15 Novembre 2021
05:03
Il Pd ha scelto il suo candidato alle elezioni ma rimangono molti nodi da sciogliere
ALESSANDRIA – Tra poco più di sei mesi Alessandria andrà al voto per scegliere il suo sindaco. RadioGold seguirà la cronaca e gli sviluppi dei vari contendenti alla carica in questo spazio attraverso il quale cercheremo di leggere tra le righe dei fatti e analizzare limiti e contraddizioni degli schieramenti in campo.
Se, come era facile prevedere, la Lega punterà sulla ricandidatura dell’uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco che però dovrà ricompattare un’alleanza in cui non mancano le ansie di protagonismo con la recente crisi di giunta che ha lasciato ferite aperte, il congresso del Partito Democratico cittadino sembrerebbe aver sciolto molti dei dubbi interni allo schieramento di centro-sinistra. Ma in questo caso vediamo com’è andata.
Dietro la contesa tra Rapisardo Antinucci e Mauro Bressan risolta con il ritiro di quest’ultimo non si celavano tanto due diverse visioni politiche ma due cordate che aggregavano gruppi e interessi differenti e una diversa propensione al rinnovamento interno.
Se Antinucci aveva al suo fianco il vice-segretario provinciale Daniele Coloris, dominus della Soms del Cristo, ultimo presidio sul territorio dello storico insediamento comunista in città, ed Ezio Sestini, socialista di lungo corso dai tempi di Borgoglio, dietro la candidatura di Bressan era facile intravedere l’ex sindaca Rita Rossa, l’ex presidente del Consiglio Comunale Enrico Mazzoni e l’eterna eminenza grigia di Palazzo Ghilini Agostino Gatti.
Gli oggetti del contendere erano sostanzialmente due: le forze in campo degli schieramenti in base al tesseramento e il candidato sindaco che il PD intendeva proporre ai suoi alleati.
Il ritiro di Bressan a poche ore dal congresso lascia presumere che gli sforzi del suo schieramento per raccogliere adesioni siano stati insufficienti, tamponati dalla contromossa a suon di tessere di partito dell’altra cordata. A quel punto meglio cercare un accordo che andare a una conta sicuri di perdere.
A facilitare il successo di Antinucci è stata poi la sua scelta inequivoca di puntare sulla candidatura a sindaco di Giorgio Abonante mentre Bressan è rimasto vago sul tema fino all’ultimo. Forse per eccesso di pretendenti. Oltre a quella dello stesso Bressan, si ipotizzava infatti una candidatura del consigliere regionale Domenico Ravetti o della stessa Rita Rossa ancora decisa nel rimettersi in gioco.
Ma che l’aria non fosse favorevole a Bressan lo si era già capito dall’intervento in cui Ravetti smentiva risolutamente le indiscrezioni dello Spiffero circa una sua candidatura e dichiarava il suo sostegno ad Abonante.
Quindi Antinucci segretario, Abonante candidato sindaco e partito ricompattato in vista della campagna elettorale. E prime luci verdi dagli altri partiti del centro-sinistra con l’imbarazzante eccezione del Movimento 5 Stelle che ha espresso dubbi sull’individuazione del candidato sindaco quando non si sono ancora definiti programma e alleanza. Parole che hanno sorpreso tenendo conto delle ottime relazioni personali tra Abonante e il capogruppo del M5S Michelangelo Serra.
Ma a parte i malumori grillini si direbbe che per il PD tutto stia andando liscio.
È però chiaro che, avvicinandoci alle elezioni, il ruolo e le responsabilità di chi è stato individuato come candidato sindaco, finiranno fisiologicamente per prevalere su quelli del segretario appena confermato. E i primi nodi verranno al pettine.
Se è vero che “rinnovamento” è la parola d’ordine con cui Antinucci è stato riconfermato segretario e lo stesso Abonante incarna quella volontà di rinnovamento, è anche vero che lo stesso Abonante è sempre stato politicamente molto vicino a Rita Rossa ed Enrico Mazzoni. Al punto che proprio la Rossa fu la prima a esporsi pubblicamente a favore di una candidatura Abonante come sindaco e una certa sorpresa aveva destato la discesa in campo di Bressan per la segreteria del PD locale proprio perché sembrava indirizzare il partito verso altre candidature a sindaco.
Parlando con esponenti del PD risulta che in vista del congresso tra Rossa e Abonante non siano mancati momenti di tensione. La conclusione unitaria del congresso permetterà di voltare pagina su queste incomprensioni? Quali accordi hanno consentito di rieleggere all’unanimità Antinucci? Il percorso di rinnovamento che Antinucci ha di nuovo ribadito sarà intransigente o Abonante cercherà di essere accomodante, mediando tra tutte le anime e le personalità del Partito Democratico cittadino?
Una prima verifica la si potrà avere tra poche settimane. Per l’esattezza il 27 novembre, data in cui verranno presentate le candidature per l’elezione del nuovo Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale che si terranno poi il 18 dicembre.
È noto che Enrico Mazzoni vorrebbe essere confermato consigliere a Palazzo Ghilini. Ma è anche chiaro che una sua ricandidatura smentirebbe tutti i propositi di rinnovamento di Antinucci e oltretutto imporrebbe la ricandidatura di Mazzoni anche alle elezioni del Consiglio Comunale, dove siede dal 1993.
Abonante e Antinucci spingeranno l’acceleratore sul rinnovamento o prevarrà la necessità di mantenere l’unità del partito? Lo sapremo a fine mese.