Autore Redazione
giovedì
26 Maggio 2016
22:02
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Politica

A Mirabello la lotta contro la discarica prosegue

A Mirabello la lotta contro la discarica prosegue

CASALE MONFERRATO – Il Comitato per cascina San Lorenzo, area Parco del Po e rio Anda, non ha nessuna intenzione di abbassare la guardia sulla questione discarica di Mirabello. Troppe domande e molti dubbi che ancora devono essere risolti e per dare forza a tutte queste perplessità continuano le attività pensate per dare visibilità e forza a un movimento che sta coinvolgendo molti cittadini. Sabato infatti ci sarà una cena di sostegno e finanziamento nel salone teatro di via Maria Ausiliatrice, alle 20 e domenica una camminata sul sito di cascina San Lorenzo e Fontanavecchia con partenza alle ore 10 dalla piazza Canto degli Italiani.

La questione è legata alla possibilità di dare vita a una nuova discarica amianto. Il problema sollevato dai cittadini però è la collocazione di questa discarica, come ha spiegato in un articolato intervento Paola Gioglio. “Mirabello è al centro del Sito di Bonifica di Interesse Nazionale, il S.I.N.? Ha la più alta concentrazione di rifiuti contenenti amianto? È indicata dall’Arpa come zona a maggior rischio sanitario? Siccome le risposte sono tutte negative, e il Comune di Casale si era impegnato a localizzare la discarica in posizione baricentrica, all’interno del bacino di utenza più ampio, in prossimità di infrastrutture esistenti, come autostrade, superstrade e viabilità secondaria, esplorando tre siti sul proprio territorio, tutti idonei, non si capisce la volontà di prendere in considerazione il sito di Mirabello, che corrisponde al territorio di cascina San Lorenzo, raggiungibile ora solo tramite una piccola strada provinciale“.

La “paura” è che la discarica possa compromettere il paesaggio e l’ambiente del paese, investendo un’area troppo vasta soggetta a una comproprietà pubblico/privata con la multinazionale Daneco. Da qui il “No ad una discarica amianto a cascina San Lorenzo perché non sarebbe comoda alla maggioranza dei Comuni che se ne dovranno servire, perché il livello della falda acquifera è troppo superficiale, come mostrano studi decennali, perché occorrerebbe asfaltare e cementificare una campagna con pregi naturalistici e paesaggistici, perché non vogliamo fare regali a nessun privato che sulle discariche specula”.

Su questo il sindaco di Mirabello, Mauro Gioanola, ancora non si è pronunciato, ma, ha detto, lo farà nel prossimo consiglio comunale, dopo una mozione dell’opposizione in merito. Il primo cittadino ha spiegato comunque in merito: “il terreno è di proprietà dei privati e questa è la mia preoccupazione ed è anche quella dei cittadini. Su questo ha quindi ragione la concittadina a sollevare preoccupazioni.”

Mauro Gioanola tuttavia ancora non si è espresso sulla questione. La risposta del primo cittadino arriverà entro il 6 giugno, quando verrà convocato il consiglio comunale. “Tutto mi sta a cuore, però, vorrei precisarlo – ha puntualizzato Mauro Gioanola”.

Il sindaco tuttavia non parteciperà alla camminata, per altri impegni, ha spiegato, mentre rimane in attesa di un confronto con il sindaco di Casale, Titti Palazzetti, annunciato in realtà già un mese fa e che dovrebbe avvenire entro la prossima settimana, propedeutico proprio alla discussione in consiglio comunale a Mirabello.

Una seduta che dovrà rispondere a molti dubbi tra cui quelli esposti da Paola Gioglio che vorrebbe sapere che “fine abbiano fatto i criteri di localizzazione enunciati nel 2013, i vincoli geologici e idrogeologici (livello della falda acquifera, direzione del flusso idrico sotterraneo, caratteristiche litografiche del sottosuolo) le condizioni di accettabilità (evitare aree di valore paesaggistico, privilegiare aree interstiziali), le condizioni escludenti (vincoli archeologici)“. La cittadina vorrebbe anche sapere perché “la Giunta di Casale abbia deliberato l’estensione delle indagini a Mirabello senza attingere agli studi della Regione Piemonte del 2007 che mostrano come a San Lorenzo una discarica non sia fattibile, senza sentire l’assessore Teruggi, che per la provincia di Pavia ha asserito che un’indagine seria deve durare almeno un anno, senza leggere il Piano regolatore che indica la zona come a rischio archeologico, senza considerare che il sito è area contigua del Parco del Po per emergenze faunistiche e floristiche“. 

A tutto questo si aggiunge l’aspetto paesaggistico nonostante la politica esalti il ruolo di “turismo, valorizzazione e ambiente“.

(La foto ritrae una delle ultime riunioni sul tema)

Fabrizio Laddago

 

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