Autore Redazione
martedì
25 Gennaio 2022
06:00
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Musica

La storia del Festival di Sanremo raccontata nel libro di Nico Donvito

La storia del Festival di Sanremo raccontata nel libro di Nico Donvito

Dal 25 gennaio sarà disponibile, su tutti i digital store, “Sanremo Il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin”, edito da D’idee (Pag 192 – 16,90 euro), il primo libro del giornalista Nico Donvito, profondo estimatore, studioso e osservatore della kermesse canora che, quest’anno, spegnerà le sue 72 candeline. Il volume è impreziosito dalla prefazione firmata da Amadeus, che si appresta a condurre la sua terza edizione consecutiva, e dalla copertina disegnata da Riccardo Mazzoli, che ha realizzato le caricature di alcuni dei protagonisti della storica rassegna.

Da Domenico Modugno a Claudio Villa, passando per Nilla PizziGigliola CinquettiIva ZanicchiGianni MorandiMassimo RanieriFausto LealiEros RamazzottiLaura PausiniAl BanoOrietta Berti e i Måneskin, indiscussi vincitori della passata edizione. Non poteva mancare la fitta schiera di conduttori che hanno reso grande la manifestazione, rappresentata in primo piano dallo stesso Amadeus e da Pippo Baudo, mentre nella quarta di copertina trovano spazio gli omaggi a Mike BongiornoRaffaella CarràLoretta GoggiCarlo ContiFiorelloPaolo BonolisPiero Chiambretti e Nunzio Filogamo, voce che ha inaugurato le prime edizioni radiofoniche con il suo inconfondibile “Cari amici vicini e lontani”.

Uno slogan che ha ispirato lo stesso autore: «Ho riflettuto su quanto sia cambiato il Festival negli anni e su quanto, per certi versi, sia rimasto socialmente uguale e irrimediabilmente fedele a se stesso. Dalla ricostruzione post bellica alla ricostruzione post-Covid, per intenderci. Nel corso dei decenni, Sanremo ha raccontato il nostro Paese, in tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Seppur con una liturgia tutta sua, la rassegna ha saputo rinnovarsi pur mantenendo intatta la propria natura. In fondo, come potremmo definirla se non una ruspante rappresentazione allegorica, in note e paillettes, di un’Italia che cambia e che, per certi aspetti, non vuole mai cambiare?».

 

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