Autore Redazione
mercoledì
19 Giugno 2019
05:00
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Redazionali - Valenza

Studio Cirri Valenza: la comunicazione interpersonale e le tecniche per affascinare

Dagli anni ’50 lo Studio Cirri di Valenza crede nell’importanza della consulenza e della formazione nell’ambito delle Relazioni Pubbliche e opera per formare figure professionali manageriali, team o liberi professionisti
Studio Cirri Valenza: la comunicazione interpersonale e le tecniche per affascinare

VALENZA – Dagli anni ’50 lo Studio Cirri di Valenza crede nell’importanza della consulenza e della formazione nell’ambito delle Relazioni Pubbliche e opera per formare figure professionali manageriali, team o liberi professionisti. Una esperienza che il dottor Giuseppe Alfonso Cirri ha messo a disposizione dei lettori di RadioGold. Dopo l’approfondimento sui segreti del “Public Speaking”, lo Studio Cirri di Valenza questa volta ha ci aiuterà a migliorare la comunicazione interpersonale, svelando alcune tecniche per affascinare e coinvolgere i nostri interlocutori.

Nel 1973, Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco, fondatore della Scuola di Palo Alto in California, nel testo “Pragmatica della comunicazione umana” esordiva con una affermazione categorica: “non si può non comunicare. “L’uomo è un essere sociale” ha ricordato il dottor Giuseppe Alfonso Cirri. Il bisogno di comunicazione è insito nella sua natura. Un valore imprescindibile, come lo è la necessità di ossigeno per le cellule. Sin dall’epoca in cui i nostri antenati disegnavano geroglifici sulle pareti delle caverne ……per comunicare. Senza la comunicazione l’uomo non avrebbe potuto percorrere quel lungo cammino chiamato “evoluzione”.

Comunicare, interagire con un’altra persona. In un gioco fatto di coinvolgimento, comprensione reciproca, emotività, fascino, rispetto intellettuale e tanto altro ancora.

Il punto di partenza: comprendere a qualeSistema rappresentazionale” appartiene il nostro interlocutore: Visivo, Auditivo Cenestetico? Sarà più attratto da stimoli che richiamano le immagini e i colori, oppure, viene affascinato dai suoni e dalle parole o, ancora, è suscettibile a sensazioni ed emozioni? Porre al centro della nostra attenzione la persona che abbiamo difronte. Utilizzare un linguaggio che ci faccia sentire simili e vicini, per creare quella “compliance” indispensabile per una interazione piena di significati. 

Comprendere quali sono le “Key Words” e le “Hot Words” della persona con cui ci stiamo relazionando. Quelle parole che aprono il cuore e la mente o, irrimediabilmente, li chiudono ermeticamente. 

Utilizzare le strategie di “ricalco” e “guida”. Per divenire simili al nostro interlocutore e guidarlo, in seconda battuta, nel nostro mondo.  O ancora, imparare ad utilizzare il “NO Positivo”, comprendendo come dire No agli altri, per dire Si a sé stessi. 

La comunicazione interpersonale, altresì definibile con il termine di comunicazione “one to one”, è una alchimia che comprende tre diverse componenti: la parte verbale, il paraverbale e il non verbale. La scelta strategica di quali concetti, quali terminologie utilizzare. Ma non solo. Il tono e il volume della nostra voce. Le espressioni del viso, gli atteggiamenti, gli sguardi e la postura. Saper osservare, applicare e valutare la congruenza tra queste tre componenti della comunicazione.

 

 

Certo, ancora oggi resta vero quello che affermava Alfred Adler (psichiatra e psicoanalista austriaco): “La bocca può dire bugie, la mente non capire, ma il corpo dice sempre la verità”.

La gestione strategica della comunicazione interpersonale. Fondamento e presupposto di efficaci relazioni personali e professionali”.

 

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