Autore Redazione
giovedì
22 Settembre 2016
22:00
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Politica

Sapsa Bedding: trovato un accordo che salva metà dei 104 lavoratori del sito di Silvano d’Orba

Sapsa Bedding: trovato un accordo che salva metà dei 104 lavoratori del sito di Silvano d’Orba

SILVANO D’ORBA – Resta “l’amarezza” di non essere riusciti a salvare tutti i 104 lavoratori dello stabilimento di Silvano D’Orba. Dopo aver lavorato per mesi “a testa bassa” Marco Sali di Filctem Cgil, Roberto Marengo di Femca Cisl ed Elio Bricola di Uiltec Uil hanno però trovato la strada per mantenere in vita la Sapsa Bedding e dare continuità alla produzione di materassi nel sito di Silvano. La trattativa è stata “una delle più difficili mai affrontate” hanno sottolineato i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil che negli ultimi mesi hanno dovuto destreggiarsi tra norme e procedure non solo italiane, ma anche d’Oltralpe per evitare che il tracollo della francese Cauval “spegnesse la spina” anche all’azienda di Silvano.  Grazie anche al lavoro delle Istituzioni, dalla Prefettura ai Ministeri Italiani, e all’impegno e sostegno dei parlamentari alessandrini Federico Fornaro e Cristina Bargero e dei sindaci di Ovada e Silvano, hanno ricordato i sindacalisti, è stato trovato un nuovo soggetto industriale, la “Special Situation” che ha garantito la continuità industriale. In questo quadro si è inserito poi un nuovo imprenditore che attraverso l’acquisizione dell’International Bedding Brands srl, ramo commerciale della Sapsa Bedding in attivo e già conosciuto sul mercato come distributore dei prodotti del sito di Silvano, porterà avanti le attività dell’azienda riassorbendo progressivamente 50/52 dipendenti, che verranno assunti con contratto a tempo indeterminato e alle stesse condizioni che avevano in Sapsa. Entro la fine dell’anno cominceranno a lavorare i primi 10 dipendenti e poi si aggiungeranno le restanti 40/42 personecomunque entro la fine del periodo di cassa integrazione”.

Grazie ai frequenti incontri e trattative, l’ultimo mercoledì in Regione, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno infatti ottenuto 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti. Per la prima volta, poi, proprio la Regione Piemonte ha acconsentito a 30 giorni di cassa integrazione in deroga fino all’avvio dell’ammortizzatore. Per tredici mesi, quindi, i lavoratori della Sapsa avranno copertura “retributiva e contributiva” e tra un anno e un mese tutti i dipendenti che non potranno essere ricollocati avranno comunque la possibilità di accedere alla Naspi. “In questo modo garantiamo una copertura di tre anni per tutti i lavoratori” hanno precisato Sali, Marengo e Bricola. I lavoratori che passeranno definitivamente nella nuova società, hanno aggiunto i sindacalisti, verranno individuati in base ai criteri ministeriali di selezione del personale, quindi anzianità di servizio e carichi familiari. Tutti gli altri avranno comunque la possibilità di essere assunti con contratti a tempo determinato per fronteggiare eventuali picchi delle attività aziendali. La speranza, infatti, è che l’azienda riesca a risollevarsi e, possibilmente, a crescere riorganizzando anche la rete di agenti e distributori per riagganciare i clienti asiatici perduti, riattivare il mercato italiano e francese e concludere trattative anche con i cinesi.  L’accordo trovato con i sindacati, del resto, si fonda proprio sulla riuscita del piano industriale. “Ora si apre una seconda fase” hanno aggiunto Roberto Marengo, Elio Bricola e Marco Sali perché compito di Femca Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil sarà vigilare sul rispetto degli impegni presi e lavorare per recuperare l’arretrato retributivo dei dipendenti che da tre mesi non percepiscono stipendio.

Tatiana Gagliano

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