio, le strade comunali per impedire l’eventuale passaggio dei camion“. “I cittadini chiedono atti e non palle” ha però sibilato Ballerini, dopo che i cittadini avevano iniziato a mormorare o a lasciare il palazzetto, chiedendo anche di stralciare i 550 mila euro delle opere compensative dal bilancio preventivo 2023-2025 per dimostrare la volontà di non voler realizzare l’impianto, una scelta, ha invece risposto Guido Capuzzo della Lega, fatto proprio “a tutela dei cittadini“. Davanti a tutto questo Oddone ha chiuso la serata strabuzzando gli occhi. Per il primo cittadino infatti “l’impianto a oggi non c’è. Non so se ci sarà in futuro ma ma dal 2020 l’amministrazione ha le idee molto chiare. Valenza dice no e continuerà a dirlo“. I cittadini sperano sia vero ma ieri i dubbi e le paure, hanno spiegato, sono rimasti.